Strage di Duisburg: differenze tra le versioni

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La '''strage di Duisburg''' è stata un attentato mafioso organizzato il [[15 agosto]] [[2007]] davanti al ristorante "Da Bruno" dalla [['ndrina]] dei Nirta e degli Strangio ai danni dei rivali della 'ndrina dei [[Pelle-Vottari ('ndrina)|Pelle-Vottari]]. Si tratta di uno dei capitoli più eclatanti della [[faida di San Luca]] che accese i riflettori sulla presenza della [['ndrangheta in Germania]].
 
<center>''"Nessuno poteva immaginare che un ristorante elegante e di alta qualità come 'Da Bruno' potesse essere teatro di una carneficina del genere"''</center>
 
 
 
La '''strage di Duisburg''' è un fatto criminale legato alla faida di San Luca, ad opera della ‘ndrina dei Nirta e degli Strangio in guerra con la ‘ndrina dei Pelle Vottari, che ha suscitato maggiore clamore internazionale. L’agguato è stato compiuto il 15 agosto del 2007 davanti il ristorante “Da Bruno” nella cittadina tedesca ed ha comportato la morte di sei persone.  
 
==La strage==
==La strage==
Il 15 agosto del 2007 al termine dei festeggiamenti per il compleanno di Tommaso Venturi, presso il locale “Da Bruno” a Duisburg, le sei vittime uscite dal ristorante, intorno alle ore 2.30, vengono travolte da circa 70 colpi di arma da fuoco sparati dai killer che li stavano aspettando in strada e che hanno concluso l’agguato sparando un colpo in testa a ciascuno dei corpi inermi per assicurarsi della loro morte.
Nella cittadina di Duisburg, grande centro industriale e principale centro siderurgico tedesco col più grande porto interno al mondo, situata nel land del Nordreno-Vestfalia, tra i fiumi Reno e Ruhr, erano da poco passate le 2:30 in quella notte tra il 14 e il 15 agosto 2007. Sebastiano Strangio, trentanovenne cuoco calabrese originario di San Luca, chiuse il ristorante mentre si trovava in compagnia di due camerieri e tre amici. Quella sera avevano festeggiato il diciottesimo compleanno di uno di loro, Tommaso Venturi, originario di Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza. Nemmeno il tempo di entrare nelle rispettive auto a pochi metri dal ristorante, che una selva di 54 colpi di arma da fuoco, finendo ciascuna vittima con un colpo alla testa, per sincerarsi della loro morte.
I corpi sull’asfalto sono quelli del cuoco, nonché proprietario del locale, di due camerieri e di altri tre amici del proprietario. Tutti di origine calabrese.  


===Le vittime===
===Le vittime===
#Giorgi Francesco, anni 16, originario di San Luca (RC) e nipote del proprietario del locale;
Le vittime in totale furono sei. Oltre a Tommaso Venturi, vennero uccisi quella notte:
#Marmo Marco, anni 25, originario di Siderno (RC);
* [[Francesco Giorgi]], sedicenne originario di San Luca, nipote del proprietario del locale;
#Pergola Francesco, anni 22, originario di Siderno (RC);
*[[Marco Marmo]], venticinquenne originario di Siderno;
#Pergola Marco, anni 20, originario di Siderno (RC);
* [[Francesco Pergola]], ventiduenne originario di Siderno;
#Strangio Sebastiano, anni 39, originario di San Luca (RC) e proprietario del locale;
*[[Marco Pergola]], ventenne originario di Siderno;
#Venturi Tommaso, anni 18, originario di Corigliano Calabro (CS)
* [[Sebastiano Strangio]], trentanovenne originario di San Luca e proprietario del locale;
 
==Le indagini e la faida di San Luca==
Come spiegarono già nelle ore successive i magistrati della [[Direzione distrettuale antimafia|Direzione Distrettuale Antimafia]] di Reggio Calabria ai colleghi della polizia tedesca (BKA), l'agguato era stato molto probabilmente la risposta all'omicidio di Maria Strangio, moglie di Giovanni Luca Nirta, avvenuto il [[25 dicembre]] dell'anno precedente.


