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L'altro episodio fu l'omicidio del barone [[Antonio D'Onufrio]], ucciso a Palermo il [[16 marzo]] [[1989]], utilizzato per screditare la figura e l'uso dei collaboratori di giustizia da parte del Pool Antimafia. In particolare, nel giugno dello stesso anno venne fatta circolare la notizia di un colloquio tra D'Onufrio, Buscetta e De Gennaro<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/06/08/antimafia-anche-buscetta-era-palermo.html Attilio Bolzoni, Antimafia, anche Buscetta era a Palermo, La Repubblica, 6 giugno 1989]</ref>, tesa a dimostrare l'irregolare gestione dei collaboratori al di fuori dellel aule di giustizia. Nell'udienza del [[17 luglio]] [[2000]] il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato smentì la notizia, confermando l’affidamento di Buscetta alle autorità statunitensi fino al 1989 con controlli rigorosi che non avrebbero permesso alcuna possibilità di spostamenti di questo genere. | L'altro episodio fu l'omicidio del barone [[Antonio D'Onufrio]], ucciso a Palermo il [[16 marzo]] [[1989]], utilizzato per screditare la figura e l'uso dei collaboratori di giustizia da parte del Pool Antimafia. In particolare, nel giugno dello stesso anno venne fatta circolare la notizia di un colloquio tra D'Onufrio, Buscetta e De Gennaro<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/06/08/antimafia-anche-buscetta-era-palermo.html Attilio Bolzoni, Antimafia, anche Buscetta era a Palermo, La Repubblica, 6 giugno 1989]</ref>, tesa a dimostrare l'irregolare gestione dei collaboratori al di fuori dellel aule di giustizia. Nell'udienza del [[17 luglio]] [[2000]] il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato smentì la notizia, confermando l’affidamento di Buscetta alle autorità statunitensi fino al 1989 con controlli rigorosi che non avrebbero permesso alcuna possibilità di spostamenti di questo genere. | ||
L'eliminazione di Falcone in quel determinato momento storico era tesa non solo ad eliminare uno dei simboli dell'accusa del [[Maxiprocesso di Palermo]], già vincente in primo grado con oltre 360 condanne, ma anche per bloccare le indagini relative alla Pizza Connection che riguardavano il finanziere [[Olivero Tagnoli]], stabilitosi in Svizzera e collegato a [[Cosa Nostra]]. | L'eliminazione di Falcone in quel determinato momento storico era tesa non solo ad eliminare uno dei simboli dell'accusa del [[Maxiprocesso di Palermo]], già vincente in primo grado con oltre 360 condanne, ma anche per bloccare le indagini relative alla Pizza Connection che riguardavano il finanziere [[Olivero Tagnoli]], stabilitosi in Svizzera e collegato a [[Cosa Nostra]]. | ||
Diciannove giorni dopo il fallito attentato, Giovanni Falcone rilasciò un'intervista a [[Saverio Lodato]] in cui affermò: «''Ci troviamo di fronte a '''mentì raffinatissime''' che tentano di orientare certe azioni della mafia. Esistono forse punti di collegamento tra i vertici di Cosa nostra e | |||
centri occulti di potere che hanno altri interessi. Ho l'impressione che sia questo lo scenario più attendibile se si vogliono capire davvero le ragioni che hanno spinto qualcuno ad assassinarmi''»<ref>Giovanni Falcone, intervista a Saverio Lodato, l'Unità, 10 luglio 1989</ref>. Il magistrato sempre in quell'occasione aggiunse: «''Sto assistendo all'identico meccanismo che portò all'eliminazione del generale [[Carlo Alberto dalla Chiesa|Dalla Chiesa]]. La ricorda l'operazione di sterminio denominata Carlo Alberto? Il copione e quello. Basta avere occhi per vedere''». | |||
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