Giovanni Spampinato: differenze tra le versioni

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Ragusa non fu dunque una semplice cittadina tranquilla.<br />
Ragusa non fu dunque una semplice cittadina tranquilla.<br />
La facilità dei collegamenti tramite il porto consentì, in quegli anni, intensi traffici di contrabbando di sigarette, armi e droga.<br />
La facilità dei collegamenti tramite il porto consentì, in quegli anni, intensi traffici di contrabbando di sigarette, armi e droga.<br />
In questa apparente tranquilla cittadina dilagò il neofascismo<ref>[http://www.giovannispampinato.it/1972/02/squadrismo-in-sicilia-il-partito-della-malavita/ Di Giovanni Spampinato, Squadrismo in Sicilia: Ragusa, il partito della malavita, L'Ora, 24 febbraio 1972]</ref>.<br />
In questa apparente tranquilla cittadina dilagò il neofascismo<ref>[http://www.giovannispampinato.it/1972/02/squadrismo-in-sicilia-il-partito-della-malavita/ Giovanni Spampinato, "Squadrismo in Sicilia: Ragusa, il partito della malavita", L'Ora, 24 febbraio 1972]</ref>.<br />
Giovanni fu un giornalista completo, tanti furono gli ambiti che lo interessarono: fu molto legato ai giovani, all'istruzione<ref>[http://www.giovannispampinato.it/1971/02/dopo-la-scuola-la-disoccupazione/ Di Giovanni Spampinato, Ragusa. Dopo la scuola la disoccupazione, L'Ora, 4 febbraio 1971]</ref>, e ai fermenti del '68 che animarono gli animi: ''"I giovani così, i giovani colà. È facile astrarre, creare nuove categorie. Ma il più delle volte ci si dimentica di andare a vedere da vicino questi marziani, non si pensa nemmeno di cercare di capire chi sono e cosa vogliono. Ma vogliamo farglielo dire a loro, chi sono e cosa vogliono?"''<ref>[http://www.giovannispampinato.it/1969/12/la-contestazione-del-68-i-giovani-i-partiti-e-la-democrazia/ Di Giovanni Spampinato, La contestazione del '68. I giovani, i partiti e la democrazia, L'Opposizione di Sinistra, 20 dicembre 1969]</ref><br />
Giovanni fu un giornalista completo, tanti furono gli ambiti che lo interessarono: fu molto legato ai giovani, all'istruzione<ref>[http://www.giovannispampinato.it/1971/02/dopo-la-scuola-la-disoccupazione/ Giovanni Spampinato, "Ragusa. Dopo la scuola la disoccupazione", L'Ora, 4 febbraio 1971]</ref>, e ai fermenti del '68 che animarono gli animi: ''"I giovani così, i giovani colà. È facile astrarre, creare nuove categorie. Ma il più delle volte ci si dimentica di andare a vedere da vicino questi marziani, non si pensa nemmeno di cercare di capire chi sono e cosa vogliono. Ma vogliamo farglielo dire a loro, chi sono e cosa vogliono?"''<ref>[http://www.giovannispampinato.it/1969/12/la-contestazione-del-68-i-giovani-i-partiti-e-la-democrazia/ Giovanni Spampinato, "La contestazione del '68. I giovani, i partiti e la democrazia", L'Opposizione di Sinistra, 20 dicembre 1969]</ref><br />
E ancora, si interessò ai lavoratori e stette sempre dalla loro parte: scrisse della crisi dell’agricoltura, e delle condizioni in cui gli uomini erano costretti a lavorare nelle serre.<br />
E ancora, si interessò ai lavoratori e stette sempre dalla loro parte: scrisse della crisi dell’agricoltura, e delle condizioni in cui gli uomini erano costretti a lavorare nelle serre.<br />
Si interessò a problematiche cittadine, prima fra tutte la carenza di risorse idriche.<br />
Si interessò a problematiche cittadine, prima fra tutte la carenza di risorse idriche.<br />
