Peppino Basile: differenze tra le versioni

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'''Peppino Basile''' (N.D. – Ugento, [[15 giugno]] [[2008]]) è stato un politico italiano, vittima innocente di mafia. Ad oggi non sono noti i suoi assassini.
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==Biografia==
===Dai primi anni alla maturità===
Da bambino ricevette il Premio Bontà Livio Tempesta durante una cerimonia scolastica di fine anno alla scuola elementare, in cui fu consegnato a lui e ad un altro suo compagno un attestato e un sacchetto di caramelle per aver aiutato un loro compagno di classe con problemi di motricità. È stato un muratore, un emigrante, un imprenditore.


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A livello politico, mosse i suoi primi passi nel Movimento Sociale Italiano, poi passò a Forza Italia, finché non creò diverse liste civiche alle elezioni locali.


'''Peppino Basile''' (N.D. – Ugento, [[15 giugno]] [[2009]]) è stato un politico italiano, vittima innocente di mafia.
===La discarica Burgesi===
La vicenda politica di Peppino Basile è strettamente intrecciata a quella della '''discarica Burgesi'''.


== Biografia ==
La discarica Burgesi è stato l'unico caso di discarica in Italia autorizzata in sanatoria. Il comune di Ugento nel 1989 predispose un progetto per la realizzazione di una discarica, pubblica e a servizio di 15 comuni, con i quali stipulò anche una convenzione. Il progetto fu anche inviato alla regione, ma la discarica fu realizzata da un privato, la Gi.E.Co. Nel 1990 il geologo Giovanni Mele ammoniva il Comune a non autorizzare la discarica per le gravi conseguenze che si sarebbero avute sulla falda e sull'ambiente, ma il comune la autorizzò ugualmente.
Consigliere provinciale e comunale di opposizione a Ugento, era stato eletto tra le fila dell'Italia dei Valori, il partito fondato dall'ex-magistrato di Mani Pulite Antonio Di Pietro. Fu ucciso nella notte tra il 14 e il 15 giugno 2008 con 19 coltellate mentre rientrava a casa sua.  


Ad oggi non sono noti né i mandanti né gli esecutori materiali.
Poiché i lavori iniziarono senza concessione si aprì un procedimento penale a carico della Gi.E.Co. e nel 2002 il comune non aveva ancora ricevuto mai i soldi da questa (200 milioni l'anno per 10 anni). Ciononostante, allo scadere della convenzione la rinnovò e la discarica divenne pubblica, ma il servizio per il comune da gratuito divenne a pagamento. Quindi Ugento dovette pagare per conferire i rifiuti nella sua stessa discarica. Fu chiaro che vi fosse una situazione di emergenza nel campo dello smaltimento dei rifiuti e che fosse necessario chiudere definitivamente e bonificare la discarica Burgesi.  


== Bibliografia ==
Peppino Basile a tal proposito voleva che fosse attivato un grosso impianto, un centro di stoccaggio rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, di proprietà del comune di Ugento, costruito in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi della legge n. 1497 del 1939, rimasto inutilizzato, semidistrutto da vandali, e in stato di abbandono nonostante una ditta locale avesse fatto richiesta per prenderlo in gestione, perfino la stessa Monteco, ma il comune rifiutò.
* Marilù Mastrogiovanni, ''Peppino Basile riconosciuto vittima innocente di mafia'', Il Tacco d'Italia, 15 marzo 2019.  


[[Categoria:Politici]] [[Categoria:Vittime innocenti delle mafie]] [[Categoria:Vittime della Sacra Corona Unita e delle mafie pugliesi]] [[Categoria:Morti il 15 giugno]] [[Categoria:Morti nel 2008]] [[Categoria: Vittime senza giustizia]]
Peppino continuò a chiedersi perché l'impianto non fosse mai stato attivato, chi potesse essere contro una struttura che avrebbe dato lavoro 18 posti di lavoro, perché non ci fosse interesse a trovare il responsabile che aveva causato un danno economico alla Comunità Europea e al comune di Ugento per il finanziamento dell'opera: tutti interrogativi che lui continuerà a porre a sé stesso e al suo amico Silvio Fersini poche ore prima di essere assassinato.
 
