Operazione Gotha: differenze tra le versioni
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Un importante elemento di tensione era la questione degli "scappati", ovvero i mafiosi perdenti della [[Seconda Guerra di Mafia]], esiliati negli USA per aver salva la vita. Il garante del patto che aveva assicurato la salvezza agli "scappati" in cambio dell'esilio era stato [[Rosario Naimo]], ma negli ultimi anni la situazione aveva avuto qualche cambiamento: erano già tornati in Italia [[Giuseppe Inzerillo]] (figlio di [[Santo Inzerillo|Santo]]) e [[Francesco Inzerillo|Francesco]] "'u truttaturi" (figlio di [[Pietro Inzerillo|Pietro]]) che era stato espulso dagli USA. Diversamente viene però percepito il ritorno a Palermo il 29 dicembre 2004 di [[Rosario Inzerillo]], fratello di [[Salvatore Inzerillo]], che obbligava Provenzano ad una presa di posizione netta nei confronti del problema degli "scappati". | |||
Provenzano, da parte del quale ci si aspettava una risposta precisa, si rivelò invece ambiguo: | |||
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'''VM''': ''Niente: "se mi puoi perdonare, siamo... però se ci sono impegni, si devono rispettare! Fa un giro di... io non sono niente...". Io gli ho risposto... per come lui mi ha scritto, vago, vago lui e vago io. "In riferimento che tu mi dici... che vossia mi dice... gli impegni precedenti, se è possibile farmi sapere quali sono questi impegni perchè io non li so". Perchè poi effettivamente io non li so! [...] Che gli dovevo rispondere? "Se le viene facile mi manda... chiarire qualche cosa".'' | |||
Provenzano fa dunque riferimento al patto ("impegno") preso a seguito della Seconda Guerra di Mafia e riguardante l'esilio degli "scappati",, ma non si esprime esplicitamente. Intanto la tensione tra le famiglie di Cosa nostra si acuisce, dal momento che i Lo Piccolo cercano di favorire il rientro degli Inzerillo, mentre Rotolo teme la loro vendetta, come rivela un dialogo con Bonura: | |||
'''NR''': ''Sono tutti... parenti, gli Inzerillo, e tra i quali credo che ci sia pure un torrettese in mezzo, sono tre! Questi tre si danno appuntamento all'aeroporto, parlano tutti e tre, parlano... e parlano dell'argomento di [[Francesco Inzerillo|"u truttaturi"]], perchè ancora [[Rosario Inzerillo|l'altro fratello]] non era venuto, e dicono pure, tra tutto quello che dicono "ma poi sono quattro gatti... sono quattro gatti"!'' | |||
Dove i "quattro gatti" sarebbero stati i boss da eliminare delle famiglie palermitane a loro ostili. | |||
La questione divenne sempre più calda, provocando la formazione di schieramenti opposti: | |||
*'''Contrari''': [[Antonino Rotolo]], [[Antonino Cinà]], [[Giuseppe Sansone]], [[Calogero Mannino]], [[Francesco Bonura]] e [[Gaetano Sansone]]. | |||
*'''Neutrali''' o ambigui: [[Bernardo Provenzano]], [[Vincenzo Marcianò]] e [[Giuseppe Brusca]]. | |||
*'''Favorevoli''': [[Salvatore Lo Piccolo]], [[Francesco Pastoia]], [[Alessandro Mannino]], [[Nicola Mandalà]], [[Vincenzo Brusca]], [[Lorenzo Di Maggio]], [[Calogero Caruso]]. | |||
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[[Categoria:Inchieste antimafia]] [[Categoria:Inchieste in Sicilia]] [[Categoria:Inchieste su Cosa Nostra]] |
Versione attuale delle 23:04, 26 ott 2023
"Gotha" è il nome attirbuito all'operazione scattata il 20 giugno 2006 a Palermo e al seguente processo. L'operazione decapitò le famiglie di Cosa nostra di Pagliarelli, San Lorenzo e Uditore, rivelando le dinamiche di conflitto venutesi a creare tra i boss palermitani dopo l'arresto di Bernardo Provenzano il 26 aprile 2006.