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Secondo Spampinato vi era la probabilità che l’assassino non avesse agito da solo.<br />
Secondo Spampinato vi era la probabilità che l’assassino non avesse agito da solo.<br />
Attraverso varie testimonianze raccolte, Giovanni Spampinato scoprì diversi elementi: il testimone Gino Pollicita rivelò di aver visto, la mattina del delitto, Tumino insieme al magistrato Saverio Campria (padre di Roberto) e la moglie (notizia che la Procura di Ragusa non approfondì). In secondo luogo, la sera dell’omicidio, la Guardia di Finanza fermò una macchina (probabilmente quella dell’ingegnere Tumino) guidata però da Vittorio Quintavalle; pochi giorni dopo il giudice istruttore smentì di tutta fretta questo verbale.<br />
Attraverso varie testimonianze raccolte, Giovanni Spampinato scoprì diversi elementi: il testimone Gino Pollicita rivelò di aver visto, la mattina del delitto, Tumino insieme al magistrato Saverio Campria (padre di Roberto) e la moglie (notizia che la Procura di Ragusa non approfondì). In secondo luogo, la sera dell’omicidio, la Guardia di Finanza fermò una macchina (probabilmente quella dell’ingegnere Tumino) guidata però da Vittorio Quintavalle; pochi giorni dopo il giudice istruttore smentì di tutta fretta questo verbale.<br />
E ancora, i contadini descrissero la figura di Roberto Campria nella persona che era stata vista insieme a Tumino nelle campagne e nel giorno del delitto<ref>[http://www.giovannispampinato.it/2008/10/qgiovanni-mi-ricorda-pasoliniq-di-luciano-mirone/ Di Luciano Mirone, Giovanni intuì il nesso fra stragi e destra eversiva, mi ricorda Pasolini, ottobre 2008]</ref>.<br />
E ancora, i contadini descrissero la figura di Roberto Campria nella persona che era stata vista insieme a Tumino nelle campagne e nel giorno del delitto<ref>[http://www.giovannispampinato.it/2008/10/qgiovanni-mi-ricorda-pasoliniq-di-luciano-mirone/ Luciano Mirone, "Giovanni intuì il nesso fra stragi e destra eversiva, mi ricorda Pasolini", ottobre 2008]</ref>.<br />
Tante furono le stranezze che Giovanni scoprì su Campria: subito dopo la morte dell’ingegnere Tumino egli si trovava a casa dell’assassinato per rovistare tra le carte di Tumino; inoltre Campria si trovava con Tumino lungo il tragitto che portava al luogo del ritrovamento del cadavere. Campria non fu mai né formalmente accusato né formalmente indagato. Giovanni fu l’unico a segnalare le anomalie che riguardarono le modalità del palazzo di giustizia, ma in questa ricerca della verità venne lasciato solo<ref>[http://www.giovannispampinato.it/1972/02/delittotuminounapistaelamafia/ Di Giovanni Spampinato, Ragusa. Il delitto Tumino: una pista è la mafia, L'Ora, 28 febbraio 1972]</ref>.<br />
Tante furono le stranezze che Giovanni scoprì su Campria: subito dopo la morte dell’ingegnere Tumino egli si trovava a casa dell’assassinato per rovistare tra le carte di Tumino; inoltre Campria si trovava con Tumino lungo il tragitto che portava al luogo del ritrovamento del cadavere. Campria non fu mai né formalmente accusato né formalmente indagato. Giovanni fu l’unico a segnalare le anomalie che riguardarono le modalità del palazzo di giustizia, ma in questa ricerca della verità venne lasciato solo<ref>[http://www.giovannispampinato.it/1972/02/delittotuminounapistaelamafia/ Giovanni Spampinato, "Ragusa. Il delitto Tumino: una pista è la mafia", L'Ora, 28 febbraio 1972]</ref>.<br />