===Le indagini tra simboli e date===
Sin dalle prime indagini la polizia tedesca appurò che Sebastiano Strangio non aveva mai reciso il legame con San Luca e la sua famiglia d'origine. Pochi mesi prima di essere
Le indagini avviate subito dopo il ritrovamento dei corpi, a seguito della segnalazione di una passante, hanno obbligato la polizia tedesca (BKA) a prestare maggiore attenzione al fenomeno criminale così da stabilire una stretta e necessaria collaborazione con le autorità italiane (Interpol di Roma e Questura di Reggio Calabria).
ucciso, un bigliettino da visita con l’indirizzo del suo ristorante era stato ritrovato in un bunker sotto la casa di uno dei Vottari nelle campagne di San Luca, accanto a una mitraglietta Skorpion, a pistole con matricola abrasa, cartucce e banconote<ref>Citato in Gratteri, Nicaso, ''Fratelli di Sangue''.</ref>. Secondo gli inquirenti, i Vottari si rifornivano di armi in Germania, utilizzando come base proprio il ristorante di Strangio a Duisburg.  


Gli investigatori hanno cercato di comprende il motivo che ha portato l’organizzazione criminale di stampo mafioso più discreta ad esporsi a livello internazionale con un gesto così plateale e rumoroso. Dalle indagini è emerso un possibile collegamento tra la mattanza di Duisburg e quella che ha causato la morte di Maria Strangio – moglie di Nirta Giovanni - nel 2006 meglio nota come la strage di Natale di San Luca.
Due giorni dopo la strage, nel seminterrato del ristorante, la polizia rinvenne un fucile d’assalto americano Colt Ar-15 calibro 232 Remington, corrispondente al calibro 5,56, completo di quattro serbatoi caricati con novanta cartucce. Gli inquirenti ritrovarono altresì altre 280 cartucce dello stesso calibro e una ventina di cartucce calibro 375 Magnum<ref>Ibidem</ref>.  


Date che si intrecciano: il 25 dicembre, giorno di Natale, e il 15 agosto, giorno di ferragosto. Da subito si presume, infatti, che l’obbiettivo della strage fosse Marmo Marco, il quale era sospettato di avere custodito le armi servite per l’omicidio della Strangio.
Nella Golf di Marmo vi era anche la ricevuta di una caparra di 300 euro rilasciata come acconto per l'acquisto di un furgone blindato. La cosa più interessante, però, gli investigatori la ritrovano nel portafoglio del festeggiato, Tommaso Venturi: un santino con la figura di Michele Arcangelo, piegato in quattro e bruciato al centro. Quel santino bruciato, insieme alle tante altre immagini sacre e la statua in gesso di San Michele Arcangelo ritrovate nel seminterrato, provarono che quella notte si era svolto anche un rito di affiliazione, non solo un compleanno.  
Due giorni dopo la strage, nel seminterrato del ristorante dove Marmo aveva cenato con gli altri cinque giovani uccisi a Duisburg, la polizia ha rinvenuto un fucile d’assalto americano Colt Ar-15 calibro 232 Remington, corrispondente al calibro 5,56, completo di quattro serbatoi caricati con novanta cartucce. Gli inquirenti hanno trovato altre 280 cartucce dello stesso calibro e una ventina di cartucce calibro 375 Magnum. Nella Golf di Marmo c’era la ricevuta di una caparra per 300 euro rilasciata come acconto per l’acquisto di un furgone blindato marcato Peugeot . Con l’aggiunta di vestiti mimetici, parrucche, e trucchi, il giovane, su richiesta di Antonio Pelle, stava raccogliendo tutto il materiale necessario per regolare i conti con Giovanni Luca Nirta.