===Gli interventi nel consiglio comunale e l'attività politica===
Il 30 novembre 2006 in una discussione sulla variazione di bilancio di previsione 2006 e bilancio pluriennale 2006/2008, Peppino Basile si scagliò contro le autorizzazioni edilizie concesse nel parco naturale di Ugento e la dichiarazione del sindaco, Giovanni Pellegrino. Nella discussione sull'assestamento generale del bilancio di previsione 2006 e sulla variazione del bilancio pluriennale 2006/2008 criticò le spese folli dell'assessore al bilancio Francesco Pacella circa spese varie di rappresentanza, spese telefoniche, incarichi professionali esterni, contributi ad enti, associazioni e varie.
 
Ancora, il 1° agosto 2007 lo criticò con riguardo al riconoscimento dei debiti comunali fuori bilancio per il risarcimento ad un privato in seguito ad un incidente su corso Annibale a Torre San Giovanni. Basile votò contro, ma l'odg venne approvato.
 
Nella discussione della proposta di variazione della relazione previsionale programmatica 2007/2009 e al bilancio 2007/2009 Basile votò contro l'odg che venne approvato, in cui veniva fatta richiesta dagli uffici di Polizia municipale di due Punto per il costo di 41mila euro.
 
Il 9 settembre 2007 durante la discussione delle determinazioni da adottare per l'emergenza idrica si assunse il rischio di trivellare un pozzo ad Ugento a sue spese per mettere nel sottosuolo una grossa pompa e allacciarsi alle condutture dell'Acquedotto Pugliese, le cui tubature sottolineò Basile, erano comunali.
 
Il 19 settembre 2007 si discuteva sull'approvazione del bilancio consuntivo, Basile votò contro, ma l'odg venne approvato: anche in questa occasione venne aspramente criticato dal sindaco e dall'assessore Pacella.
 
Il 22 novembre 2007 in aula consiliare si discuteva la variante al piano regolatore in vista dell'ampliamento della struttura turistico-ricettiva “Hotel La Giurlita”, della società Gardenia Immobiliare Srl, in località Torre Mozza, zona Sic, di interesse paesaggistico. Basile abbandonò l'aula per protesta e la variante al prg venne approvata.
 
Il 21 dicembre 2007 Basile votò contro il riconoscimento del debito fuori bilancio per risarcire un cittadino in seguito a un incidente stradale, che venne tuttavia approvato. Votò contro anche al riconoscimento di debiti fuori bilancio per il pagamento di parcelle a legali, anche per cause vinte, ma vi fu nuovamente l'approvazione da parte del Consiglio comunale.
 
Il 28 dicembre 2007 durante la discussione del riconoscimento del debito fuori bilancio per l'ampliamento di un opificio, Basile richiamò l'attenzione sul manifesto con il quale l'amministrazione rispose ad un manifesto da lui precedentemente diffuso per denunciare l'operato della giunta. Il manifesto dell'Amministrazione comunale riportò termini quali “i''gnoranza, falsità, incapacità, pervicace malafede''” riferiti all'operato di Basile, il quale in consiglio aveva votato contro un debito fuori bilancio per lavori extra contrattuali eseguiti su piazza Pompeo Colonna.
 
Il 14 febbraio 2008 in Consiglio si discuteva della surroga di un consigliere comunale (Luigi Corvaglia, che subentrò a Carlo Catino) e Basile per protesta abbandonò l'aula.
 
Il 25 febbraio 2008 durante una discussione circa l'eventualità di abbandonare l'aula consiliare in segno di protesta per le condizioni invivibili in cui verteva, Basile criticò gli orari dei consigli comunali che ostacolavano la partecipazione attiva del popolo.
 