In seguito ad un articolo di Giovanni Spampinato<ref>[http://www.giovannispampinato.it/1972/02/sottotorchioilfigliodiunmagistrato/ Di Giovanni Spampinato, Ragusa. Il delitto Tumino. Sotto torchio il figlio di un magistrato, L'Ora, 29 febbraio 1972]</ref>, Campria lo querelò per diffamazione, salvo poi non presentarsi al processo e quindi far decadere la querela.<br />
In seguito ad un articolo di Giovanni Spampinato<ref>[http://www.giovannispampinato.it/1972/02/sottotorchioilfigliodiunmagistrato/ Giovanni Spampinato, "Ragusa. Il delitto Tumino. Sotto torchio il figlio di un magistrato", L'Ora, 29 febbraio 1972]</ref>, Campria lo querelò per diffamazione, salvo poi non presentarsi al processo e quindi far decadere la querela.<br />
L’idea che si fece Giovanni dell’omicidio Tumino fu questa<ref>[http://www.giovannispampinato.it/1972/07/perildelittotuminoindaginiazero/ Di Giovanni Spampinato, Ragusa. Per il delitto Tumino indagini a zero, L'Ora, 7 luglio 1972]</ref>: l’ingegnere si era messo in traffici illeciti, gestiti dalla mafia, e poi quando decise di uscirne fu ucciso. Giovanni era sicuro che Campria centrasse in prima persona in quell’omicidio, nonostante quest’ultimo dichiarasse la sua estraneità ai fatti, e anzi si avvicinò spesso a Giovanni per chiedergli di scrivere articoli che sottolineassero l’innocenza della sua persona. Giovanni non gli credette mai e anzi cercò di convincerlo a confessare. In quel momento Campria avvertì un pericolo in Giovanni.  
L’idea che si fece Giovanni dell’omicidio Tumino fu questa<ref>[http://www.giovannispampinato.it/1972/07/perildelittotuminoindaginiazero/ Giovanni Spampinato, "Ragusa. Per il delitto Tumino indagini a zero", L'Ora, 7 luglio 1972]</ref>: l’ingegnere si era messo in traffici illeciti, gestiti dalla mafia, e poi quando decise di uscirne fu ucciso. Giovanni era sicuro che Campria centrasse in prima persona in quell’omicidio, nonostante quest’ultimo dichiarasse la sua estraneità ai fatti, e anzi si avvicinò spesso a Giovanni per chiedergli di scrivere articoli che sottolineassero l’innocenza della sua persona. Giovanni non gli credette mai e anzi cercò di convincerlo a confessare. In quel momento Campria avvertì un pericolo in Giovanni.  


=== L'omicidio ===
=== L'omicidio ===
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== Dicono di Giovanni Spampinato ==
== Dicono di Giovanni Spampinato ==
*''“Mettiamo anche lui, quest’altro morto nostro, sul conto della Sicilia dell’indifferenza, della collusione e dell’intrigo, dell’agguato e del ricatto: per la parte che in tutte queste cose le compete lo mettiamo sul conto di una parte di questa città, Ragusa, quella dei suoi galantuomini abituati al consenso, al silenzio. Giovanni Spampinato per tenace coscienza e serena tradizione di famiglia si era scelto l’altra parte: coraggio brava gente, adesso almeno lui non parlerà più. Questo è un omicidio in nome collettivo, e si è andato compiendo per le strade e le piazze, tutte le strade e le piazze di questa città, nelle cancellerie di tribunale, negli uffici della gente che conta, nei rapporti di polizia, nella trama dei silenzi e delle omissioni.”''<ref>[http://www.giovannispampinato.it/1972/10/mario-genco/ Di Mario Genco, Fu un omicidio annunciato, fu compiuto in nome collettivo, L'Ora, 28 ottobre 1972]</ref>
