Camorra Newyorkese

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camorra newyorkese

La Camorra Newyorkese, conosciuta anche come Camorra di Brooklyn, è stata un'organizzazione mafiosa attiva agli inizi del XX secolo, formata in prevalenza da italiani immigrati nella città di New York City negli USA, provenienti dalla città di Napoli e dalla Campania[1]. Nonostante la percentuale di immigrati italiani da Napoli e dalla Campania fosse decisamente inferiore rispetto al resto del Sud Italia, e in particolare rispetto alla Sicilia, i gruppi criminali federati in questa organizzazione ebbero un impatto molto grande nelle vicende criminali della città negli anni Dieci del Novecento.

Storia e attività

Il primo riferimento alla camorra nella città di New York risale a un articolo pubblicato sul New York Times il 21 febbraio 1885, nel quale si parlava delle attività estorsive, sia ai danni di singoli sia ai danni di una moltitudine di lavoratori immigrati di origine italiana[2]. Generalmente, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento questo tipo di attività era spesso attribuita al cartello criminale "Mano Nera" (Black Hand), formata da diversi gruppi criminali di origine italiana[3].

Secondo l'analisi dello storico Arrigo Petacco, l'immigrazione italiana nella città di New York, e a Brooklyn in particolare, «fece la fortuna di speculatori e proprietari terrieri, ma trasformò anche il quartiere in una sorta di formicaio umano in cui sofferenza, criminalità, ignoranza e sporcizia erano gli elementi dominanti»[4].

Secondo il sociologo Humbert Nelli, «la comunità italiana di New York offriva un mercato redditizio per le attività illecite, in particolare per il gioco d'azzardo e la prostituzione. Forniva anche un immenso mercato per i prodotti provenienti dalla madrepatria e dalla costa occidentale, come carciofi e olio d'oliva, il controllo della distribuzione della quale era conteso tra le diverse bande criminali»[5].

Alcuni rapporti di polizia dell'epoca segnalavano anche che i criminali napoletani attivi a Brooklyn erano attivi nella vendita al dettaglio di cocaina tra gente dello spettacolo e camerieri[6].

Boss e gruppi criminali

La manodopera a basso costo necessaria per l’espansione del capitalismo dell'epoca fu resa disponibile da decine di immigrati italiani, sfruttati all'inverosimile dagli imprenditori americani. Accanto a questi onesti lavoratori sfruttati, vi era una minoranza, già dedita ad attività criminali in Italia, che decise di continuare le proprie attività anche nell'economia in ascesa della città[7].

Giosuè Gallucci
Giosuè Gallucci (al centro) davanti al suo quartier generale, al 109 di East Street

Tra questi, spiccava come figura criminale riconosciuta Enrico Alfano, tra i principali obiettivi del poliziotto italiano, naturalizzato statunitense, Joe Petrosino, nonché Giosuè Gallucci, attivo tra il 1910 e il 1915, considerato il "re di Little Italy". Nato a Napoli, Gallucci aveva alle sue dipendenze gang di strada composte sia da napoletani che da siciliani e godeva di impunità assoluta grazie alle relazioni politiche[8].

Oltre alle loro, c'erano diverse bande camorristiche attive a New York. Nonostante i capi provenissero dalle fila della camorra napoletana, la maggior parte dei membri era di origine americana. Le bande affondavano le loro radici nella camorra napoletana, ma la maggior parte dei membri erano di origine americana[9]. Tra queste, erano due in particolare quelle più importanti con base a Brooklyn.

La prima era la banda napoletana di "Coney Island", al cui vertice si trovava Pellegrino Morano, che gestiva le sue attività dal suo ristorante "Santa Lucia" a Coney Island, principalmente gioco d'azzardo e spaccio di cocaina[10]. Grazie a Morano, la Camorra Newyorkese divenne l'organizzazione mafiosa più potente di New York. Il suo braccio destro era Antonio "Tony" Paretti.

Navy Street Gang
Una foto d'epoca dei membri della Navy Street Gang

La seconda era la gang "Navy Street", guidata da Alessandro Vollero e Leopoldo Lauritano. I due gestivano una caffetteria al 133 di Navy Street a Brooklyn, divenuta quartier generale della banda. Le bande della camorra newyorkese non avevano un unico capo, benché Morano fosse tra i boss col potere di affiliare nuovi membri come camorristi, ma avevano la loro autonomia nel proprio territorio di competenza[11][12].

Entrambe le bande inizialmente collaborarono contro la famiglia Morello per il controllo del racket newyorkese, mirando al controllo del commercio dei carciofi, carbone e ghiaccio, delle scommesse sulla lotteria italiana, nonché della "zecchinetta"[13][14].