Le indagini
Le indagini presero le mosse dall'Operazione Grande Mandamento che aveva colpito la rete dei fiancheggiatori di Bernardo Provenzano. Gli investigatori riuscirono a piazzare microspie in un residence di via Ur1 dove vengono registrate conversazioni tra Francesco Bonura, Antonino Cinà, Vincenzo Marcianò. Le intercettazioni permisero dunque di giungere al box di lamiera in cui Nino Rotolo teneva colloqui con gli altri membri dell'organizzazione.
L'inchiesta rivelò come all'interno di Cosa nostra si fosse formata una fazione ostile ai Lo Piccolo, facente capo ad un triumvirato composto da Antonino Rotolo (a capo del mandamento di Pagliarelli), Antonino Cinà (capomandamento di San Lorenzo) e Francesco Bonura (sotto-capofamiglia dell'Uditore). Dopo l'arresto di Provenzano infatti si era creata una situazione conflittuale all'interno di Cosa nostra palermitana sia per la volontà di alcune famiglie dielevare il proprio ruolo all'interno dell'organizzazione, sia per l'insofferenza generata dalla famiglia dei Lo Piccolo, che stavano cercando di ampliare il proprio raggio d'azione anche fuori dal mandamento di Tommaso Natale.
Il ruolo di Rotolo
Antonino Rotolo ricopriva un ruolo di primissimo piano all'interno dell'organizzazione, anche in virtù dei rapporti privilegiati con Bernardo Provenzano. Poteva dunque prendere decisioni riguardanti famiglie non di sua stretta pertinenza, come testimonia l'episodio in cui cerca di convincere Bonura del fatto che quest'ultimo debba sostituire Vincenzo Marcianò come capo del mandamento dell'Uditore.
(NR: Nino Rotolo, FB: Francesco Bonura)
NR: Siamo orientati su di te
FB: E io non posso accettare, non lo sai perchè non lo posso accettare? Perchè io sono l'unico a reggere tutte le mie situazioni e non lo posso fare. Faglielo fare a "Pinuzzu"
NR: Nooo...
FB: E ma perchè no? Io non lo posso fare
NR: Pinuzzo non lo può fare.
FB: E nenche io
NR: Ma questo non lo può fare più!
Gli scappati
- Per approfondire vedi Scappati
Un importante elemento di tensione era la questione degli "scappati", ovvero i mafiosi perdenti della Seconda Guerra di Mafia, esiliati negli USA per aver salva la vita. Il garante del patto che aveva assicurato la salvezza agli "scappati" in cambio dell'esilio era stato Rosario Naimo, ma negli ultimi anni la situazione aveva avuto qualche cambiamento: erano già tornati in Italia Giuseppe Inzerillo (figlio di Santo) e Francesco "'u truttaturi" (figlio di Pietro) che era stato espulso dagli USA. Diversamente viene però percepito il ritorno a Palermo il 29 dicembre 2004 di Rosario Inzerillo, fratello di Salvatore Inzerillo, che obbligava Provenzano ad una presa di posizione netta nei confronti del problema degli "scappati".
Provenzano, da parte del quale ci si aspettava una risposta precisa, si rivelò invece ambiguo:
(VM: Vincenzo Marcianò, FB: Francesco Bonura)
VM: Io poi ho avuto io un pizzino... dal "Binnu"
FB: Ah, l'hai avuto il pizzino?
VM: Che diceva tutto...
FB: ...e non diceva niente.
VM: Ambiguo...
FB: Cioè?
VM: Niente: "se mi puoi perdonare, siamo... però se ci sono impegni, si devono rispettare! Fa un giro di... io non sono niente...". Io gli ho risposto... per come lui mi ha scritto, vago, vago lui e vago io. "In riferimento che tu mi dici... che vossia mi dice... gli impegni precedenti, se è possibile farmi sapere quali sono questi impegni perchè io non li so". Perchè poi effettivamente io non li so! [...] Che gli dovevo rispondere? "Se le viene facile mi manda... chiarire qualche cosa".
