Seconda Guerra di Mafia: differenze tra le versioni

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=== La mattanza ===
=== La mattanza ===


Ma è nel 1981 che la mattanza ha inizio. I boss Bontade, Inzerillo, Spatola, Panno e tutta la "vecchia guardia" mafiosa si incontrano ripetutamente per organizzare un piano per uccidere nientemeno che Totò Riina.
E' nel 1981 che la mattanza ha inizio. I boss Bontate, Inzerillo, [[Rosario Spatola|Spatola]], Panno e tutta la "vecchia guardia" mafiosa si incontrarono ripetutamente per organizzare un piano per uccidere Totò Riina. Ma il capo dei corleonesi venuto a conoscenzza del piano su soffiata di Michele Greco l'11 marzo fece sparire il boss di Casteldaccia [[Giuseppe Panno|Giuseppe "Piddu" Panno]]. Bontate reagì facendo ammazzare due uomini vicini a Riina: [[Angelo Graziano]] e [[Stefano Giaconia]].


Ma il capo dei corleonesi lo viene a sapere, su soffiata di Michele Greco, e così l'11 marzo fa sparire il boss di Casteldaccia Giuseppe (detto "Piddu") Panno. Bontade reagisce facendo ammazzare due uomini vicini a Riina: Angelo Graziano e Stefano Giaconia.
La Seconda guerra di Mafia, convenzionalmente, inizia quando Riina ordina l'omicidio dello stesso Stefano Bontate e subito dopo di Salvatore Inzerillo, uccisi rispettivamente il 23 aprile e l'11 maggio 1981.


La seconda guerra di mafia, convenzionalmente, inizia quando Riina ordina l'omicidio degli stesso Stefano Bontade e subito dopo di Salvatore Inzerillo, uccisi rispettivamente il 23 aprile e l'11 maggio 1981.
Dopo Inzerillo fu il turno di [[Domenico Teresi|Mimmo Teresi]], vice di Bontate, che cadde vittima di un'imboscata insieme a quattro suoi uomini, strangolati e fatti sparire. È una strage continua. I corleonesi iniziarono ad ammazzare boss e fiancheggiatori, ma anche familiari e amici di tutti gli uomini d'onore che si ritrovano nella fazione opposta alla loro. Era caccia aperta anche agli "scappati" in America.


Dopo Inzerillo è il turno di Mimmo Teresi, vice di Bontade, che cade vittima di un'imboscata insieme a quattro suoi uomini, che vengono strangolati e fatti sparire.
Nel 1982 i giornalisti del Giornale Di Sicilia e de L'Ora – ogni giorno – facevano la loro macabra "conta". Il 4 agosto erano già 79 morti dall'inizio dell'anno. Il 7 agosto 86. L'11 agosto 93. Il 26 agosto si raggiunse quota 100.


È una strage continua. I corleonesi ammazzano boss e fiancheggiatori, ma anche familiari e amici di tutti gli uomini d'onore che si ritrovano nella fazione opposta alla loro. È caccia aperta anche agli "scappati" in America.
A Palermo era guerra aperta: i mafiosi "Uccidono in pieno giorno, trasportano i cadaveri, li mutilano, ce li posano fra questura e Regione, li bruciano alle tre del pomeriggio in una strada centrale di Palermo" <ref> [[Intervista di Giorgio Bocca al Generale dalla Chiesa]] </ref>.


Nel 1982 i giornalisti del Giornale Di Sicilia e de L'Ora – ogni giorno fanno la loro macabra "conta". Il 4 agosto sono 79 morti dall'inizio dell'anno. Il 7 agosto 86. L'11 agosto 93. Il 26 agosto si raggiunge quota 100.
[[Salvatore Contorno]] – vicino a Bontate e Inzerillo scappò ad un agguato a colpi di kalashnikov tesogli dal feroce killer Pino Greco "Scarpuzzedda". In sei mesi furono ammazzati quattordici tra amici e parenti di Totuccio Contorno, che nel frattempo era fuggito a Roma, dove verrà arrestato il 24 marzo 1982 e deciderà di diventare collaboratore di giustizia. Contorno – dopo [[Tommaso Buscetta]] – sarà il pentito più importante del [[Maxiprocesso di Palermo|Maxiprocesso]].
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A Palermo è guerra aperta. L'“arroganza mafiosa” - come la chiamerà Dalla Chiesa – è ai suoi massimi storici.. Dice al giornalista Giorgio Bocca, nella famosa intervista del 10 agosto 1982 che tale arroganza è quella con cui i mafiosi "uccidono in pieno giorno, trasportano i cadaveri, li mutilano, ce li posano fra questura e Regione, li bruciano alle tre del pomeriggio in una strada centrale di Palermo".
Il boss di Partanna Mondello [[Rosario Riccobono]], detto "u' terrorista", prima vicino a Bontate, passò con i corleonesi facendo uccidere [[Emanuele D'Agostino]], uomo di Bontate, che sparisce nel nulla.