*''“Mettiamo anche lui, quest’altro morto nostro, sul conto della Sicilia dell’indifferenza, della collusione e dell’intrigo, dell’agguato e del ricatto: per la parte che in tutte queste cose le compete lo mettiamo sul conto di una parte di questa città, Ragusa, quella dei suoi galantuomini abituati al consenso, al silenzio. Giovanni Spampinato per tenace coscienza e serena tradizione di famiglia si era scelto l’altra parte: coraggio brava gente, adesso almeno lui non parlerà più. Questo è un omicidio in nome collettivo, e si è andato compiendo per le strade e le piazze, tutte le strade e le piazze di questa città, nelle cancellerie di tribunale, negli uffici della gente che conta, nei rapporti di polizia, nella trama dei silenzi e delle omissioni.”''<ref>[http://www.giovannispampinato.it/1972/10/mario-genco/ Mario Genco, "Fu un omicidio annunciato, fu compiuto in nome collettivo", L'Ora, 28 ottobre 1972]</ref>
*''“25 aprile 2007. Oggi avrebbe 60 anni, qualcuno però ha deciso di fermare la sua vita a pistolettate quando di anni ne aveva appena 25, nel 1972. Giovanni Spampinato è morto sul lavoro. È stato ucciso affinché la smettesse di rovistare in quel verminaio che era la provincia di Ragusa, città “babba” solo per chi non voleva vedere cosa ci fosse oltre la siepe, oltre il perbenismo ovattato, cortina fumogena che nascondeva traffici di ogni tipo: sbarco di armi, via vai di terroristi neri negli anni delle stragi, impunità per ricercati e tipi strani.”'''<ref>[http://www.giovannispampinato.it/2007/04/tano-gullo/ Di Tano Gullo, Rovistava nel verminaio del perbenismo, La Repubblica di Palermo, 25 aprile 2007]</ref>
*''“25 aprile 2007. Oggi avrebbe 60 anni, qualcuno però ha deciso di fermare la sua vita a pistolettate quando di anni ne aveva appena 25, nel 1972. Giovanni Spampinato è morto sul lavoro. È stato ucciso affinché la smettesse di rovistare in quel verminaio che era la provincia di Ragusa, città “babba” solo per chi non voleva vedere cosa ci fosse oltre la siepe, oltre il perbenismo ovattato, cortina fumogena che nascondeva traffici di ogni tipo: sbarco di armi, via vai di terroristi neri negli anni delle stragi, impunità per ricercati e tipi strani.”'''<ref>[http://www.giovannispampinato.it/2007/04/tano-gullo/ Tano Gullo, "Rovistava nel verminaio del perbenismo", La Repubblica di Palermo, 25 aprile 2007]</ref>
*''“Il nostro Giovanni non doveva morire. La sua lotta e la sua ricerca della verità erano fatte in nome collettivo, al nostro posto. Dobbiamo rifare, come società civile, il nostro esame di coscienza. Noi cattolici per la nostra parte di responsabilità collettiva; il potere giornalistico e politico per le sue corresponsabilità, complicità e connivenza. L’assassinio di Giovanni Spampinato è stato derubricato a fatto di cronaca nera, mentre è stato un delitto del Potere come sistema “totale” che controllava la stampa e manipolava la lettura quotidiana dei fatti sociali e politici di questo lembo del Paese.”''<ref>[http://www.giovannispampinato.it/2010/01/basta-con-lipocrisia-sulla-morte-di-giovanni/ Di Luciano Nicastro, Basta ipocrisia sulla morte di Giovanni, 8 gennaio 2010] </ref>
*''“Il nostro Giovanni non doveva morire. La sua lotta e la sua ricerca della verità erano fatte in nome collettivo, al nostro posto. Dobbiamo rifare, come società civile, il nostro esame di coscienza. Noi cattolici per la nostra parte di responsabilità collettiva; il potere giornalistico e politico per le sue corresponsabilità, complicità e connivenza. L’assassinio di Giovanni Spampinato è stato derubricato a fatto di cronaca nera, mentre è stato un delitto del Potere come sistema “totale” che controllava la stampa e manipolava la lettura quotidiana dei fatti sociali e politici di questo lembo del Paese.”''<ref>[http://www.giovannispampinato.it/2010/01/basta-con-lipocrisia-sulla-morte-di-giovanni/ Luciano Nicastro, "Basta ipocrisia sulla morte di Giovanni", 8 gennaio 2010] </ref>