Provenzano fa dunque riferimento al patto ("impegno") preso a seguito della Seconda Guerra di Mafia e riguardante l'esilio degli "scappati",, ma non si esprime esplicitamente. Intanto la tensione tra le famiglie di Cosa nostra si acuisce, dal momento che i Lo Piccolo cercano di favorire il rientro degli Inzerillo, mentre Rotolo teme la loro vendetta, come rivela un dialogo con Bonura:
NR: Sono tutti... parenti, gli Inzerillo, e tra i quali credo che ci sia pure un torrettese in mezzo, sono tre! Questi tre si danno appuntamento all'aeroporto, parlano tutti e tre, parlano... e parlano dell'argomento di "u truttaturi", perchè ancora l'altro fratello non era venuto, e dicono pure, tra tutto quello che dicono "ma poi sono quattro gatti... sono quattro gatti"!
Dove i "quattro gatti" sarebbero stati i boss da eliminare delle famiglie palermitane a loro ostili.
La questione divenne sempre più calda, provocando la formazione di schieramenti opposti:
- Contrari: Antonino Rotolo, Antonino Cinà, Giuseppe Sansone, Calogero Mannino, Francesco Bonura e Gaetano Sansone.
- Neutrali o ambigui: Bernardo Provenzano, Vincenzo Marcianò e Giuseppe Brusca.
- Favorevoli: Salvatore Lo Piccolo, Francesco Pastoia, Alessandro Mannino, Nicola Mandalà, Vincenzo Brusca, Lorenzo Di Maggio, Calogero Caruso.
Operazione Gotha
Processo
Condanne
Elenco degli imputati
Imputato | Sentenza di primo grado | Sentenza di secondo grado |
---|---|---|
1 Adamo Andrea | 12 anni | 18 anni [1] |
2 Alberti Gerlando | Assolto | 8 anni e 5 mesi [1] |
3 Alfano Salvatore | 10 anni | 8 anni |
4 Annatelli Filippo | Assolto | 8 anni |
5 Badagliacca Angelo | 7 anni | 7 anni |
6 Badagliacca Gaetano | 10 anni | 12 anni [1] [2] |
7 Badagliacca Pietro | 12 anni | 17 anni |
8 Biondino Girolamo | 13 anni | - |
9 Bonura Francesco | 20 anni | 23 anni |
10 Brusca Vincenzo | 10 anni | 8 anni |
11 Cancemi Carmelo | 7 anni | 9 anni [1] |
12 Cancemi Giovanni | 7 anni | 7 anni |
13 Cappello Giuseppe | 10 anni | 6 anni e 8 mesi |
14 Cinà Antonino | 16 anni | - |
15 Davì Salvatore | 11 anni e 6 mesi | - |
16 Di Maggio Antonino | 10 anni e 6 mesi | - |
17 Di Maggio Lorenzo | 9 anni e 4 mesi | - |
18 Di Napoli Pietro | 15 anni | 20 anni [1] |
19 Gioeli Salvatore | 10 anni | 17 anni [2] |
20 Inzerillo Francesco | 10 anni | - [3] |
21 Inzerillo Francesco | 7 anni | 7 anni [3] |
22 Inzerillo Rosario | 10 anni | 16 anni e 10 mesi |
23 Inzerillo Tommaso | 10 anni | 10 anni [1] |
24 Lipari Emanuele Vittorio | 10 anni | 12 anni [2] |
25 Mannino Alessandro | 10 anni | 13 anni e 4 mesi [1] |
26 Mannino Calogero | 16 anni | 16 anni |
27 Marcianò Giovanni | 10 anni | 13 anni e 4 mesi [1] |
28 Marcianò Vincenzo | 16 anni | 16 anni |
29 Milano Nicolò | 7 anni | Assolto |
30 Mineo Settimo | 10 anni | 13 anni [1] [2] |
31 Nicchi Giovanni | 15 anni | 12 anni |
32 Nicoletti Giovanni | 12 anni | 9 anni e 4 mesi [1] |