Nonostante i diversi tentativi di controllare il lucroso commercio dei carciofi, i commercianti all'ingrosso si coalizzarono, resistendo alle minacce. Tuttavia, alla fine fu negoziato un accordo in base al quale veniva riscossa una "tassa" di 25 dollari su ogni auto carica di carciofi consegnati, sotto la minaccia di rubare i cavalli del commerciante o di distruggere la loro merce[15].

La guerra tra mafia e camorra

Lo scontro tra i Morello e la camorra newyorkese esplose definitivamente dopo l'omicidio di Giosuè Gallucci e di suo figlio il 17 maggio 1915[16]. La guerra passò alla storia come la "Mafia-Camorra War".

Foto segnaletica di Ralph Daniello
Foto segnaletica di Ralph Daniello

La violenza e l'impressionante serie di omicidi che ne seguì provocarono una forte reazione da parte delle autorità cittadine. Lo smantellamento della camorra newyorkese avvenne anche grazie alla decisione di un membro della Navy Street, Ralph Daniello, di collaborare con la giustizia, fornendo agli investigatori le prove di 23 omicidi[17]. Sulla base delle sue dichiarazioni, vennero istruiti ben 21 processi da diverse corti di giustizia[18]. Durante questi processi, alcuni degli imputati si riferirono alle bande di Navy Street e di Coney Island usando il termine camorra, mentre usarono "mafia" per identificare i gruppi di East Harlem legati ai Morello[19].

I processi si conclusero nel 1918 e portarono allo smantellamento totale del cartello criminale. Le numerose collaborazioni con la giustizia di ex-membri affiliati alle varie bande portarono all'arresto di quasi tutti i boss sopravvissuti alla guerra. Pellegrino Morano e Alessandro Vollero vennero condannati a 20 anni di carcere nel penitenziario di Sing Sing per omicidio. Tony Paretti invece fu condannato a morte sulla sedia elettrica nel 1927[20].

Il riassorbimento nelle famiglie mafiose siciliane

Dopo lo smantellamento della camorra newyorkese, i membri sfuggiti alla repressione di origine napoletana o campana vennero assorbiti o si fusero assieme alle bande siciliane che di lì a poco avrebbero costituito Cosa Nostra Americana[21].

Note

  1. Critchley, David (2009). The Origin of Organized Crime in America: The New York City Mafia, 1891-1931], New York, Routledge, p. 105.
  2. New York Times, Italians Imposed Upon. A Branch of the Camorra Said To Be Established in New-York, 21 febbraio 1885[1].
  3. Nelli, Humbert S. (1981). The Business of Crime. Italians and Syndicate Crime in the United States], Chicago, The University of Chicago Press, pp. 75-77.
  4. Abadinsky, Howard (2010). Organized Crime (Ninth Edition), Belmont (CA), Wadsworth, pp. 81-82.
  5. Nelli, op.cit., pp. 129-131.
  6. Critchley, op.cit., p. 121.
  7. Abadinsky, op.cit., pp. 81-82
  8. Ibidem.
  9. Critchley, op.cit., p. 105.
  10. Dash, Mike (2009). The First Family: Terror, Extortion, Revenge, Murder, and the Birth of the American Mafia], New York, Random House, p. 252.
  11. Critchley, op.cit., p. 118.
  12. The Daily Standard Union (Brooklyn), Relates Camorra Degree in Court, 8 maggio 1918[2].
  13. La "zecchinetta" è un gioco d'azzardo di carte molto popolare in Italia e in alcuni Stati europei, il cui nome deriva dai lanzichenecchi, i quali lo introdussero nella penisola durante il XVI secolo.
  14. Nelli, op.cit., pp. 131-133
  15. Critchley, op.cit., p. 122.
  16. The New York Times, Father and Son Shot, 18 maggio 1915[3]
  17. The New York Times, Confession May Clear 23 Feud Murders, 28 novembre 1917[4].
  18. Nelli, op.cit., pp. 133-134.
  19. Ibidem.
  20. The Brooklyn Standard Union, Paretti's Death Ends Black Hand Grip On Brooklyn, 20 febbraio 1927.
  21. Critchley, op.cit., p. 131.

Bibliografia

  • Abadinsky, Howard (2010). Organized Crime (Ninth Edition), Belmont (CA), Wadsworth.
  • Critchley, David (2009). The Origin of Organized Crime in America: The New York City Mafia, 1891-1931], New York, Routledge.
  • Dash, Mike (2009). The First Family: Terror, Extortion, Revenge, Murder, and the Birth of the American Mafia], New York, Random House.
  • Nelli, Humbert S. (1981). The Business of Crime. Italians and Syndicate Crime in the United States], Chicago, The University of Chicago Press.