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=== La Prima Guerra di Mafia === | === La Prima Guerra di Mafia === | ||
* Per approfondire, vedi [[Prima Guerra di Mafia]] | |||
Nonostante ufficialmente la Commissione fosse accettata da tutte le famiglie, una parte di Cosa Nostra mal sopportava la sua esistenza e il peso crescente che famiglie come quelle dei La Barbera e dei Greco stavano ottenendo in quel periodo. Fu per questo che scoppiò la Prima Guerra di Mafia. Secondo quanto riferito da [[Tommaso Buscetta]], fu scatenata da alcune famiglie mafiose della zona nord-ovest di Palermo, in particolare da [[Antonino Matranga]] (a capo della famiglia di Resuttana), [[Mariano Troia]] (capomafia di San Lorenzo), [[Salvatore Manno]] (capomafia di Boccadifalco) e [[Michele Cavataio]] (boss dell'Acquasanta), che sfruttarono il dissidio su una questione d'onore tra i mafiosi di Porta Nuova (appoggiati dai La Barbera) e quelli della Noce (guidati dal boss [[Calcedonio Di Pisa]], legato ai Greco) per dare inizio allo scontro. | |||
Tutto iniziò nel febbraio [[1962]], quando i fratelli La Barbera e i Greco finanziarono la spedizione di un carico di eroina proveniente dall'Egitto diretta sulla costa meridionale della Sicilia, da cui poi sarebbe dovuta ripartire per New York; a sovrintendere le operazioni di carico della merce sul transatlantico ''Saturnia'' fu inviato [[Calcedonio Di Pisa]]. I boss americani che ricevettero la droga oltreoceano si accorsero però che il quantitativo di eroina era inferiore a quello pattuito. Il cameriere a cui Di Pisa aveva consegnato l'eroina fu torturato ma non parlò; quindi i La Barbera cominciarono a sospettare dello stesso Di Pisa, ma la Commissione, chiamata a decidere sul caso, lo assolse da ogni accusa, nonostante le rimostranze dei boss di Palermo Centro. | |||
Il primo atto della Prima Guerra di Mafia andò in scena il [[26 dicembre]] 1962: Calcedonio Di Pisa fu ammazzato in piazza Principe di Camporeale, a Palermo, da due killer che gli spararono addosso con una Trentotto e una doppietta a canne mozze<ref>Dickie (2009), p.328</ref>. Poco dopo furono attaccati altri membri della Famiglia di Di Pisa. I sospetti caddero immediatamente sui La Barbera, anche se dopo si sarebbe scoperto che '''il responsabile era Michele Cavataio'''. La reazione dei Greco non si fece attendere: il [[17 gennaio]] [[1963]] Salvatore La Barbera sparì improvvisamente a Palermo, la sua Giulietta color ghiaccio fu ritrovata sei giorni dopo nelle campagne della provincia di Agrigento, con le chiavi nel cruscotto, le portiere aperte e la carrozzeria senza un graffio. Si trattava di lupara bianca. | |||
Da lì fu un'escalation di omicidi che culminò nella [[Strage di Ciaculli]], dove morirono sette carabinieri. Poco prima vi era stata, il [[25 maggio]] una sparatoria in viale Regina Giovanna, in centro a Milano, in cui [[Angelo La Barbera]] si salvò per miracolo. '''La strage diede la sveglia alle istituzioni''', che fino a quel momento avevano sostenuto l'inesistenza della Mafia in Sicilia: i giornali scrissero che si trattava del delitto più grave dai tempi di [[Salvatore Giuliano]], mentre le forze dell'ordine, nella notte del [[2 luglio]], circondarono Villabate e Ciaculli, arrestando quaranta persone e sequestrando un ingente carico di armi contenute nelle loro abitazioni. | |||
Tre giorni dopo la tragedia, oltre 100mila persone parteciparono ai funerali delle vittime: la pressione sulle istituzioni fu tale che finalmente, una settimana dopo la strage, furono avviati i lavori della prima [[Commissione Parlamentare Antimafia]] della storia repubblicana, bloccata per anni dai partiti di governo sulla motivazione che non vi era alcun problema legato alla criminalità mafiosa. | |||
La reazione dello Stato continuò molto duramente, procedendo all'arresto di quasi 2mila persone. [[Cosa Nostra]], che non era storicamente preparata a una controffensiva del genere, decise di fare quello che meglio le riusciva: nascondersi nell'ombra, nell'attesa di tempi migliori. Nell'estate del 1963 la Commissione si riunì, votando il proprio scioglimento. Le Famiglie smobilitarono e si diedero alla macchia, tanto che a Palermo non si riscuoteva nemmeno più il pizzo e negli anni successivi i delitti di mafia quasi sparirono. Parecchi boss fuggirono all'estero, tra questi [[Salvatore Greco]] e [[Tommaso Buscetta|Buscetta]]. | |||
=== L'ascesa dei Corleonesi === | === L'ascesa dei Corleonesi === | ||
=== La Seconda Guerra di Mafia === | === La Seconda Guerra di Mafia === |