Paola Rizzello
Paola Rizzello ( N.D. - Parabita 20 marzo 1991) è stata una giovane donna uccisa insieme alla figlia Angelica Pirtoli dalla Sacra Corona Unita.

Biografia
Paola Rizzello fin da giovane ebbe contatti con gli ambienti malavitosi di Matino e Parabita[1]. Fino al 1989 ebbe una relazione con il capoclan Luigi Giannelli e proprio questo la portò a conoscere le dinamiche interne dell’organizzazione mafiosa del sud Salento.
Gianelli era però sposato con Anna Addolorata De Matteis Cataldo conosciuta come Anna Morte, che la affrontò pubblicamente nei pressi del mercato di Matino.
Paola nel 1989 aveva avuto una figlia, Angelica, nata dalla sua relazione con Antonio Pirtoli. Paola, nel 1991, dopo l’allontanamento da casa del convivente Antonio, si legò sentimentalmente a Donato Mercuri, persona di fiducia di Giannelli. Mercuri portò spesso Paola in luoghi che il clan utilizzava per nascondere sostanze di spaccio, armi ed esplosivo. Paola, già tossicodipendente, fu sospettata di essersi appropriata di una certa quantità di stupefacenti dell’organizzazione criminale per farne uso personale.
La scomparsa e il ritrovamento del cadavere
Dal 20 marzo 1991 non si ebbero più notizie né di Paola, né della figlia Angelica e giorno successivo al duplice omicidio, fu trovata la Fiat Panda della Rizzello in una zona residenziale compresa tra Matino e Parabita, "regolarmente parcheggiata chiusa a chiave e con all'interno la borsa, il cappotto ed alcuni giocattoli della piccola Angelica", si legge nell'ordinanza.
Il corpo della donna fu ritrovato in data 19 febbraio 1997 in una cisterna situata in località contrada "Tuli", agro del comune di Parabita. Riguardo al ritrovamento della Rizzello, l’ordinanza precisa che fu ritrovato lo "scheletro con il solo teschio parzialmente integro ed alcuni monili d’oro (anelli, collier, catenine e braccialetti), alcuni dei quali riconosciuti dalla sorella e dalla cognata della Rizzello come appartenenti proprio a quest’ultima"[2].
Gli accertamenti medico-legali confermarono che i resti esaminati fossero proprio quelli di Paola Rizzello il cui decesso veniva fissato in un arco di tempo compatibile con la sua scomparsa.
La collaborazione di Luigi De Matteis
Luigi De Matteis, fratello di Anna De Matteis e quindi cognato del boss Luigi Giannelli, dopo l'arresto nell'aprile 1999 per associazione mafiosa ed altri reati, decise di iniziare a collaborare con la giustizia. L'uomo si autoaccusò dell'omicidio di Paola Rizzello e di sua figlia Angelica Pirtoli, indicando come suo complice il cognato Biagio Toma e come mandanti il cognato Luigi Giannelli, la sorella Anna De Matteis e Donato Mercuri.
Il De Matteis non era sospettato in merito al duplice omicidio Rizzello-Pirtoli, per il quale venne indagato in seguito alle sue stesse dichiarazioni. Consentì allora ai Carabinieri di Matino di ritrovare lo scheletro della piccola Angelica il 4 maggio 1999, in località Sant’Euleterio, agro di Parabita.
La ricostruzione dell'omicidio
Dalla collaborazione di De Matteis venne accertato che l’ordine di uccidere Paola fu dato da Giannelli, all’epoca dei fatti rinchiuso nel carcere di Lecce per estorsione, nel corso di un colloquio con la moglie Anna De Matteis e alla presenza del cognato Luigi. Il capoclan aveva individuato in Donato Mercuri l’esecutore materiale del delitto. Questo incontro nell’istituto penitenziario avvenne circa 15-20 giorni prima dell’omicidio. Mercuri delegò la materiale esecuzione a Luigi De Matteis e a suo cognato Biagio Toma.
