Rosario Pagano: differenze tra le versioni

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Durante un pattugliamento della campagna circostante insieme ad altri 6 colleghi, venne aggredito presso una masseria a colpi di fucile e bombe a mano dalla banda criminale di Niscemi con a capo Rosario Avila detto “Canaluni”. Rosario e i colleghi [[Michele Di Miceli]] e [[Mario Paoletti]] persero la vita.
Durante un pattugliamento della campagna circostante insieme ad altri 6 colleghi, venne aggredito presso una masseria a colpi di fucile e bombe a mano dalla banda criminale di Niscemi con a capo Rosario Avila detto “Canaluni”. Rosario e i colleghi [[Michele Di Miceli]] e [[Mario Paoletti]] persero la vita.


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Versione attuale delle 11:43, 12 mar 2020

Rosario Pagano (Ventimiglia di Sicilia, 28 gennaio 1924 - 16 ottobre 1945) è stato un Carabiniere italiano, vittima innocente di Cosa Nostra.

Biografia

Primo di cinque fratelli, Rosario frequentò con profitto la scuola del paese fino alla quinta elementare. Dovette poi interrompere gli studi a causa della salute del padre. Si rimboccò le maniche e divenne il sostegno della famiglia, adoperandosi come manovale e dedicandosi anche al lavoro nei campi.

Diventato adulto decise di servire la patria arruolandosi nell’Arma dei Carabinieri. Poi nel giugno del 1942, nel pieno del secondo conflitto mondiale, partì alla volta della Legione Allievi Carabinieri Reali di Roma. Prestò servizio a fianco dei soldati tedeschi e dopo la proclamazione dell’armistizio l’8 settembre 1943 venne fatto prigioniero e deportato in un campo di concentramento austriaco.

Dopo il difficile periodo di detenzione, il 4 maggio 1945 venne liberato. Iniziò così il suo lungo viaggio di ritorno verso casa. Il 21 maggio giunse finalmente a Ventimiglia di Sicilia. Il 25 agosto poi si presentò alla Legione Carabinieri di Palermo, per ricevere la nuova destinazione. Venne così assegnato al Nucleo Carabinieri di Niscemi.

L’omicidio

Durante un pattugliamento della campagna circostante insieme ad altri 6 colleghi, venne aggredito presso una masseria a colpi di fucile e bombe a mano dalla banda criminale di Niscemi con a capo Rosario Avila detto “Canaluni”. Rosario e i colleghi Michele Di Miceli e Mario Paoletti persero la vita.