Salvatore Bartolotta: differenze tra le versioni
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Salvatore Bartolotta (Castrofilippo, 3 marzo 1935 – Palermo, 29 luglio 1983) è stato un appuntato dei carabinieri italiano, ucciso da Cosa Nostra nella Strage di via Pipitone Federico.
Biografia
Una volta maggiorenne, Salvatore Bartolotta decise di arruolarsi nell'Arma dei Carabinieri. Svolse il suo servizio a Caltanissetta e Cefalù, per poi entrare a far parte del Nucleo Investigativo presso la Caserma Carini di Palermo. Qui conobbe il magistrato Rocco Chinnici e divenne membro della sua scorta dal '71 al '73, per poi ricoprire nuovamente l'incarico a partire dalla fine degli anni '70.
Agente di scorta anche di Paolo Borsellino, l'appuntato Bartolotta nel corso della sua carriera professionale ottenne due encomi solenni: per la condotta in un conflitto a fuoco (1958) e per il ruolo nelle indagini che portarono all'arresto di due autori d'omicidio (1967). Nel secondo caso l'encomio gli venne conferito dal Generale Carlo Alberto dalla Chiesa.
Venne ucciso da un'autobomba il 29 luglio 1983, mentre svolgeva il servizio di scorta sotto l'abitazione del giudice Chinnici. Insieme a lui morirono il giudice, il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi – anch'egli membro della scorta - e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico Stefano Li Sacchi. L'unico superstite fu l'autista Giovanni Papacuri.
Salvatore lasciò una moglie e cinque figli.
Bibliografia
- Ministero dell'Interno, Governo Italiano, [https://www.interno.gov.it/it/notizie/testimonianze-coraggio-rocco-chinnici-ruppe-schemi-e-pose-fondamenta-pool-antimafia Testimonianze di coraggio. Rocco Chinnici ruppe gli schemi e pose le fondamenta del “pool antimafia, 29 luglio 2018