Qualche giorno dopo la strage di ferragosto la polizia tedesca ha diffuso tramite i media la foto di un santino di San Michele Arcangelo, piegato in quattro e bruciato al centro, ritrovato in una tasca dei pantaloni del giovane Venturi e così a questa scoperta sono state avanzate altre ipotesi sul possibile motivo che ha portato all’uccisione delle sei persone. Secondo gli investigatori, infatti, i killer erano ben informati su quanto si stava festeggiando la sera del 15 agosto del 2007 nel locale “Da Bruno”, ovvero non solo il compleanno della giovane vittima ma anche il rituale della sua affiliazione al clan.
Secondo la relazione sulla 'ndrangheta della [[Commissione Parlamentare Antimafia]] della XV legislatura:


In seguito ad ulteriori indagini si aggiungono altri tasselli mancanti alla strage di Duisburg: si fa riferimento agli investimenti illeciti delle cosche nel territorio tedesco ed in particolar modo al traffico di sostanze stupefacenti ed al traffico di armi internazionali motivo di lotte tra fazioni avverse soprattutto tra la ‘ndrina Nirta- Strangio e la ‘ndrina Pelle – Vottari – Romeo.
«Parte sotterraneo da San Luca ed erompe a Duisburg un connubio esplosivo fra vendette ancestrali e affari milionari, un misto di faide tribali e di spietata modernità mafiosa, producendo uno shock improvviso e micidiale per l’opinione pubblica e per le autorità tedesche. In realtà, però, i segni premonitori c’erano già tutti da tempo e la strage di Ferragosto è un indicatore tragico e quasi metaforico della sottovalutazione da parte delle autorità tedesche della ‘ndrangheta e del suo grado di penetrazione e radicamento in quel paese, oltre che in Europa e nel resto del mondo»<ref>Commissione Parlamentare Antimafia (2008). ''Relazione annuale sulla ‘ndrangheta'', Roma, 19 febbraio, p. 10.</ref>.  
Pochi mesi prima della strage a Duisburg, un bigliettino da visita del locale “Da Bruno” era stato ritrovato accanto ad una mitraglietta Skorpion, a pistole con matricola abrasa, cartucce e banconote, in un bunker scavato sotto l’abitazione di uno dei Vottari nelle campagne di San Luca .  


Per questo motivo, secondo gli investigatori Strangio Sebastiano, pur avendo iniziato una vita lontano dall’Italia e dalla sua regione, non aveva mai abbandonato le sue radici e soprattutto i legami con il clan del suo paese.  
Il [[30 agosto]], alle prime luci dell’alba, San Luca si svegliò con quasi 500 uomini in divisa che arrestarono 32 persone, quasi tutte coinvolte a vario titolo nella faida di San Luca. Tra di loro anche Giovanni Luca Nirta, marito di Maria. Era [[operazione Fehida]]. In Germania gli inquirenti nel frattempo avevano identificato uno dei presunti sicari, Giovanni Strangio, cugino di Maria. Una ragazza russa testimoniò che il calabrese le aveva raccontato della faida di San Luca, sottolineando il suo coinvolgimento.


Dopo due anni di indagini la squadra mobile di Reggio Calabria, all’epoca diretta da [[Renato Cortese]], riuscì ad assicurare alla giustizia tutti i componenti del gruppo di fuoco. In manette finirono Antonio Rechichi e Luca Liotino, arrestati in Germania, e Domenico Nirta e Domenico Pizzata, catturati in Italia. Poi, il [[7 agosto]] [[2008]] venne arrestato Paolo Nirta, cognato di Maria Strangio, seguito pochi giorni dopo da Gianfranco Antonioli, ritenuto l’armiere di San Luca.


==Il processo==
Il [[18 settembre]] [[2008]] fu la volta di [[Francesco Pelle]], detto "''Ciccio Pakistan''", arrestato mentre si trovava in riabilitazione presso la Clinica Maugeri di Pavia. Rimasto paralizzato dopo un tentato omicidio, secondo gli inquirenti fu proprio lui ad ordinare la strage di Natale in cui morì Maria Strangio. Un mese dopo, il [[16 ottobre]], il latitante Antonio Pelle, quarantaseienne a capo dei Pelle-Vottari, venne arrestato dagli uomini della squadra mobile della questura di Reggio Calabria e del Servizio centrale operativo in un bunker nelle campagne della locride. Era ricercato dall'agosto 2007, quando scattò l’[[operazione Fehida]].


===Sentenza di primo grado===
A chiudere il cerchio fu l’arresto il [[12 marzo]] [[2009]] di [[Giovanni Strangio]] a Diemen, in Olanda, insieme al cognato Francesco Romeo, quarantunenne latitante da oltre dieci anni e ricercato per traffico internazionale di stupefacenti. Prima di loro due gli inquirenti avevano arrestato un'altro cognato di Strangio, [[Giuseppe Nirta]], trentacinquenne all'epoca dei fatti nell’elenco del Ministero dell’Interno dei 100 latitanti più pericolosi.


