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La mafia invece, '''espressione delle classi dirigenti''', tanto che continua ad esistere ancora oggi, seppe costruire e mantenere '''un rapporto organico e di connivenza col potere politico'''. La mafia in principio adottò una strategia di boicottaggio nei confronti dello Stato, ma ben presto però i mafiosi capirono che la politica cercava di usarli come strumento di governo locale: prima la Destra, che li usò per ripristinare l’ordine; poi la Sinistra dal 1876, quando il governo Minghetti perse la fiducia dei politici siciliani a causa della proposta di una commissione parlamentare su mafia e banditismo che venne considerata un oltraggio alla Sicilia. La Sinistra storica da questo punto di vista si rassegnò alla collaborazione con i politici mafiosi, pur di formare un governo. Da quel momento la mafia cominciò quindi ad affondare le mani nel mercato romano dei favori elettorali. Da una strategia di boicottaggio, quindi, si passò ad una '''forma di sfruttamento dello Stato'''. Entrambi gli schieramenti politici usarono la mafia come strumento di governo locale, solo in maniera differente. '''Il modello introdotto dalla Sinistra persiste ancora oggi'''. L’analisi più lucida sulla nascita della mafia ce la dà Leopoldo Franchetti, intellettuale toscano: "''la mafia nacque con la caduta del feudalesimo e l’arrivo del capitalismo che necessitava di uno Stato che garantisse ai vari imprenditori sicurezza attraverso il monopolio della violenza. Il regno d’Italia fallì e così i baroni e i loro scagnozzi cominciarono a prendere il controllo dell’economia (racket estorsione/protezione) e della politica (corruzione)''"<ref>Leopoldo Franchetti, La Sicilia nel 1876 (2 voll., con Sidney Sonnino), Barbera, Firenze, 1877, vol. I: Condizioni politiche e amministrative della Sicilia</ref>. | La mafia invece, '''espressione delle classi dirigenti''', tanto che continua ad esistere ancora oggi, seppe costruire e mantenere '''un rapporto organico e di connivenza col potere politico'''. La mafia in principio adottò una strategia di boicottaggio nei confronti dello Stato, ma ben presto però i mafiosi capirono che la politica cercava di usarli come strumento di governo locale: prima la Destra, che li usò per ripristinare l’ordine; poi la Sinistra dal 1876, quando il governo Minghetti perse la fiducia dei politici siciliani a causa della proposta di una commissione parlamentare su mafia e banditismo che venne considerata un oltraggio alla Sicilia. La Sinistra storica da questo punto di vista si rassegnò alla collaborazione con i politici mafiosi, pur di formare un governo. Da quel momento la mafia cominciò quindi ad affondare le mani nel mercato romano dei favori elettorali. Da una strategia di boicottaggio, quindi, si passò ad una '''forma di sfruttamento dello Stato'''. Entrambi gli schieramenti politici usarono la mafia come strumento di governo locale, solo in maniera differente. '''Il modello introdotto dalla Sinistra persiste ancora oggi'''. L’analisi più lucida sulla nascita della mafia ce la dà Leopoldo Franchetti, intellettuale toscano: "''la mafia nacque con la caduta del feudalesimo e l’arrivo del capitalismo che necessitava di uno Stato che garantisse ai vari imprenditori sicurezza attraverso il monopolio della violenza. Il regno d’Italia fallì e così i baroni e i loro scagnozzi cominciarono a prendere il controllo dell’economia (racket estorsione/protezione) e della politica (corruzione)''"<ref>Leopoldo Franchetti, La Sicilia nel 1876 (2 voll., con Sidney Sonnino), Barbera, Firenze, 1877, vol. I: Condizioni politiche e amministrative della Sicilia</ref>. | ||
==== Il caso Galati e la mafia dell'Uditore=== | ==== Il caso Galati e la mafia dell'Uditore ==== | ||
Il primo caso di mafia riguardò la vicenda del chirurgo '''[[Gaspare Galati]]''' che, ereditando nel [[1872]] il fondo Riella (un limoneto) appena fuori Palermo, dovette fare i conti con il guardiano della tenuta, '''[[Benedetto Carollo]]'''. Mafioso di primo rango, l'uomo praticava la prima forma di racket della mafia siciliana: '''rubava limoni''' affinché le rendite si abbassassero, così facendo avrebbe potuto comprare a basso costo il terreno. Iniziava poi con una serie di intimidazioni nei confronti dell'ex-proprietario, il quale per paura gli concedeva il 25-30% della rendita. | Il primo caso di mafia riguardò la vicenda del chirurgo '''[[Gaspare Galati]]''' che, ereditando nel [[1872]] il fondo Riella (un limoneto) appena fuori Palermo, dovette fare i conti con il guardiano della tenuta, '''[[Benedetto Carollo]]'''. Mafioso di primo rango, l'uomo praticava la prima forma di racket della mafia siciliana: '''rubava limoni''' affinché le rendite si abbassassero, così facendo avrebbe potuto comprare a basso costo il terreno. Iniziava poi con una serie di intimidazioni nei confronti dell'ex-proprietario, il quale per paura gli concedeva il 25-30% della rendita. | ||