Categoria:Rapporti tra Cosa Nostra e politica

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Elemento costitutivo di una qualsiasi organizzazione criminale di stampo mafioso è lo stretto e simbiontico rapporto con la politica. Cosa Nostra è sempre stata tradizionalmente in stretto legame con esponenti politici sia locali che di livello nazionale. Il controllo del territorio, e dunque del voto, è fondamentale per far eleggere uomini politici compiacenti e trarre profitto da ciò grazie a favori e tolleranza nei confronti dell'organizzazione.

Non solo Giulio Andreotti, ma anche molti uomini politici della scena odierna sono in stretto rapporto con Cosa Nostra o stati eletti grazie ai voti dell'organizzazione. Nell'ultimo decennio la Regione Siciliana ha sempre avuto, fino alle elezioni del 2012, un presidente con sospetti rapporti con la mafia. Salvatore Cuffaro è stato condannato nell'ambito dell'inchiesta Talpe alla DDA per aver favorito l'organizzazione e in particolare, oltre ad aver ottenuto i voti di Cosa Nostra, per aver rivelato, grazie a talpe nella Direzione Distrettuale Antimafia, dettgli utili alle indagini come la presenza di cimici per intercettazioni ambientali a casa del boss Giuseppe Guttadauro. L'ex presidente Raffaele Lombardo è invece attualmente sotto processo per quanto riguarda intercettazioni nell'ambito dell'inchiesta Iblis in cui si parla di un appoggio elettorale anche grazie al fratello Angelo. Andreotti, Cuffaro, Lombardo -> scrivere altro

Assai esplicativa nel mostrare la pericolosità del rapporto tra Cosa Nostra e la politica è l'affermazione dei pm di Palermo nella memoria del Processo per la Trattativa Stato-mafia:

«Senza Stato la mafia sarebbe già morta»[1]

Note

  1. Memoria dei Pm di Palermo per la Trattativa Stato-mafia, 5 novembre 2012

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