Il 3 maggio 2008 durante la discussione sulla realizzazione di un opificio in zona agricola discutendo le interrogazioni, Basile criticò il piano regolatore definendolo un mostro che non consentiva lo sviluppo della cittadina solo per favorire qualche signore di Ugento.
 
Il 6 giugno 2008 commentò il bilancio di previsione per l'esercizio finanziario del 2008 del comune sostenendo che fosse la fotocopia di quello dell'anno precedente.
 
===L’assassinio===
Basile venne ucciso nella notte tra il 14 e 15 giugno 2008 con 19 coltellate, sulla soglia di casa sua.
 
==Indagini e inchieste giornalistiche==
Dopo 16 mesi di indagini in cui vennero redatti 300 verbali di testimonianze furono accusati e tenuti in prigione per molto tempo i vicini di casa, un anziano e un minorenne dallo stesso nome: Vittorio Colitti. A puntare il dito su di loro, dopo un anno e mezzo dall'assassinio, una bimba che all'epoca del fatto aveva cinque anni e un mese. La corte di Cassazione giudicò la testimonianza inattendibile e furono poi assolti con formula piena per non aver commesso il fatto. La Procura di Lecce ad oggi '''non ha individuato né esecutori né mandanti''' per la sua morte.
 
===La ricerca della verità: piste e tentativi fallimentari tra “Io Conto” e don Stefano Rocca===
La redazione del Tacco d'Italia, diretta da Marilù Mastrogiovanni, condusse un’inchiesta investigativa sul suo assassinio, dimostrando che le piste seguite dalla Procura portavano verso vicoli ciechi ed evidenziando alcuni nuovi spunti investigativi. Le tre piste principali erano: '''passionale, privata e amministrativa'''.
 
La pista passionale vedeva Peppino come uno sciupafemmine che, dopo la separazione con la moglie Ada Cairo, aveva coltivato più relazioni con diverse donne. Questa pista risultò fin da subito debole in quanto Peppino, dopo la separazione, ebbe una relazione fissa con una vedova di Collepasso che ufficializzò proprio la sera del 14 giugno prima che fosse ucciso.
 
La pista privata ipotizzava che Peppino fosse un uomo indebitato e avesse avuto a che fare con usurai di Taurisano, ipotesi poco credibile dato che Peppino aveva avuto un'impresa di costruzioni che gli aveva permesso di guadagnare e capitalizzare negli anni '70 e '80. Solo negli anni '90 la lascerà ai suoi operai per dedicarsi alla politica, restando comunque proprietario di diversi terreni e rustici dal valore considerevole.
 
La pista amministrativa-politica indaga le sue battaglie, ove queste possano essere risultate scomode e in contrasto con grossi interessi di qualcuno che conseguentemente avrebbe tratto vantaggio dalla sua scomparsa dalla scena politica locale.
 
La redazione del Tacco mise a disposizione una piattaforma web per commenti e segnalazioni anonime, in cui arrivarono migliaia di messaggi (e documenti riservati) da parte dei cittadini.
 
il Comitato “Io conto” che chiedeva giustizia si è disgregato. Il prete scomodo, don Stefano Rocca, che esortava i fedeli a rompere il muro di omertà con fiaccolate, cortei, omelie, è stato trasferito dal Vescovo in un’altra provincia.
 
==Bibliografia==
*Il tacco d’Italia, (2008). ''Solo da morire'', n. 49 – Luglio.
*Il tacco d’Italia, (2009). ''L’affare rifiuti'', n. 54 – Febbraio.
*Il tacco d’Italia, (2009). ''Violentate - Abusi nel Salento. Aguzzini in casa e vittime silenziose'', n. 55 – Marzo.
*Il tacco d’Italia, (2010). ''Basile anno secondo'', n. 74 – Giugno.
*Mastrogiovanni, Marilù (2009). ''Il sistema. L'intreccio di interessi economico-politici all'ombra dell'omicidio di Peppino Basile'', 1 gennaio.
*Mastrogiovanni, Marilù (2019). ''Peppino Basile riconosciuto vittima innocente di mafia'', Il Tacco d'Italia, 15 marzo.
*Mastrogiovanni Marilù (2019). ''Peppino Basile, ucciso dal “sistema”, Il Tacco d'Italia'', 15 giugno.
*Mastrogiovanni, Marilù (2020). ''Peppino, rompi le scatole anche da morto'', Il Tacco d'Italia'', 15 giugno.
*Nassisi, Carla (2020). ''Peppino Basile, fra silenzi e mezze verità'', La Repubblica, 16 marzo.
 
