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==== L'omicidio Notarbartolo ==== | ==== L'omicidio Notarbartolo ==== | ||
* Per approfondire, vedi [[Emanuele Notarbartolo]] | |||
Nel frattempo, il [[1° febbraio]] [[1893]] venne ucciso il marchese [[Emanuele Notarbartolo]], politico e banchiere siciliano, ad oggi considerato la prima vittima eccellente di mafia. Già sindaco di Palermo, il marchese si era inimicato il deputato nazionale [[Raffaele Palizzolo]], per la sua inflessibilità nel risanamento dei conti del Banco di Sicilia da direttore generale che andava contro gli interessi del sistema di potere politico-mafioso costruito da Palizzolo, in qualità di membro del Consiglio Direttivo dell'ente. | |||
In particolare, Notarbartolo finì immischiato nella guerra di potere a livello nazionale che vedeva contrapposti il gruppo di potere legato a '''Giovanni Giolitti''', presidente del Consiglio in carica, e '''Francesco Crispi''', che gli sarebbe succeduto dopo lo scoppio dello scandalo della Banca Romana. Il marchese firmò la propria condanna a morte quando espresse la sua volontà nel gennaio 1893 di rendere spontanee dichiarazioni alla Commissione Parlamentare d'Inchiesta in merito alle malversazioni attorno al Banco di Sicilia, legati al gruppo di potere crispino: il 1° febbraio, mentre si trovava su una carrozza di prima classe del treno della linea Termini Imerese - Palermo, l'ex-sindaco di Palermo '''venne ucciso con 27 coltellate''' e scaraventato giù dal finestrino, all'altezza di Trabia. | |||
L'omicidio scandalizzò l'opinione pubblica non solo siciliana e assunse un'eco nazionale, accendendo i riflettori sulla criminalità organizzata in Sicilia. Ci vollero però quasi sette anni prima dell’inizio delle udienze e sul banco degli imputati finirono due addetti del treno su cui viaggiava il marchese, che avevano però un ruolo marginale nella vicenda. Il figlio di Notarbartolo, Leopoldo, si costituì parte civile al processo e, tra lo stupore del pubblico, accusò pubblicamente '''Raffaele Palizzolo di essere il mandante dell’omicidio del padre'''. Inoltre riuscì ad avere l’appoggio politico del presidente del consiglio dell'epoca, Luigi Pelloux, amico di famiglia, che si diede da fare affinché si spostasse il processo '''da Palermo a Milano''' per evitare intimidazioni nei confronti dei testimoni, e fece in modo che la camera votasse a favore dell’autorizzazione a procedere nei confronti di Palizzolo. | |||
Un prezioso aiuto per fare luce sul caso la diede il questore Sangiorgi partecipando alle indagini. La situazione per don Raffaele si complicò poiché emersero questioni inerenti alla cattiva gestione del Banco di Sicilia, attirando ancora di più l’attenzione dell’opinione pubblica. Molti politici lo abbandonarono dato che ormai era troppo compromesso. Dopo undici mesi di udienza la Corte d’Assise di Bologna (nel frattempo il processo era stato spostato nel capoluogo emiliano) '''condannò Palizzolo e uno dei killer a trent’anni di carcere'''. | |||
Fu in quel momento che il gruppo di potere politico-mafioso mise in moto una prodigiosa "'''macchina del fango'''" per disinnescare la mina mediatica rappresentata dal processo: Palizzolo fu dipinto da intellettuali siciliani vicini al suo gruppo di potere come '''un perseguitato politico''', vittima di un complotto ordito dai settentrionali per delegittimare l'intero popolo siciliano; la protesta sfociò anche nella costituzione di '''movimenti in difesa della sicilianità'''. | |||
Inaugurando poi la lunga sequenza delle condanne a boss e politici mafiosi annullate per vizio di forma, la Cassazione annullò il processo perché un testimone non aveva giurato in una sua deposizione. Ad ormai dieci anni dalla morte del marchese l’opinione pubblica si era stancata del caso e il mutato clima politico fecero cadere la vicenda nel dimenticatoio. Il nuovo processo svoltosi a Firenze nel [[1904]] produsse l’assoluzione degli imputati. Già quindi all'inizio del XX Secolo lo Stato italiano aveva tutti gli elementi per contrastare l'organizzazione mafiosa siciliana e riconoscerla come tale, con i suoi rapporti organici con la politica, ma proprio in virtù di questi si rifiutò di combatterla, delegando la cosa a pochi valorosi uomini delle istituzioni. | |||
==== Lo sbarco negli USA ==== | ==== Lo sbarco negli USA ==== | ||