Tassa mafiosa: differenze tra le versioni
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Vi è infatti una quota di reddito del cittadino contribuente, prelevata dallo stato, che non va a finanziare l’organizzazione statale e tutti i servizi necessari alla collettività, bensì va a finanziare un sistema di potere parallelo fondato sul privilegio, sull’individualismo, sulla prepotenza e sulla corruzione. Un sistema in cui giocano un ruolo fondamentale pezzi di politica corrotti, pezzi di imprenditoria collusi e le organizzazioni criminali di stampo mafioso. (Farina, 2012) | Vi è infatti una quota di reddito del cittadino contribuente, prelevata dallo stato, che non va a finanziare l’organizzazione statale e tutti i servizi necessari alla collettività, bensì va a finanziare un sistema di potere parallelo fondato sul privilegio, sull’individualismo, sulla prepotenza e sulla corruzione. Un sistema in cui giocano un ruolo fondamentale pezzi di politica corrotti, pezzi di imprenditoria collusi e le organizzazioni criminali di stampo mafioso. (Farina, 2012) | ||
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L'aggettivo "mafiosa" ne sottolinea il carattere antitetico rispetto alla definizione convenzionale di tassa (''Tributo che viene corrisposto allo Stato o ad altro ente pubblico per il godimento di certi servizi''), esattamente come l'aggettivo "mafioso" venne utilizzato per la prima volta nel 1863, nello spettacolo teatrale “''I mafiusi della Vicaria''”, che a quei tempi metteva in evidenza l’anomalia di un sistema sociale antitetico a quello del neonato Stato liberale. | L'aggettivo "mafiosa" ne sottolinea il carattere antitetico rispetto alla definizione convenzionale di tassa (''Tributo che viene corrisposto allo Stato o ad altro ente pubblico per il godimento di certi servizi''), esattamente come l'aggettivo "mafioso" venne utilizzato per la prima volta nel 1863, nello spettacolo teatrale “''I mafiusi della Vicaria''”, che a quei tempi metteva in evidenza l’anomalia di un sistema sociale antitetico a quello del neonato Stato liberale. | ||
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Versione attuale delle 15:08, 9 nov 2023
La Tassa Mafiosa è un particolare fenomeno degenerativo subito dai cittadini onesti e dato dall’insieme di quelle risorse materiali e non materiali sottratte da un network di interessi criminali, che si traduce essenzialmente in minori beni e servizi erogati dallo Stato alla collettività.
Vi è infatti una quota di reddito del cittadino contribuente, prelevata dallo stato, che non va a finanziare l’organizzazione statale e tutti i servizi necessari alla collettività, bensì va a finanziare un sistema di potere parallelo fondato sul privilegio, sull’individualismo, sulla prepotenza e sulla corruzione. Un sistema in cui giocano un ruolo fondamentale pezzi di politica corrotti, pezzi di imprenditoria collusi e le organizzazioni criminali di stampo mafioso. (Farina, 2012)
Questa tassa occulta, che ogni anno sottrae all’erario centinaia di miliardi di euro, è la sommatoria di diversi fenomeni degenerativi, tra cui spiccano principalmente la corruzione, l’evasione fiscale e la criminalità organizzata di stampo mafioso.
L'aggettivo "mafiosa" ne sottolinea il carattere antitetico rispetto alla definizione convenzionale di tassa (Tributo che viene corrisposto allo Stato o ad altro ente pubblico per il godimento di certi servizi), esattamente come l'aggettivo "mafioso" venne utilizzato per la prima volta nel 1863, nello spettacolo teatrale “I mafiusi della Vicaria”, che a quei tempi metteva in evidenza l’anomalia di un sistema sociale antitetico a quello del neonato Stato liberale.
Vi sono differenti livelli d'analisi: la tassa mafiosa ha una dimensione economica, assai rilevante, ma produce anche effetti perversi sul piano politico e sociale, con effetti destabilizzanti per il sistema politico e il regime democratico anzitutto.
Dal punto di vista culturale, le cosiddette basi morali della Tassa Mafiosa sono costituite sostanzialmente dal perverso intreccio tra familismo amorale, clientelismo e mentalità mafiosa.
Bibliografia
Farina P., La Tassa Mafiosa - a proposito di Mafia e di Corruzione, tesi di laurea, Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Milano, 2012