Categoria:Sacra Corona Unita: differenze tra le versioni

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Sempre per quanto riguarda l’affiliazione, le caratteristiche si presentano più simili al modello camorristico, il quale infatti non cura particolarmente i criteri di arruolamento e rende possibile il grado di capo clan anche ad affiliati di giovane età, tutti aspetti che sono molto più rigidi e inflessibili nelle altre organizzazioni tradizionali.
Sempre per quanto riguarda l’affiliazione, le caratteristiche si presentano più simili al modello camorristico, il quale infatti non cura particolarmente i criteri di arruolamento e rende possibile il grado di capo clan anche ad affiliati di giovane età, tutti aspetti che sono molto più rigidi e inflessibili nelle altre organizzazioni tradizionali.


Come quest’ultime anche la Scu  necessita di un equipaggiamento di simboli e rituali, i quali però non risultano reali o pensati dall’organizzazione stessa quanto più «un cocktail quasi surreale di fonti false e autentiche, personaggi mitici e quotidiani, invenzione e realtà»  e si presentano in quantità massicce e copiate da altre tradizioni criminali. Chiaramente il fine ultimo del procurarsi rituali e simbologie è quello di rendere autorevole e autentica l’organizzazione e sviluppare quel senso di aggregazione che rende nel concreto un’organizzazione criminale di stampo mafioso una società a sé stante, rispetto a quella dello Stato di cui fa parte e soprattutto la volontà, che è peculiare della Scu, di recuperare “il tempo perso” ovvero il suo essere così giovane e il voler diventare a parità di potere, come le altre.
Come quest’ultime anche la Scu  necessita di un equipaggiamento di simboli e rituali, i quali però non risultano reali o pensati dall’organizzazione stessa quanto più ''«un cocktail quasi surreale di fonti false e autentiche, personaggi mitici e quotidiani, invenzione e realtà»''<ref>Gambetta 1992, p.178</ref> e si presentano in quantità massicce e copiate da altre tradizioni criminali. Chiaramente il fine ultimo del procurarsi rituali e simbologie è quello di rendere autorevole e autentica l’organizzazione e sviluppare quel senso di aggregazione che rende nel concreto un’organizzazione criminale di stampo mafioso una società a sé stante, rispetto a quella dello Stato di cui fa parte e soprattutto la volontà, che è peculiare della Scu, di recuperare “il tempo perso” ovvero il suo essere così giovane e il voler diventare a parità di potere, come le altre.


Il ritenerla una criminalità giovane e per questo apparentemente meno minacciosa e sanguinaria rispetto a quelle tradizionali, ha permesso alla Scu di passare inosservata per molti anni e di conseguenza di poter crescere e radicarsi nel territorio senza grossi ostacoli; per fare un esempio il contrabbando di sigarette prima che venisse riconosciuto come una delle principali attività illecite della Scu era considerato un ammortizzatore sociale alla disoccupazione.  
Il ritenerla una criminalità giovane e per questo apparentemente meno minacciosa e sanguinaria rispetto a quelle tradizionali, ha permesso alla Scu di passare inosservata per molti anni e di conseguenza di poter crescere e radicarsi nel territorio senza grossi ostacoli; per fare un esempio il contrabbando di sigarette prima che venisse riconosciuto come una delle principali attività illecite della Scu era considerato un ammortizzatore sociale alla disoccupazione.  


In una prima fase la Sacra Corona Unita fu caratterizzata da forti conflitti interni, spesso sanguinari, da una scarsa disposizione alla segretezza da parte di alcuni degli affiliati e dalla profonda mancanza di un coordinamento interno, basato soprattutto dall’autogestione delle famiglie. A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta ci fu un processo di riorganizzazione che avrebbe portato alla nascita della Nuova Sacra Corona Unita, tuttavia l’introduzione di nuove regole non si tradusse immediatamente in fatti concreti e si ripresentarono la tendenza centrifuga dei vari gruppi e le ambizioni di affermazione da parte dei nuovi affiliati. Verso la fine di questo decennio la Nuova Sacra Corona Unita era composta da tre raggruppamenti principali, quello brindisino con un ruolo rilevante anche nel territorio tarantino, quello barese (che si sarebbe rapidamente disgregato) e quello salentino costituito da differenti clan che si sarebbero poi uniti al primo gruppo.
In una prima fase la Sacra Corona Unita fu caratterizzata da forti conflitti interni, spesso sanguinari, da una scarsa disposizione alla segretezza da parte di alcuni degli affiliati e dalla profonda mancanza di un coordinamento interno, basato soprattutto dall’autogestione delle famiglie. A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta ci fu un processo di riorganizzazione che avrebbe portato alla nascita della Nuova Sacra Corona Unita, tuttavia l’introduzione di nuove regole non si tradusse immediatamente in fatti concreti e si ripresentarono la tendenza centrifuga dei vari gruppi e le ambizioni di affermazione da parte dei nuovi affiliati. Verso la fine di questo decennio la Nuova Sacra Corona Unita era composta da tre raggruppamenti principali, quello brindisino con un ruolo rilevante anche nel territorio tarantino, quello barese (che si sarebbe rapidamente disgregato) e quello salentino costituito da differenti clan che si sarebbero poi uniti al primo gruppo<ref>Cfr. M. Massari, La Sacra Corona Unita. Potere e segreto, Editori Laterza, Bari 1998, pp.5-83</ref>.
   
   
Il carattere mafioso della quarta mafia è stato riconosciuto solo il 23 maggio del 1991 quando la Corte d’assise di Lecce condannò nel processo “De Tommasi + 133”, numerosi esponenti dell’associazione.  L’attività di contrasto da parte delle autorità giudiziarie nel corso degli anni Novanta ha sicuramente colpito nel vivo la struttura della Sacra Corona Unita, la quale, però, nonostante ne sia uscita decimata ha dimostrato di essere una vera e propria organizzazione criminale di stampo mafioso, nata quasi per volontà altrui, ma che ha saputo costruirsi un’identità, sapendosi riadattare sia sul piano organizzativo che su quello operativo attraverso l’uso della violenza e soprattutto creandosi numerose fonti di sostentamento e di arricchimento attraverso le pratiche che verranno presentate qui di seguito.
Il carattere mafioso della quarta mafia è stato riconosciuto solo il 23 maggio del 1991 quando la Corte d’assise di Lecce condannò nel processo “De Tommasi + 133”, numerosi esponenti dell’associazione<ref>M. Chiarelli, Sacra Corona Unita. I camaleonti delle criminalità italiana, Editori Internazionali Riuniti, 2012, p. 36</ref>.  L’attività di contrasto da parte delle autorità giudiziarie nel corso degli anni Novanta ha sicuramente colpito nel vivo la struttura della Sacra Corona Unita, la quale, però, nonostante ne sia uscita decimata ha dimostrato di essere una vera e propria organizzazione criminale di stampo mafioso, nata quasi per volontà altrui, ma che ha saputo costruirsi un’identità, sapendosi riadattare sia sul piano organizzativo che su quello operativo attraverso l’uso della violenza e soprattutto creandosi numerose fonti di sostentamento e di arricchimento attraverso le pratiche che verranno presentate qui di seguito.


=== Gli interessi della Scu ===
=== Gli interessi della Scu ===
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