[[Categoria:Politici]] [[Categoria:Vittime innocenti delle mafie]] [[Categoria:Vittime della Sacra Corona Unita e delle mafie pugliesi]] [[Categoria:Morti il 15 giugno]] [[Categoria:Morti nel 2008]] [[Categoria: Vittime senza giustizia]] [[Categoria:Politici Vittime di mafia]]

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Peppino Basile (N.D. – Ugento, 15 giugno 2008) è stato un politico italiano, vittima innocente di mafia. Ad oggi non sono noti i suoi assassini.

Peppino Basile
Peppino Basile

Biografia

Dai primi anni alla maturità

Da bambino ricevette il Premio Bontà Livio Tempesta durante una cerimonia scolastica di fine anno alla scuola elementare, in cui fu consegnato a lui e ad un altro suo compagno un attestato e un sacchetto di caramelle per aver aiutato un loro compagno di classe con problemi di motricità. È stato un muratore, un emigrante, un imprenditore.

A livello politico, mosse i suoi primi passi nel Movimento Sociale Italiano, poi passò a Forza Italia, finché non creò diverse liste civiche alle elezioni locali.

La discarica Burgesi

La vicenda politica di Peppino Basile è strettamente intrecciata a quella della discarica Burgesi.

La discarica Burgesi è stato l'unico caso di discarica in Italia autorizzata in sanatoria. Il comune di Ugento nel 1989 predispose un progetto per la realizzazione di una discarica, pubblica e a servizio di 15 comuni, con i quali stipulò anche una convenzione. Il progetto fu anche inviato alla regione, ma la discarica fu realizzata da un privato, la Gi.E.Co. Nel 1990 il geologo Giovanni Mele ammoniva il Comune a non autorizzare la discarica per le gravi conseguenze che si sarebbero avute sulla falda e sull'ambiente, ma il comune la autorizzò ugualmente.

Poiché i lavori iniziarono senza concessione si aprì un procedimento penale a carico della Gi.E.Co. e nel 2002 il comune non aveva ancora ricevuto mai i soldi da questa (200 milioni l'anno per 10 anni). Ciononostante, allo scadere della convenzione la rinnovò e la discarica divenne pubblica, ma il servizio per il comune da gratuito divenne a pagamento. Quindi Ugento dovette pagare per conferire i rifiuti nella sua stessa discarica. Fu chiaro che vi fosse una situazione di emergenza nel campo dello smaltimento dei rifiuti e che fosse necessario chiudere definitivamente e bonificare la discarica Burgesi.

Peppino Basile a tal proposito voleva che fosse attivato un grosso impianto, un centro di stoccaggio rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, di proprietà del comune di Ugento, costruito in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi della legge n. 1497 del 1939, rimasto inutilizzato, semidistrutto da vandali, e in stato di abbandono nonostante una ditta locale avesse fatto richiesta per prenderlo in gestione, perfino la stessa Monteco, ma il comune rifiutò.

Peppino continuò a chiedersi perché l'impianto non fosse mai stato attivato, chi potesse essere contro una struttura che avrebbe dato lavoro 18 posti di lavoro, perché non ci fosse interesse a trovare il responsabile che aveva causato un danno economico alla Comunità Europea e al comune di Ugento per il finanziamento dell'opera: tutti interrogativi che lui continuerà a porre a sé stesso e al suo amico Silvio Fersini poche ore prima di essere assassinato.