[] Non è stato un processo semplice ma siamo riusciti a fare piena luce su quanto è accaduto. Con la nostra indagine si è acclarato che la ‘ndrangheta è presente in modo forte in Europa ed anche nel resto del mondo. Le cosche sono capaci di gestire potere, anche quello economico. Ma tutto questo, per noi, non era una novità”. [N. Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria]
==Il processo ==
Il [[12 luglio]] [[2011]], al termine del processo di primo grado, la Corte d'Assise di Locri condannò all'ergastolo [[Giovanni Strangio]], [[Giovanni Luca Nirta]], [[Francesco Nirta]], [[Giuseppe Nirta]] detto ''Peppe u versu'', [[Francesco Pelle]] detto ''Ciccio Pakistan'', Sebastiano Romeo, [[Francesco Vottari]] detto ''Ciccio u Frunzu'' e Sebastiano Vottari detto ''il Professore''<ref>''Strage di Duisburg, verdetto di primo grado ergastolo a Giovanni Strangio e altri sette'', Repubblica.it, 12 luglio 2011</ref>


A seguito della strage di Duisburg, la Corte d’Assise di Locri ha condannato all’ergastolo:
Vennero condannate a pene minori Antonio Carabetta e sua figlia Sonia (9 anni), e Antonio Pelle (12 anni). Vennero assolti invece Luca Liotino (l'accusa aveva chiesto 15 anni), Antonio Rechichi (per il quale la Procura aveva chiesto l'assoluzione), e Sebastiano Strangio, per il quale era stato invece chiesto l'ergastolo.
* Nirta Francesco,
* Nirta Gianluca di anni 42,
* Nirta Giuseppe detto ‘Peppe u versu’ di anni 71,  
* Pelle Francesco detto ‘Ciccio Pakistan’ di anni 34,  
* Romeo Sebastiano di anni 34,
* Strangio Giovanni,  
* Vottari Francesco detto ‘Ciccio u Frunzu’ di anni 40,
* Vottari Sebastiano detto ‘il Professore’ di anni 28.  


Le condanne minori sono state per Carabetta Antonio e sua figlia Carabetta Sonia con anni 9 e Pelle Antonio con anni 12.
===Processo d'appello===
Gli assolti sono stati Liotino Luca, per il quale erano stati chiesti anni 15 di reclusione, Rechichi Antonio, per il quale era stata chiesta l’assoluzione, e Strangio Sebastiano, per il quale era stato chiesto l’ergastolo.
Il [[26 maggio]] [[2014]] la Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria confermò la condanna all'ergastolo per Francesco Nirta, Giuseppe Nirta, Francesco Pelle, Francesco Vottari, Sebastiano Vottari e Giovanni Strangio. Ridusse invece la pena dall'ergastolo a 14 anni per Giovanni Luca Nirta e a 12 anni nei confronti di Sebastiano Romeo, oltre a confermare la condanna a 12 anni per Antonio Pelle e a 9 anni per Sonia Carabetta (assolto il padre Antonio)<ref>''Strage di Duisburg, confermato in appello l'ergastolo a Giovanni Strangio e ad altri 5 imputati'', quotidiano.net, 26 maggio 2014</ref>.


===Sentenza di secondo grado===  
===Sentenza della Corte di Cassazione===
Successivamente, la Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria ha confermato la condanna di ergastolo per:
Due anni dopo, il [[16 maggio]] [[2016]], la Corte di Cassazione condannò in via definitiva all'ergastolo Giovanni Strangio, in qualità di ideatore e autore della strage, Francesco Nirta, Giovanni Luca Nirta, Sebastiano Vottari e Francesco Vottari<ref>''Cinque ergastoli per la Strage di Duisburg'', iltempo.it, 10 giugno 2016</ref>. Vennero assolti Antonio Pelle e Sonia Carabetta, mentre Francesco Pelle e Sebastiano Nirta vennero rinviati alla Corte d'Appello.
* Nirta Francesco;
* Nirta Giuseppe, detto ‘Peppe u versu’;
* Pelle Francesco, detto ‘Ciccio Pakistan’;
* Strangio Giovanni, considerato l’ideatore ed uno degli esecutori materiali della strage;
* Vottari Francesco, detto ‘Ciccio u Frunzu’;
* Vottari Sebastiano, detto ‘il Professore’.  