Il piano originale prevedeva l’omicidio della Rizzello, ma non della figlia Angelica. Donato Mercuri per crearsi un alibi scelse come data dell’agguato il 20 marzo 1991, perché quella sera si giocava un’importante partita di calcio e tutti sapevano che lui era un grande tifoso di una delle squadre che disputavano la partita.
La giovane donna arrivò alla guida della sua Panda Rossa, parcheggiò e salì sul sedile posteriore dell’Alfa 75 guidata da De Matteis, al cui fianco era seduto Biagio Toma, convinta a seguirli per la promessa di una dose di eroina.
Giunti sul luogo dove doveva essere compiuto il delitto, De Matteis, con un fucile da caccia automatico colpì Paola all’addome e poi al petto. Quest’ultima aveva in braccio Angelica che fu erroneamente colpita e ferita al piede destro.
Il ferimento della bambina fu un imprevisto e dopo essersi consultati con Mercuri, venne deciso di uccidere anche la bambina. Biagio Toma, come accertato dalla sentenza di primo grado e di appello della corte d’Assise di Lecce[3]., prese la piccola per un piedino e la sbattè contro il muro.
I corpi delle vittime furono bruciati e poi seppelliti e Donato Mercuri ordinò a De Matteis e Toma di occultare i resti in posti diversi, per evitare che fossero ritrovati insieme. Paola Rizzello fu gettata in una cisterna che si trovava sotto al casolare, mentre Angelica in un sacchetto di juta e fu portata sulla collina di Sant’Euleterio.
Il processo (2001-2003)
Il processo, iniziato grazie alle dichiarazioni di Luigi De Matteis, si concluse con la sentenza n. 3 del 26 marzo 2001 della Corte d’Assise di Lecce. Furono condannati all’ergastolo Luigi Giannelli, sua moglie Anna De Matteis e il loro luogotenente Donato Mercuri, attribuendo loro rispettivamente i ruoli di mandante, istigatrice ed organizzatore dell'omicidio di Paola Rizzello. Mercuri, inoltre, venne ritenuto colpevole dell’omicidio di Angelica Pirtoli figlioletta di Paola Rizzello, e dell’occultamento del suo cadavere, al solo fine di assicurarsi l’impunità per il già eseguito omicidio della madre.
La sentenza della Corte di Assise di Appello di Lecce del 29 maggio 2002 confermò le pene decise in primo grado, ritenendo attendibili ed esaustive le dichiarazioni di De Matteis. Il tutto divenne definitivo con la sentenza della Cassazione del 30 aprile 2003
La collaborazione di Massimo Donadei e il secondo processo
Nell’aprile 2012 Massimo Donadei, affiliato al clan Giannelli, iniziò a collaborare con la giustizia, riconoscendo di far parte del clan Giannelli della Sacra Corona Unita. Le sue dichiarazioni consentirono di far luce sulla struttura dell’organizzazione mafiosa e anche sul duplice delitto Rizzello – Pirtoli. Donadei divenne così testimone nel processo contro Biagio Toma, ritenuto l'esecutore materiale dell’omicidio della piccola Angelica e partecipante all’assassinio della madre.
Luigi De Matteis il 15 maggio 2017 venne stato condannato a 16 anni e 8 mesi nel processo con rito abbreviato, in quanto ritenuto l'autore materiale dell'omicidio di Paola Rizzello.
Il 18 giugno 2018 i giudici della Corte d’Assise d’Appello confermarono la condanna all’ergastolo per Toma, esecutore materiale del duplice omicidio.
Note
Bibliografia
- CENTONZE Dario, Sentenza n.3 Corte d’assise di Lecce, 26 marzo 2001
- PEZZUTO Antonio Nicola, Adesso, riposa in pace piccolo Angelo, Antimafia Duemila, 29 agosto 2018
- SCARDIA Vincenzo, Corte d’Assise d’appello di Lecce, 18 giugno 2018