Armando Clausino

Da WikiMafia.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Armando Clausino (N.D. - San Cipriano d'Aversa, 7 settembre 1982) è stato un bracciante e contadino casertano, vittima innocente di camorra.

Biografia

Alle dipendenze di Gioacchino Martino, un coltivatore diretto di Trentola Ducenta, il giorno in cui morì Armando si trovava col suo datore di lavoro, la moglie e il figlio primogeniro di quest'ultimo, Angelina Falco e Francesco Saverio, e un altro bracciante, Giacomo Nobis, per la raccolta delle noci in un terreno di sua proprietà a San Cipriano d'Aversa.

L'omicidio

Durante la raccolta scoppiò un violento temporale, che costrinse i cinque a ripararsi in un casolare all'interno della proprietà. A quel punto, dal racconto di Nobis, unico sopravvissuto alla Strage, quando Gioacchino si affacciò alla porta per vedere se fosse possibile tornare al lavoro, venne colpito da una fucilata in pieno viso. Il figlio, seduto in un angolo, scattò subito in piedi per dirigersi verso il padre, ma un altro colpo di fucile lo uccise non appena arrivato alla porta. A quel punto Nobis si infilò nella cappa del camino, salendo lungo la canna fumaria. A quel punto, secondo il racconto dell'epoca del bracciante, due persone entrarono uccidendo anche Angelina e Armando. Dopo una decina di minuti, Nobis uscì e chiese aiuto a un auto di passaggio, facendosi accompagnare dai carabinieri.

Le indagini

Il processo rimase impunito per oltre trent'anni, finché nel giugno 2017, grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia del Clan dei Casalesi, venne fatta luce sul caso: a uccidere i quattro era stato il boss Luigi Venosa, detto «'o cocchiere», che si era rifugiato latitante nel casolare di proprietà dei Martino ed era stato cacciato in malo modo dal capofamiglia una volta scoperto. Per vendetta, Venosa tornò e sterminò l'intera famiglia. Oltre alla testimonianza del fratello di Venosa, Umberto, divenuto collaboratore di giustizia, gli inquirenti ottennero anche diversi riscontri da altri collaboratori. L'unico sopravvissuto di tutta la famiglia fu il secondogenito Martino, che non era andato a raccogliere le noci per via dello studio.

Purtroppo, essendo morto il 7 agosto 2018 per malattia, prima che il gip potesse decidere se dare seguito o meno alla richiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere, il pubblico ministero fu obbligato ad avanzare richiesta di archiviazione per "estinzione del reato determinata dalla morte del reo".

L'omicidio di Gioacchino, di sua moglie e di suo figlio e di Armando Clausino restano quindi senza giustizia.

Bibliografia

  • Vito Faenza, Atroce vendetta: 4 uccisi per una questione di confine, l'Unità, 8 settembre 1982.
  • Il Mattino, La strage della famiglia Martino, uccisi in 4: richiesta di archiviazione, 8 ottobre 2018.