Cosa Nostra: differenze tra le versioni

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=== Durante la Seconda Guerra Mondiale ===
=== Durante la Seconda Guerra Mondiale ===
=== Agli albori della Repubblica ===
=== Agli albori della Repubblica ===
=== La Rinascita nel Dopoguerra ===
=== La Rinascita nel Dopoguerra: "la mafia" diventa "Cosa Nostra" ===
Tra gli anni del c.d. "boom economico", i boss mafiosi siciliani continuarono a portare avanti le proprie attività criminali indisturbati, sfruttando anche l'oramai consolidata convinzione dell'opinione pubblica che il fascismo l'avesse sradicata dall'isola. Tra chi negava che addirittura non fosse mai esistita e chi sosteneva fosse un mero modo d'essere, tipico della cultura della Sicilia arcaica, quindi superata, il potere delle famiglie mafiose siciliane crebbe, sfruttando i mutamenti economici e sociali di quegli anni.  
Tra gli anni del c.d. "boom economico", i boss mafiosi siciliani continuarono a portare avanti le proprie attività criminali indisturbati, sfruttando anche l'oramai consolidata convinzione dell'opinione pubblica che il fascismo l'avesse sradicata dall'isola. Tra chi negava che addirittura non fosse mai esistita e chi sosteneva fosse un mero modo d'essere, tipico della cultura della Sicilia arcaica, quindi superata, il potere delle famiglie mafiose siciliane crebbe, sfruttando i mutamenti economici e sociali di quegli anni.  


La riforma agraria avviata coi Decreti Gullo con lo smembramento dei latifondi, l’apertura dei mercati, l’istituzione della Cassa per il Mezzogiorno, l’avvio dello sviluppo industriale, imposero un adeguamento delle strutture di Cosa Nostra e delle sue strategie. Con la morte di [[Calogero Vizzini]], nel [[1954]], la c.d. "''mafia agraria''", fondata sul latifondo, venne sostituita da una più moderna "''società plurisettoriale''" che affiancava alle attività tradizionali nuovi interessi, quali il '''settore edilizio''' e '''lo sfruttamento della spesa pubblica''', seguendo il trend generale dell'abbandono delle campagne in favore delle città e sfruttando anche i flussi migratori verso il Nord Italia per espandere i propri traffici criminali. Basti pensare che l primo omicidio di mafia in Lombardia si ebbe nel [[1954]], quando '''Ignazio Norrito''' venne crivellato di colpi al Campo dei Fiori, sopra Varese, per uno sgarro mal digerito dai suoi capi nell'ambito del traffico di diamanti, primo business di Cosa Nostra al Nord<ref>Mario Portanova, Giampiero Rossi, Franco Stefanoni, "Mafia a Milano - Sessant'anni di affari e delitti", Milano, Melampo Editore, 2011, p.32</ref>.
La riforma agraria avviata coi Decreti Gullo con '''lo smembramento dei latifondi''', '''l’apertura dei mercati''', '''l’istituzione della Cassa per il Mezzogiorno''', '''la nascita della Regione a statuto autonomo Sicilia''', l’avvio dello sviluppo industriale, imposero un adeguamento delle strutture di Cosa Nostra e delle sue strategie. Con la morte di [[Calogero Vizzini]], nel [[1954]], la c.d. "''mafia agraria''", fondata sul latifondo, venne sostituita da una più moderna "''mafia multi-settoriale''" che affiancava alle attività tradizionali nuovi interessi, quali il '''settore edilizio''' e '''lo sfruttamento della spesa pubblica''', seguendo il trend generale dell'abbandono delle campagne in favore delle città e sfruttando anche i flussi migratori verso il Nord Italia per espandere i propri traffici criminali. Basti pensare che l primo omicidio di mafia in Lombardia si ebbe nel [[1954]], quando '''Ignazio Norrito''' venne crivellato di colpi al Campo dei Fiori, sopra Varese, per uno sgarro mal digerito dai suoi capi nell'ambito del traffico di diamanti, primo business di Cosa Nostra al Nord<ref>Mario Portanova, Giampiero Rossi, Franco Stefanoni, "Mafia a Milano - Sessant'anni di affari e delitti", Milano, Melampo Editore, 2011, p.32</ref>.
 
