Serafino Famà
Serafino Famà (Misterbianco, 3 aprile 1938 – Catania, 9 novembre 1995) è stato un avvocato italiano, vittima innocente di Cosa Nostra.
Biografia
Il 9 novembre 1995 venne raggiunto da 6 colpi di Beretta calibro 7,65. Morì poco dopo all’ospedale Garibaldi di Catania all’età di 57 anni.
Indagini e Processi
Le indagini inizialmente non condussero ad alcuna pista investigativa concreta, finché il 6 marzo 1997 Alfio Giuffrida, affiliato e reggente della famiglia mafiosa dei Laudani, decise di collaborare con la giustizia.
In base alle sue dichiarazioni e alle successive ricostruzioni degli inquirenti, Famà venne ucciso su ordine di Giuseppe Maria Di Giacomo, reggente del clan Laudani, per via della linea difensiva che l’avvocato assunse in un processo in cui Di Giacomo era imputato, ove sconsigliò alla moglie del suo cliente Matteo Di Mauro, cognato di Di Giacomo, di fare qualsiasi dichiarazione. Di Giacomo era stato infatti arrestato mentre si trovava a letto con la moglie del cognato, Stella Corrado, e aveva anche progettato il suo omicidio.
Di Giacomo sperava che la deposizione della Corrado permettesse la sua scarcerazione, ma non avendola resa, se la prese con il suo avvocato. Nella sentenza si legge: «La mancata deposizione della Corrado, certamente conseguente all'intervento dell'avvocato Famà, era stata vista dal Di Giacomo come la causa diretta della irrealizzabilità del proprio scopo, ovvero la scarcerazione».
I giudici, nelle motivazioni della sentenza di colpevolezza a carico degli imputati, pronunciata il 4 novembre 1999, scrivono anche: «Le risultanze processuali pertanto, per come sopra evidenziato, hanno dimostrato che il movente dell'omicidio in esame va individuato esclusivamente nel corretto esercizio dell'attività professionale espletata dall'avvocato Famà».
Bibliografia
- Corte di Assise di Catania, Sentenza sull'omicidio dell'Avvocato Famà, 4 novembre 1999