*''“Giovanni Spampinato raccontava la verità e lo faceva senza diffamare nessuno, segnalando il puzzo di mafia che alcuni siciliani avvertono fin da giovani, e che lui conosceva perché aveva nel Dna la cultura della responsabilità, e perché lavorava con “quei matti” de L’Ora, che si divertivano a fare un giornale di denuncia duro come la roccia.”''<ref>[http://www.giovannispampinato.it/2010/02/lirio-abbate/ Di Lirio Abbate, Sapeva riconoscere quel puzzo che rivela la presenza della mafia, L'Espresso]</ref>
*''“Giovanni Spampinato raccontava la verità e lo faceva senza diffamare nessuno, segnalando il puzzo di mafia che alcuni siciliani avvertono fin da giovani, e che lui conosceva perché aveva nel Dna la cultura della responsabilità, e perché lavorava con “quei matti” de L’Ora, che si divertivano a fare un giornale di denuncia duro come la roccia.”''<ref>[http://www.giovannispampinato.it/2010/02/lirio-abbate/ Lirio Abbate, "Sapeva riconoscere quel puzzo che rivela la presenza della mafia", L'Espresso]</ref>
*''Giovanni Spampinato fu ucciso per il suo coraggio, punito per aver voluto spingersi oltre la superficie, per aver squarciato il velo di ipocrisia e di falso perbenismo che regnava in una tranquilla città di provincia e per averne messo in luce misfatti e lati oscuri, al punto che all’epoca del delitto si insinuò di una morte “cercata”, conseguenza naturale di quegli scritti imprudenti con cui aveva finito per provocare il suo assassino.”''<ref>[http://www.giovannispampinato.it/2010/05/quel-morso-in-piu/ Di Daniela Ferrara, Quel morso in più, Operaincerta, 12 maggio 2010] </ref>
*''Giovanni Spampinato fu ucciso per il suo coraggio, punito per aver voluto spingersi oltre la superficie, per aver squarciato il velo di ipocrisia e di falso perbenismo che regnava in una tranquilla città di provincia e per averne messo in luce misfatti e lati oscuri, al punto che all’epoca del delitto si insinuò di una morte “cercata”, conseguenza naturale di quegli scritti imprudenti con cui aveva finito per provocare il suo assassino.”''<ref>[http://www.giovannispampinato.it/2010/05/quel-morso-in-piu/ Daniela Ferrara, "Quel morso in più", Operaincerta, 12 maggio 2010] </ref>
*''“Ricordare, ancora oggi, è scomodo. Quindi meglio dimenticare chi, come Giovanni, facendo il proprio dovere ha svelato trame inedite nella cosiddetta “Provincia babba”. Ma ricordare, appunto, spesso è scomodo. Meglio strisciare, ancora oggi, dietro i potenti, i poteri forti e la mafia.”''<ref>[https://www.laspia.it/giovanni-spampinato-45-anni-ucciso-ancora-volta/ Di Paolo Borrometi, Giovanni Spampinato 45 anni dopo ucciso (ancora) una volta, Laspia, 28 ottobre 2017]</ref>
*''“Ricordare, ancora oggi, è scomodo. Quindi meglio dimenticare chi, come Giovanni, facendo il proprio dovere ha svelato trame inedite nella cosiddetta “Provincia babba”. Ma ricordare, appunto, spesso è scomodo. Meglio strisciare, ancora oggi, dietro i potenti, i poteri forti e la mafia.”''<ref>[https://www.laspia.it/giovanni-spampinato-45-anni-ucciso-ancora-volta/ Paolo Borrometi, "Giovanni Spampinato 45 anni dopo ucciso (ancora) una volta", Laspia, 28 ottobre 2017]</ref>


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