Sempre nella stessa sentenza è stata dichiarata una riduzione della pena da ergastolo ad anni 14 nei confronti di Nirta Gianluca e ad anni 12 nei confronti di Romeo Sebastiano oltre alla conferma della condanna di anni 12 a Pelle Antonio e di anni 9 a  Carabetta Sonia.
===Il secondo processo d'appello per Nirta e la condanna definitiva===
Il [[6 febbraio]] [[2017]] iniziò il processo d'appello per Sebastiano Nirta, accusato di pluriomicidio e detenzione di porto d'armi, condannato in primo grado all'ergastolo, in secondo grado a 12 anni di carcere, condanna annullata con rinvio in appello<ref>''Duisburg via all'ultimo processo'', Gazzetta del Sud, 4 febbraio 2017</ref>. Il processo si concluse l'[[11 febbraio]] [[2019]] con la condanna all'ergastolo. La condanna venne resa definitiva il [[10 novembre]] [[2020]] dalla Cassazione<ref>''Strage di Duisburg, ergastolo definitivo per Sebastiano Nirta'', Gazzetta del Sud, 10 novembre 2020</ref>.  


==Note==
<references></references>


==Bibliografia==
==Bibliografia==


* Ciconte E., ‘Ndrangheta;
*Ciconte, Enzo (2008). '' 'Ndrangheta'', Soveria Mannelli, Rubbettino.
* Gratteri N., Nicaso A., La malapianta;
*Commissione Parlamentare Antimafia (2008). ''Relazione annuale sulla ‘ndrangheta'', Roma, 19 febbraio[https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/301509.pdf].
* Gratteri N., Nicaso A., Fratelli di sangue.
*Gratteri Nicola, Nicaso Antonio (2009). ''Fratelli di Sangue'', Milano, Mondadori.
 
*Gratteri Nicola, Nicaso Antonio (2010). ''La malapianta'', Milano, Mondadori.


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Versione delle 00:13, 29 ott 2023

La strage di Duisburg è stata un attentato mafioso organizzato il 15 agosto 2007 davanti al ristorante "Da Bruno" dalla 'ndrina dei Nirta e degli Strangio ai danni dei rivali della 'ndrina dei Pelle-Vottari. Si tratta di uno dei capitoli più eclatanti della faida di San Luca che accese i riflettori sulla presenza della 'ndrangheta in Germania.

La strage

Nella cittadina di Duisburg, grande centro industriale e principale centro siderurgico tedesco col più grande porto interno al mondo, situata nel land del Nordreno-Vestfalia, tra i fiumi Reno e Ruhr, erano da poco passate le 2:30 in quella notte tra il 14 e il 15 agosto 2007. Sebastiano Strangio, trentanovenne cuoco calabrese originario di San Luca, chiuse il ristorante mentre si trovava in compagnia di due camerieri e tre amici. Quella sera avevano festeggiato il diciottesimo compleanno di uno di loro, Tommaso Venturi, originario di Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza. Nemmeno il tempo di entrare nelle rispettive auto a pochi metri dal ristorante, che una selva di 54 colpi di arma da fuoco, finendo ciascuna vittima con un colpo alla testa, per sincerarsi della loro morte.

Le vittime

Le vittime in totale furono sei. Oltre a Tommaso Venturi, vennero uccisi quella notte:

Le indagini e la faida di San Luca

Come spiegarono già nelle ore successive i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria ai colleghi della polizia tedesca (BKA), l'agguato era stato molto probabilmente la risposta all'omicidio di Maria Strangio, moglie di Giovanni Luca Nirta, avvenuto il 25 dicembre dell'anno precedente.

