Adriano Della Corte

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Adriano Della Corte (Casal di Principe - , Castelvolturno 15 luglio 1984) è stato uno studente casertano, vittima innocente di camorra.

Biografia

Adriano era uno studente originario di Casal di Principe, in provincia di Caserta. Domenica 15 luglio 1984 decise di uscire con due amici, Claudio Diana e Carmine Petrillo. I tre si trovavano a bordo di una Fiat Uno di colore nero, che Adriano aveva comprato due mesi prima grazie a una vincita al Totocalcio, in via Consortile a Castel Volturno, in località «Lago Piatto» all’altezza del Cinema Arena Lido, quando ad un certo punto si affiancò una Lancia Prisma. Adriano era alla guida e un uomo, rimasto ignoto, cominciò a sparare colpendolo in pieno volto. Il diciottenne morì subito mentre Diana e Petrillo rimasero feriti.

Le indagini

Subito dopo l’omicidio gli assassini si misero in fuga prima a bordo della Prisma, che venne poi ritrovata abbandonata, e usarono altre cinque auto, tutte rapinate: un’Alfa Sud, una Giulietta, una Renault 5, una Renault 18 e un’ Alfetta bianca. A Villa Literno a bordo di quest’ultima i malviventi vennero intercettati da un’auto della polizia ma non vennero fermati. Non vennero ascoltati i testimoni, non vennero rilevate le impronte lasciate nelle auto rubate, non venne fatto un identikit dei responsabili, non vennero messe al confronto le versioni contrastanti.

Diana e Petrillo non vennero mai nuovamente interrogati sebbene in un rapporto dei carabinieri di Aversa si legga «Diana è a conoscenza di dati, circostanze e nomi che potrebbero senza dubbio portare alla identificazione degli autori del delitto». Si parlò subito di un errore, di uno scambio di persona: di un’altra vittima innocente.

L'ipotesi dello scambio di persona

Adriano viaggiava a bordo di un’auto simile a quella che usava il nipote di Bardellino, Antonio Salzillo. L’omicidio di Salzillo doveva essere la vendetta dei Nuvoletta dopo l’omicidio di Ciro Nuvoletta, avvenuto il 17 giugno 1984 a Marano. Poco prima di aprire il fuoco l’uomo con la pistola aveva gridato «non sono loro».

Nel 1993 Carmine Schiavone, allora collaboratore di giustizia, dichiarò che Adriano Della Corte era stato ucciso per errore. Schiavone indicò anche i nomi dei presunti responsabili. Prima del ’93 il padre di Adriano, Vincenzo, ricevette una telefonata con la quale gli si ordinava di lasciar perdere, perché la morte del figlio era stato solo un fatale sbaglio. Il padre non si fermò e per diverso tempo tentò di far riaprire il caso scrivendo al giudice istruttore, chiedendo in giro e facendo pubblicare annunci su alcuni settimanali.

I fratelli di quel ragazzo che frequentava l’ultimo anno dell’istituto di Ragioneria, per anni hanno raccolto verbali e, improvvisandosi investigatori, hanno registrato testimonianze ed indiscrezioni.

Il fratello Arturo arrivò a protestare davanti al Vimiinale per un mese intero, chiedendo solo di essere ascoltato. Più volte la famiglia si è rivolta alla trasmissione "Chi l’ha visto?" per chiedere la riapertura delle indagini, che però non sono mai state riaperte.

Bibliografia

  • Tina Cioffo, Ucciso per uno sbaglio ma da 35 anni nessuno conosce la verità, ilReporters.it, 15 luglio 2019.