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(Creata pagina con "alt=Alto commissariato per la lotta alla mafia|miniatura '''L'Alto Commissariato per il coordinamento della lotta contro la delinquenza mafiosa''', meglio conosciuto come '''Alto Commissariato per la lotta alla mafia''', è stato un organo istituito all'indomani della Strage di Via Isidoro Carini, al fine di garantire un più efficace contrasto alla mafia, in particolare a Cosa Nostra|C...") |
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Ciononostante, Sica iniziò coi suoi uomini una sotterranea guerra contro il pool antimafia<ref>Citato in Bolzoni, ''Uomini Soli'', p. 139</ref>, e in particolare [[Giovanni Falcone]]. Non solo fu protagonista della vicenda del Corvo, prima accusando il giudice Di Pisa, sostenendo di essere certo che fosse l'autore delle missive anonime che lanciavano più di un'ombra sul lavoro del giudice antimafia grazie a un'impronta, poi disse che era stato Falcone a fargli il nome di Di Pisa per primo, circostanza smentita dall'interessato. | Ciononostante, Sica iniziò coi suoi uomini una sotterranea guerra contro il pool antimafia<ref>Citato in Bolzoni, ''Uomini Soli'', p. 139</ref>, e in particolare [[Giovanni Falcone]]. Non solo fu protagonista della vicenda del Corvo, prima accusando il giudice Di Pisa, sostenendo di essere certo che fosse l'autore delle missive anonime che lanciavano più di un'ombra sul lavoro del giudice antimafia grazie a un'impronta, poi disse che era stato Falcone a fargli il nome di Di Pisa per primo, circostanza smentita dall'interessato. | ||
Lo scontro più acceso con Falcone avvenne sull'intromissione di Sica nel rapporto che il giudice antimafia stava coltivando con Tano Badalamenti, nella speranza di convincerlo a collaborare. Benché l'impresa fosse ardua, il vecchio boss aveva dato qualche segnale, solo che a quel punto piombarono negli USA gli uomini di Sica, che portarono i giornali a concludere che "''Badalamenti si è pentito''". Tutto falso, ma la soffiata e l'indagine parallela mandarono Falcone su tutte le furie, perché | Lo scontro più acceso con Falcone avvenne sull'intromissione di Sica nel rapporto che il giudice antimafia stava coltivando con Tano Badalamenti, nella speranza di convincerlo a collaborare. Benché l'impresa fosse ardua, il vecchio boss aveva dato qualche segnale, solo che a quel punto piombarono negli USA gli uomini di Sica, che portarono i giornali a concludere che "''Badalamenti si è pentito''". Tutto falso, ma la soffiata e l'indagine parallela mandarono Falcone su tutte le furie, perché fecero sfumare un'occasione storica. | ||
Per questo attivismo, che andava ben oltre l'attività di coordinamento, Sica finì di fronte alla Commissione Parlamentare antimafia. Tuttavia, di fronte alle richieste da più parti di ridurgli i super-poteri che aveva ottenuto, l'Alto Commissario trovò uno scudo nell'allora Presidente del Consiglio [[Giulio Andreotti]]. | Per questo attivismo, che andava ben oltre l'attività di coordinamento, Sica finì di fronte alla Commissione Parlamentare antimafia. Tuttavia, di fronte alle richieste da più parti di ridurgli i super-poteri che aveva ottenuto, l'Alto Commissario trovò uno scudo nell'allora Presidente del Consiglio [[Giulio Andreotti]]. |