Sin dalle prime indagini la polizia tedesca appurò che Sebastiano Strangio non aveva mai reciso il legame con San Luca e la sua famiglia d'origine. Pochi mesi prima di essere ucciso, un bigliettino da visita con l’indirizzo del suo ristorante era stato ritrovato in un bunker sotto la casa di uno dei Vottari nelle campagne di San Luca, accanto a una mitraglietta Skorpion, a pistole con matricola abrasa, cartucce e banconote[1]. Secondo gli inquirenti, i Vottari si rifornivano di armi in Germania, utilizzando come base proprio il ristorante di Strangio a Duisburg.

Due giorni dopo la strage, nel seminterrato del ristorante, la polizia rinvenne un fucile d’assalto americano Colt Ar-15 calibro 232 Remington, corrispondente al calibro 5,56, completo di quattro serbatoi caricati con novanta cartucce. Gli inquirenti ritrovarono altresì altre 280 cartucce dello stesso calibro e una ventina di cartucce calibro 375 Magnum[2].

Nella Golf di Marmo vi era anche la ricevuta di una caparra di 300 euro rilasciata come acconto per l'acquisto di un furgone blindato. La cosa più interessante, però, gli investigatori la ritrovano nel portafoglio del festeggiato, Tommaso Venturi: un santino con la figura di Michele Arcangelo, piegato in quattro e bruciato al centro. Quel santino bruciato, insieme alle tante altre immagini sacre e la statua in gesso di San Michele Arcangelo ritrovate nel seminterrato, provarono che quella notte si era svolto anche un rito di affiliazione, non solo un compleanno.

Secondo la relazione sulla 'ndrangheta della Commissione Parlamentare Antimafia della XV legislatura:

«Parte sotterraneo da San Luca ed erompe a Duisburg un connubio esplosivo fra vendette ancestrali e affari milionari, un misto di faide tribali e di spietata modernità mafiosa, producendo uno shock improvviso e micidiale per l’opinione pubblica e per le autorità tedesche. In realtà, però, i segni premonitori c’erano già tutti da tempo e la strage di Ferragosto è un indicatore tragico e quasi metaforico della sottovalutazione da parte delle autorità tedesche della ‘ndrangheta e del suo grado di penetrazione e radicamento in quel paese, oltre che in Europa e nel resto del mondo»[3].

Il 30 agosto, alle prime luci dell’alba, San Luca si svegliò con quasi 500 uomini in divisa che arrestarono 32 persone, quasi tutte coinvolte a vario titolo nella faida di San Luca. Tra di loro anche Giovanni Luca Nirta, marito di Maria. Era operazione Fehida. In Germania gli inquirenti nel frattempo avevano identificato uno dei presunti sicari, Giovanni Strangio, cugino di Maria. Una ragazza russa testimoniò che il calabrese le aveva raccontato della faida di San Luca, sottolineando il suo coinvolgimento.

Dopo due anni di indagini la squadra mobile di Reggio Calabria, all’epoca diretta da Renato Cortese, riuscì ad assicurare alla giustizia tutti i componenti del gruppo di fuoco. In manette finirono Antonio Rechichi e Luca Liotino, arrestati in Germania, e Domenico Nirta e Domenico Pizzata, catturati in Italia. Poi, il 7 agosto 2008 venne arrestato Paolo Nirta, cognato di Maria Strangio, seguito pochi giorni dopo da Gianfranco Antonioli, ritenuto l’armiere di San Luca.

Il 18 settembre 2008 fu la volta di Francesco Pelle, detto "Ciccio Pakistan", arrestato mentre si trovava in riabilitazione presso la Clinica Maugeri di Pavia. Rimasto paralizzato dopo un tentato omicidio, secondo gli inquirenti fu proprio lui ad ordinare la strage di Natale in cui morì Maria Strangio. Un mese dopo, il 16 ottobre, il latitante Antonio Pelle, quarantaseienne a capo dei Pelle-Vottari, venne arrestato dagli uomini della squadra mobile della questura di Reggio Calabria e del Servizio centrale operativo in un bunker nelle campagne della locride. Era ricercato dall'agosto 2007, quando scattò l’operazione Fehida.

