Giuseppe Torre
Giuseppe Torre (N.D., 1974 - Misterbianco, 16 febbraio 1992) è stato uno studente e apprendista meccanico siciliano, vittima innocente di Cosa Nostra.
Biografia
Giuseppe era uno studente e apprendista in un'officina, figlio omonimo di un pregiudicato affiliato al gruppo di Angelo Epaminonda, ucciso il 23 settembre 1982 a Milano. Il figlio, tuttavia, non aveva seguito le orme del padre e aveva continuato a vivere a Misterbianco, dove la madre si era rifatta una vita, diventando la compagna di un altro uomo di mafia, Gaetano Nicotra, fratello di Mario, reggente dei cosiddetti "Tuppi". Nonostante questo, Giuseppe era totalmente estraneo all'organizzazione.
La sera del 16 febbraio 1992 Giuseppe si trovava in piazza con alcuni amici, quando venne identificato da un gruppo di poliziotti in borghese, arrivati in piazza a bordo di una Lanca Thema targata Torino, con sopra un lampeggiante, imbracciando mitra e alcune pistole 7,65. Giuseppe venne fatto salire in auto per "accertamenti" e di lui si persero le tracce.
Le indagini
Nella notte tra il 16 e il 17 febbraio i parenti del ragazzo si precpitarono dai Carabinieri che, dopo alcune verifiche, confermarono che il ragazzo non si trovava in nessun commissariato. Nonostante i ripetuti appelli, anche alla trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?", di Giuseppe si venne a scoprire la fine solo 28 anni dopo, con l'operazione Thor.
Dalle carte dell'inchiesta emerse che Giuseppe era stato ucciso perché sospettato da Nunzio Zuccaro, del Clan Santapaola, di portare viveri e informazioni ai Nicotra, con cui erano in guerra. Ovviamente Giuseppe non sapeva nulla. Venne ugualmente torturato per ore, come raccontato da un collaboratore di giustizia:
"Gli buttavano l'alcool addosso, gli davano fuoco, lo colpivano con legni, con del ferro, con qualsiasi cosa purché questo parlasse. Quindi dopo una serie di torture questo ragazzo era sfinito...gli era sembrato morto praticamente, cioé come se gli fosse morto tra le mani".
Un calvario interminabile che lo portò allo stremo, sino a svenire. Tra le lacrime e le preghiere Giuseppe aveva detto di non aver alcun contatto con i Nicotra e con il loro mondo criminale, ma i suoi aguzzini non gli credettero.
Credendolo morto, lo bruciarono vivo con il "metodo dei copertoni", che consisteva nell'inserire il corpo della vittima dentro una pila di gomme a cui poi veniva dato fuoco con una miscela di alcool e benzina.
Le parole di Salvatore Grazioso, riportate dal suo parente Daniele Mangione, sono inequivocabili: "Vedevamo i piedi di questo ragazzo che tentava di uscire da sopra, gli sbattevano i piedi per cercare di uscire però noi pensavamo che era morto. E' stata questione di pochi secondi e poi non si è sentito più niente".
Per la morte del giovane vennero accusati Alfio Adornetto, Andrea Ventura, Salvatore Guzzetta, Nunzio Zuccaro, Salvatore Grazioso, Giuseppe Pulvirenti, Orazio Caudullo e Filippo Malvagna.
Bibliografia
- CataniaToday, Giuseppe Torre, torturato e bruciato vivo: 28 anni dopo luce sulla morte di un innocente, 26 febbraio 2020.
- Voci da aggiornare
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