Processo Borsellino quater: differenze tra le versioni

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[[Categoria:Processi per la Strage di Via d'Amelio]]
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Grazie alle dichiarazioni di Spatuzza e Tranchina si è riusciti a ricostruire le fasi preliminari della strage, oltre a smascherare il depistaggio dei falsi pentiti che fecero condannare all'ergastolo ingiustamente 7 persone.
== Gradi di giudizio ==
== Gradi di giudizio ==
Il 13 marzo 2013 il Gup di Caltanissetta Lirio Conti emette le condanne di rito abbreviato. Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina, accusati di strage, sono condannati rispettivamente a 15 e 10 anni di carcere. Il falso pentito Salvatore Candura, accusato di calunnia, è condannato a 12 anni di reclusione. La Procura aveva chiesto 13 anni per Spatuzza, 10 anni per Tranchina e 10 anni e mezzo per Candura. I familiari delle vittime costituitisi parte civile sono stati rappresentati dagli avvocati Roberto Avellone, Mimma Tamburello, Fabrizio Genco e Giuseppe Ferro.  
Il 13 marzo 2013 il Gup di Caltanissetta Lirio Conti emette le condanne di rito abbreviato. Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina, accusati di strage, sono condannati rispettivamente a 15 e 10 anni di carcere. Il falso pentito Salvatore Candura, accusato di calunnia, è condannato a 12 anni di reclusione. La Procura aveva chiesto 13 anni per Spatuzza, 10 anni per Tranchina e 10 anni e mezzo per Candura. I familiari delle vittime costituitisi parte civile sono stati rappresentati dagli avvocati Roberto Avellone, Mimma Tamburello, Fabrizio Genco e Giuseppe Ferro.  
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=== Primo grado ===
=== Primo grado ===
Il processo di primo grado si apre il 23 marzo 2013
Il processo di primo grado si apre il 23 marzo 2013. Imputati sono i boss Vittorio Tutino, Salvo Madonia e i tre falsi pentiti Calogero Pulci, Francesco Andriotta e Vincenzo Scarantino.
Parti civili sono: i familiari delle vittime della strage, Gaetano Murana e Gaetano Scotto (due dei sette condannati in seguito alle false dichiarazioni di Vincenzo Scarantino), la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il ministero dell'Interno e quello della Giustizia, la Regione siciliana, il Comune di Palermo e il centro studi Pio La Torre.
Parti civili sono i familiari delle vittime della strage, Gaetano Murana e Gaetano Scotto (due dei sette condannati in seguito alle false dichiarazioni di Vincenzo Scarantino), la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il ministero dell'Interno e quello della Giustizia, la Regione siciliana, il Comune di Palermo e il centro studi Pio La Torre.
==== Sentenza ====
==== Sentenza ====



Versione attuale delle 19:30, 29 mar 2013

Grazie alle dichiarazioni di Spatuzza e Tranchina si è riusciti a ricostruire le fasi preliminari della strage, oltre a smascherare il depistaggio dei falsi pentiti che fecero condannare all'ergastolo ingiustamente 7 persone.

Gradi di giudizio

Il 13 marzo 2013 il Gup di Caltanissetta Lirio Conti emette le condanne di rito abbreviato. Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina, accusati di strage, sono condannati rispettivamente a 15 e 10 anni di carcere. Il falso pentito Salvatore Candura, accusato di calunnia, è condannato a 12 anni di reclusione. La Procura aveva chiesto 13 anni per Spatuzza, 10 anni per Tranchina e 10 anni e mezzo per Candura. I familiari delle vittime costituitisi parte civile sono stati rappresentati dagli avvocati Roberto Avellone, Mimma Tamburello, Fabrizio Genco e Giuseppe Ferro.

Il procuratore capo di Caltanissetta Sergio Lari dichiara a proposito: «Questa sentenza dimostra che la nostra tesi accusatoria ha retto. È positiva perché sono state accolte tutte le nostre richieste»

Primo grado

Il processo di primo grado si apre il 23 marzo 2013. Imputati sono i boss Vittorio Tutino, Salvo Madonia e i tre falsi pentiti Calogero Pulci, Francesco Andriotta e Vincenzo Scarantino. Parti civili sono i familiari delle vittime della strage, Gaetano Murana e Gaetano Scotto (due dei sette condannati in seguito alle false dichiarazioni di Vincenzo Scarantino), la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il ministero dell'Interno e quello della Giustizia, la Regione siciliana, il Comune di Palermo e il centro studi Pio La Torre.

Sentenza

Appello

Sentenza

Cassazione

Sentenza