Lo spostamento del baricentro dell'economia mafiosa dal latifondo alla città, dalla rendita della terra ai piani regolatori e alla spesa pubblica portò alla nascita anche di un nuovo ceto politico che avrebbe segnato la vita politica palermitana e nazionale per decenni, i cui simboli furono essenzialmente [[Vito Ciancimino]], [[Giovanni Gioia]], [[Salvo Lima]]. Originariamente ossatura della corrente siciliana di Amintore Fanfani, questo nuovo ceto politico, che a livello nazionale prese inizialmente il nome di "''Giovani Turchi''"<ref>Dickie (2009), p.293</ref>, poi divenne il referente siciliano del sette volte Presidente del Consiglio [[Giulio Andreotti|Andreotti]]. Gioia divenne ministro, mentre Lima, già protagonista insieme a Ciancimino del celebre [[Sacco di Palermo]], sarebbe diventato sottosegretario al Bilancio nel [[1974]] e poi europarlamentare.
 
==== Il summit del 1957 ====
* ''Per approfondire, vedi [[Summit Grand Hotel et des Palmes]]''
 
Un passaggio fondamentale nella storia  fu rappresentato dal Summit tenutosi a Palermo tra i capi di Cosa Nostra siciliana e [[Cosa Nostra Americana]] tra il 12 e il 16 ottobre [[1957]], durante il quale vennero ricuciti i rapporti tra le due organizzazioni e si discusse l'ingresso dei siciliani nel business del traffico di stupefacenti. Con la commissione Kefauver che accendeva i riflettori sugli affari dei boss italo-americani e la rivoluzione cubana in corso che avrebbe spazzato via la dittatura corrotta e brutale di '''Fulgencio Batista''', Cosa Nostra Americana aveva infatti bisogno per continuare il traffico di stupefacenti di una rete fidata di uomini, di un socio a cui poter affidare una gestione divenuta troppo pericolosa, se condotta esclusivamente negli USA, e di una nuova base per lo smistamento: da questo punto di vista, i mafiosi siciliani, già impegnati nel contrabbando di sigarette per tutto il Mediterraneo, rappresentavano il partner ideale per ritirare l'eroina raffinata nel sud della Francia e poi spedirla negli USA.
 
Durante un banchetto offerto in onore di [[Joe Bananas]] da Spanò, all'epoca uno dei ristoranti di pesce più rinomati della città di Palermo, [[Tommaso Buscetta]]<ref>Lodato, p.312</ref> riferì poi che quasi per caso il boss americano confidò al futuro "boss dei due mondi" che nell'organizzazione della mafia siciliana vi era una lacuna, cioè un coordinamento tra le varie famiglie per impedire le uccisioni facili tra famiglie e all'interno della stessa famiglia, un organismo che centralizzasse le decisioni sugli affari e mantenesse la pace tra i vari capi di Cosa Nostra. Fino a quel momento, infatti, ogni capomandamento aveva potere di vita e di morte illimitati sui propri affiliati.
 
Fu così che nacque la [[Commissione provinciale]], nota anche come '''Cupola''', definita da Buscetta «''uno strumento di moderazione e di pace interna''» e «''un buon sistema per ridurre la paura e i rischi che corrono tutti i mafiosi''»<ref>Dickie (2009), p.315</ref>.
 
La prima conseguenza di questa trasformazione della "mafia" in "Cosa Nostra" fu il c.d. [[Sacco di Palermo]], definito la più grande speculazione edilizia della storia<ref>[http://www.camera.it/_dati/leg14/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/023/016t02_RS/00000033.pdf citato in "Documenti", Camera dei Deputati, XIV Legislatura]</ref>: una colata di cemento spazzò via le storiche ville liberty e barocche della città e tutti gli agrumeti della conca d'oro, una delle aree più fertili della Sicilia.
 
La Commissione garantì l'equa distribuzione degli appalti, ma tra le famiglie mafiose a guadagnarci di più furono i fratelli [[Angelo La Barbera|Angelo]] e [[Salvatore La Barbera|Salvatore]] La Barbera, a capo del mandamento Palermo Centro, il cui territorio coincideva in buona parte con quello attorno a via Libertà dove si concentrò la prima fase del "Sacco"; i suoi ottimi rapporti con Salvo Lima fecero il resto e permisero ai La Barbera di diventare tra le famiglie mafiose più potenti della Sicilia.


=== La Prima Guerra di Mafia ===
=== La Prima Guerra di Mafia ===

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