33 Olivieri Michele | 10 anni | 15 anni e 6 mesi |
34 Parisi Angelo Rosario | 7 anni | 7 anni [1] |
35 Parisi Marcello | Assolto | - |
36 Parisi Pietro | 7 anni | 7 anni [3] |
37 Picone Francesco | 10 anni | 13 anni [1] |
38 Pipitone Antonino | 16 anni | 19 anni e 8 mesi |
39 Pipitone Vincenzo | 10 anni e 4 mesi | - |
40 Pispicia Salvatore | 10 anni | 14 anni [1] |
41 Rotolo Antonino | 20 anni | 29 anni |
42 Sansone Gaetano | 12 anni | 15 anni [1] |
43 Sansone Giuseppe | 10 anni | 6 anni e 8 mesi |
44 Savoca Giuseppe | 12 anni | 27 anni [1] |
45 Sirchia Giovanni | 7 anni | 7 anni [4] |
46 Stassi Francesco | 8 anni | 7 anni |
47 Vallelunga Vincenzo | 8 anni | - |
Imputati per famiglia
Acquasanta
Antonino Pipitone (Capofamiglia)
Altarello
Rosario Inzerillo (Capofamiglia)
Boccadifalco
Francesco Inzerillo, Francesco Inzerillo, Tommaso Inzerillo, Alessandro Mannino, Calogero Mannino, Giovanni Marcianò (Capofamiglia), Vincenzo Marcianò (Capofamiglia), Giovanni Sirchia
Borgo Molara
Giuseppe Cappello (Capofamiglia)
Brancaccio
Andrea Adamo, Giuseppe Savoca (Capofamiglia)
Carini
Antonino Di Maggio (Capofamiglia), Vincenzo Pipitone (Capofamiglia), Vincenzo Vallelunga
Corso Calatafimi
Filippo Annatelli (Capofamiglia)
Noce
Salvatore Alfano, Pietro Di Napoli (Capofamiglia), Giovanni Nicoletti, Francesco Picone, Francesco Stassi
Pagliarelli (mandamento, famiglia)
Carmelo Cancemi (Mandamento), Giovanni Cancemi (Mandamento), Settimo Mineo (Mandamento), Giovanni Nicchi (Famiglia), Michele Olivieri (Capofamiglia), Angelo Rosario Parisi (Mandamento), Pietro Parisi (Mandamento), Antonino Rotolo (Capomandamento)
Palermo Centro
Salvatore Pispicia (Capofamiglia)
Partanna-Mondello
Salvatore Davì (Capofamiglia)
Porta Nuova
Gerlando Alberti, Emanuele Vittorio Lipari, Nicolò Milano
Rocca Mezzomonreale
Angelo Badagliacca, Gaetano Badagliacca, Pietro Badagliacca (Capofamiglia)
San Lorenzo
Girolamo Biondino (Capofamiglia), Antonino Cinà
Torretta
Vincenzo Brusca (Capofamiglia), Lorenzo Di Maggio
Uditore
Francesco Bonura (Sotto-capofamiglia), Gaetano Sansone (Capofamiglia), Giuseppe Sansone
Bibliografia
- A. Cottone (a cura di), Gotha, Palermo 2010
Note
- ↑ 1,00 1,01 1,02 1,03 1,04 1,05 1,06 1,07 1,08 1,09 1,10 1,11 1,12 1,13 1,14 Condanna confermata in Cassazione con l'obbligo di ricalcolo della pena presso la Corte d'Appello di Palermo
- ↑ 2,0 2,1 2,2 2,3 Dopo l'annullamento con rinvio, la Corte d'Appello di Palermo ha escluso l'aggravante della recidiva, con la conseguente scarcerazione degli imputati
- ↑ 3,0 3,1 3,2 In data 12 ottobre 2011 la Corte di Cassazione ha annullato la condanna rinviando il giudizio alla Corte d'Appello
- ↑ In data 11 ottobre 2011 la Corte di Cassazione ha stabilito l'eliminazione della recidiva con conseguente riduzione della condanna a 4 anni e 8 mesi ed immediata scarcerazione