A chiudere il cerchio fu l’arresto il 12 marzo 2009 di Giovanni Strangio a Diemen, in Olanda, insieme al cognato Francesco Romeo, quarantunenne latitante da oltre dieci anni e ricercato per traffico internazionale di stupefacenti. Prima di loro due gli inquirenti avevano arrestato un'altro cognato di Strangio, Giuseppe Nirta, trentacinquenne all'epoca dei fatti nell’elenco del Ministero dell’Interno dei 100 latitanti più pericolosi.

Il processo

Il 12 luglio 2011, al termine del processo di primo grado, la Corte d'Assise di Locri condannò all'ergastolo Giovanni Strangio, Giovanni Luca Nirta, Francesco Nirta, Giuseppe Nirta detto Peppe u versu, Francesco Pelle detto Ciccio Pakistan, Sebastiano Romeo, Francesco Vottari detto Ciccio u Frunzu e Sebastiano Vottari detto il Professore[4]

Vennero condannate a pene minori Antonio Carabetta e sua figlia Sonia (9 anni), e Antonio Pelle (12 anni). Vennero assolti invece Luca Liotino (l'accusa aveva chiesto 15 anni), Antonio Rechichi (per il quale la Procura aveva chiesto l'assoluzione), e Sebastiano Strangio, per il quale era stato invece chiesto l'ergastolo.

Processo d'appello

Il 26 maggio 2014 la Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria confermò la condanna all'ergastolo per Francesco Nirta, Giuseppe Nirta, Francesco Pelle, Francesco Vottari, Sebastiano Vottari e Giovanni Strangio. Ridusse invece la pena dall'ergastolo a 14 anni per Giovanni Luca Nirta e a 12 anni nei confronti di Sebastiano Romeo, oltre a confermare la condanna a 12 anni per Antonio Pelle e a 9 anni per Sonia Carabetta (assolto il padre Antonio)[5].

Sentenza della Corte di Cassazione

Due anni dopo, il 16 maggio 2016, la Corte di Cassazione condannò in via definitiva all'ergastolo Giovanni Strangio, in qualità di ideatore e autore della strage, Francesco Nirta, Giovanni Luca Nirta, Sebastiano Vottari e Francesco Vottari[6]. Vennero assolti Antonio Pelle e Sonia Carabetta, mentre Francesco Pelle e Sebastiano Nirta vennero rinviati alla Corte d'Appello.

Il secondo processo d'appello per Nirta e la condanna definitiva

Il 6 febbraio 2017 iniziò il processo d'appello per Sebastiano Nirta, accusato di pluriomicidio e detenzione di porto d'armi, condannato in primo grado all'ergastolo, in secondo grado a 12 anni di carcere, condanna annullata con rinvio in appello[7]. Il processo si concluse l'11 febbraio 2019 con la condanna all'ergastolo. La condanna venne resa definitiva il 10 novembre 2020 dalla Cassazione[8].

Note

  1. Citato in Gratteri, Nicaso, Fratelli di Sangue.
  2. Ibidem
  3. Commissione Parlamentare Antimafia (2008). Relazione annuale sulla ‘ndrangheta, Roma, 19 febbraio, p. 10.
  4. Strage di Duisburg, verdetto di primo grado ergastolo a Giovanni Strangio e altri sette, Repubblica.it, 12 luglio 2011
  5. Strage di Duisburg, confermato in appello l'ergastolo a Giovanni Strangio e ad altri 5 imputati, quotidiano.net, 26 maggio 2014
  6. Cinque ergastoli per la Strage di Duisburg, iltempo.it, 10 giugno 2016
  7. Duisburg via all'ultimo processo, Gazzetta del Sud, 4 febbraio 2017
  8. Strage di Duisburg, ergastolo definitivo per Sebastiano Nirta, Gazzetta del Sud, 10 novembre 2020

Bibliografia

  • Ciconte, Enzo (2008). 'Ndrangheta, Soveria Mannelli, Rubbettino.
  • Commissione Parlamentare Antimafia (2008). Relazione annuale sulla ‘ndrangheta, Roma, 19 febbraio[1].
  • Gratteri Nicola, Nicaso Antonio (2009). Fratelli di Sangue, Milano, Mondadori.
  • Gratteri Nicola, Nicaso Antonio (2010). La malapianta, Milano, Mondadori.