Torniamo al 1981. Salvatore Contorno – vicino a Bontade e Inzerillo – scappa ad un agguato a colpi di kalashnikov tesogli dal feroce killer Pino Greco U' Scarpuzzedda.
Il 12 giugno 1981 venne ammazzato anche il giovanissimo [[Giuseppe Inzerillo]], 17 anni, figlio di Salvatore, che aveva detto: "Ammazzerò Riina con le mie mani". Furono uccisi anche [[Santo Inzerillo]], fratello di Salvatore, e suo zio [[Calogero Di Maggio]], rapiti e fatti sparire.


In sei mesi ammazzano quattordici tra amici e parenti di Totò Contorno, che nel frattempo è fuggito a Roma, dove verrà arrestato il 24 marzo 1982 e poi deciderà di diventare collaboratore di giustizia.
Il terremoto siciliano metteva in allerta pure i boss americani, che presero provvedimenti. Il boss di Brooklin [[Paul Castellano]], capo della famiglia Gambino, mandò in Sicilia i killer [[Rosario Naimo]] e [[John Gambino]] (parente degli Inzerillo) per giungere a un accordo. Riina promise che i parenti superstiti avrebbero avuta salva la vita, a patto però che non ritornassero mai più in Sicilia. Inoltre, la famiglia Gambino dovette trovare e uccidere lo zio e il fratello del defunto boss: [[Antonino Inzerillo|Antonino]] e [[Pietro Inzerillo]]. Antonino Inzerillo rimase vittima della "lupara bianca" a Brooklin, mentre il cadavere di Pietro venne ritrovato nel bagagliaio di un'auto a Mount Laurel, nel New Jersey, il 14 gennaio 1982, con una mazzetta di dollari in bocca e tra i genitali.


Contorno – dopo Tommaso Buscetta – sarà il pentito più importante del maxiprocesso.
Proseguì intanto anche l'attacco ai membri delle istituzioni. Il 4 aprile del 1982 il segretario regionale comunista [[Pio La Torre]] organizza la "manifestazione dei centomila" contro l'installazione della base per i missili Cruise presso l'aeroporto di Comiso. Il 4 aprile dichiara apertamente le sue intenzioni contro la mafia con la relazione introduttiva al IX congresso regionale del Pci. Pio La Torre venne ammazzato il 30 aprile, insieme al suo autista [[Rosario Di Salvo]].
 
Il boss di Partanna Mondello Rosario Riccobono, detto "ù terrorista", prima vicino a Bontade, passa con i corleonesi e fa uccidere Emanuele D'Agostino, uomo di Bontade, che sparisce nel nulla.
 
Il 12 giugno 1981 viene ammazzato anche il giovanissimo Giuseppe Inzerillo, 17 anni, figlio di Salvatore, che aveva detto: "Ammazzerò Riina con le mie mani".
 
Uccisi anche Santo Inzerillo, fratello di Salvatore, e suo zio Calogero Di Maggio, che vengono rapiti e fatti sparire.
 
Il terremoto siciliano mette in allerta pure i boss americani, che prendono provvedimenti. Il boss di Broolin Paul Castellano, capo della famiglia Gambino, manda in Sicilia i killer Rosario Naimo e John Gambino (parente degli Inzerillo) per giungere a un accordo. Riina promette che i parenti superstiti avranno salva la vita, a patto però che non ritornino mai più in Sicilia.
 
Inoltre, la famiglia Gambino deve trovare e uccidere lo zio e il fratello del defunto boss: Antonino e Pietro Inzerillo.
 
Antonino Inzerillo rimane vittima della "lupara bianca" a Brooklin, mentre il cadavere di Pietro venne ritrovato nel bagagliaio di un'auto a Mount Laurel, nel New Jersey, il 14 gennaio 1982, con una mazzetta di dollari in bocca e tra i genitali.
 
Il 4 aprile del 1982 il segretario regionale comunista Pio La Torre organizza la "manifestazione dei centomila" contro l'installazione della base per i missili Cruise presso l'aeroporto di Comiso. Il 4 aprile palesa il suo indirizzo antimafioso con la relazione introduttiva al IX congresso regionale del Pci.
 
Pio La Torre viene ammazzato il 30 aprile, insieme al suo autista Rosario Di Salvo.


=== Il Triangolo della morte e l'operazione Carlo Alberto ===
=== Il Triangolo della morte e l'operazione Carlo Alberto ===

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