Gli interventi nel consiglio comunale e l'attività politica

Il 30 novembre 2006 in una discussione sulla variazione di bilancio di previsione 2006 e bilancio pluriennale 2006/2008, Peppino Basile si scagliò contro le autorizzazioni edilizie concesse nel parco naturale di Ugento e la dichiarazione del sindaco, Giovanni Pellegrino. Nella discussione sull'assestamento generale del bilancio di previsione 2006 e sulla variazione del bilancio pluriennale 2006/2008 criticò le spese folli dell'assessore al bilancio Francesco Pacella circa spese varie di rappresentanza, spese telefoniche, incarichi professionali esterni, contributi ad enti, associazioni e varie.

Ancora, il 1° agosto 2007 lo criticò con riguardo al riconoscimento dei debiti comunali fuori bilancio per il risarcimento ad un privato in seguito ad un incidente su corso Annibale a Torre San Giovanni. Basile votò contro, ma l'odg venne approvato.

Nella discussione della proposta di variazione della relazione previsionale programmatica 2007/2009 e al bilancio 2007/2009 Basile votò contro l'odg che venne approvato, in cui veniva fatta richiesta dagli uffici di Polizia municipale di due Punto per il costo di 41mila euro.

Il 9 settembre 2007 durante la discussione delle determinazioni da adottare per l'emergenza idrica si assunse il rischio di trivellare un pozzo ad Ugento a sue spese per mettere nel sottosuolo una grossa pompa e allacciarsi alle condutture dell'Acquedotto Pugliese, le cui tubature sottolineò Basile, erano comunali.

Il 19 settembre 2007 si discuteva sull'approvazione del bilancio consuntivo, Basile votò contro, ma l'odg venne approvato: anche in questa occasione venne aspramente criticato dal sindaco e dall'assessore Pacella.

Il 22 novembre 2007 in aula consiliare si discuteva la variante al piano regolatore in vista dell'ampliamento della struttura turistico-ricettiva “Hotel La Giurlita”, della società Gardenia Immobiliare Srl, in località Torre Mozza, zona Sic, di interesse paesaggistico. Basile abbandonò l'aula per protesta e la variante al prg venne approvata.

Il 21 dicembre 2007 Basile votò contro il riconoscimento del debito fuori bilancio per risarcire un cittadino in seguito a un incidente stradale, che venne tuttavia approvato. Votò contro anche al riconoscimento di debiti fuori bilancio per il pagamento di parcelle a legali, anche per cause vinte, ma vi fu nuovamente l'approvazione da parte del Consiglio comunale.

Il 28 dicembre 2007 durante la discussione del riconoscimento del debito fuori bilancio per l'ampliamento di un opificio, Basile richiamò l'attenzione sul manifesto con il quale l'amministrazione rispose ad un manifesto da lui precedentemente diffuso per denunciare l'operato della giunta. Il manifesto dell'Amministrazione comunale riportò termini quali “ignoranza, falsità, incapacità, pervicace malafede” riferiti all'operato di Basile, il quale in consiglio aveva votato contro un debito fuori bilancio per lavori extra contrattuali eseguiti su piazza Pompeo Colonna.

Il 14 febbraio 2008 in Consiglio si discuteva della surroga di un consigliere comunale (Luigi Corvaglia, che subentrò a Carlo Catino) e Basile per protesta abbandonò l'aula.

Il 25 febbraio 2008 durante una discussione circa l'eventualità di abbandonare l'aula consiliare in segno di protesta per le condizioni invivibili in cui verteva, Basile criticò gli orari dei consigli comunali che ostacolavano la partecipazione attiva del popolo.

Il 3 maggio 2008 durante la discussione sulla realizzazione di un opificio in zona agricola discutendo le interrogazioni, Basile criticò il piano regolatore definendolo un mostro che non consentiva lo sviluppo della cittadina solo per favorire qualche signore di Ugento.

Il 6 giugno 2008 commentò il bilancio di previsione per l'esercizio finanziario del 2008 del comune sostenendo che fosse la fotocopia di quello dell'anno precedente.

L’assassinio

Basile venne ucciso nella notte tra il 14 e 15 giugno 2008 con 19 coltellate, sulla soglia di casa sua.

Indagini e inchieste giornalistiche

Dopo 16 mesi di indagini in cui vennero redatti 300 verbali di testimonianze furono accusati e tenuti in prigione per molto tempo i vicini di casa, un anziano e un minorenne dallo stesso nome: Vittorio Colitti. A puntare il dito su di loro, dopo un anno e mezzo dall'assassinio, una bimba che all'epoca del fatto aveva cinque anni e un mese. La corte di Cassazione giudicò la testimonianza inattendibile e furono poi assolti con formula piena per non aver commesso il fatto. La Procura di Lecce ad oggi non ha individuato né esecutori né mandanti per la sua morte.

La ricerca della verità: piste e tentativi fallimentari tra “Io Conto” e don Stefano Rocca

La redazione del Tacco d'Italia, diretta da Marilù Mastrogiovanni, condusse un’inchiesta investigativa sul suo assassinio, dimostrando che le piste seguite dalla Procura portavano verso vicoli ciechi ed evidenziando alcuni nuovi spunti investigativi. Le tre piste principali erano: passionale, privata e amministrativa.

La pista passionale vedeva Peppino come uno sciupafemmine che, dopo la separazione con la moglie Ada Cairo, aveva coltivato più relazioni con diverse donne. Questa pista risultò fin da subito debole in quanto Peppino, dopo la separazione, ebbe una relazione fissa con una vedova di Collepasso che ufficializzò proprio la sera del 14 giugno prima che fosse ucciso.

La pista privata ipotizzava che Peppino fosse un uomo indebitato e avesse avuto a che fare con usurai di Taurisano, ipotesi poco credibile dato che Peppino aveva avuto un'impresa di costruzioni che gli aveva permesso di guadagnare e capitalizzare negli anni '70 e '80. Solo negli anni '90 la lascerà ai suoi operai per dedicarsi alla politica, restando comunque proprietario di diversi terreni e rustici dal valore considerevole.

La pista amministrativa-politica indaga le sue battaglie, ove queste possano essere risultate scomode e in contrasto con grossi interessi di qualcuno che conseguentemente avrebbe tratto vantaggio dalla sua scomparsa dalla scena politica locale.

La redazione del Tacco mise a disposizione una piattaforma web per commenti e segnalazioni anonime, in cui arrivarono migliaia di messaggi (e documenti riservati) da parte dei cittadini.

il Comitato “Io conto” che chiedeva giustizia si è disgregato. Il prete scomodo, don Stefano Rocca, che esortava i fedeli a rompere il muro di omertà con fiaccolate, cortei, omelie, è stato trasferito dal Vescovo in un’altra provincia.

Bibliografia

  • Il tacco d’Italia, (2008). Solo da morire, n. 49 – Luglio.
  • Il tacco d’Italia, (2009). L’affare rifiuti, n. 54 – Febbraio.
  • Il tacco d’Italia, (2009). Violentate - Abusi nel Salento. Aguzzini in casa e vittime silenziose, n. 55 – Marzo.
  • Il tacco d’Italia, (2010). Basile anno secondo, n. 74 – Giugno.
  • Mastrogiovanni, Marilù (2009). Il sistema. L'intreccio di interessi economico-politici all'ombra dell'omicidio di Peppino Basile, 1 gennaio.
  • Mastrogiovanni, Marilù (2019). Peppino Basile riconosciuto vittima innocente di mafia, Il Tacco d'Italia, 15 marzo.
  • Mastrogiovanni Marilù (2019). Peppino Basile, ucciso dal “sistema”, Il Tacco d'Italia, 15 giugno.
  • Mastrogiovanni, Marilù (2020). Peppino, rompi le scatole anche da morto, Il Tacco d'Italia, 15 giugno.
  • Nassisi, Carla (2020). Peppino Basile, fra silenzi e mezze verità, La Repubblica, 16 marzo.