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Fino a pochi anni fa, la Puglia poteva essere ritenuta un’area immune dal fenomeno mafioso, oggi alle tre mafie storiche quali camorra, ‘ndrangheta e mafia si aggiunge quella che comunemente viene definita la quarta mafia ovvero la Sacra Corona Unita. Per capire questo fenomeno sviluppatosi negli anni Ottanta, decisamente più recente rispetto alla nascita delle altre organizzazioni, le quali infatti trovano terreno fertile già dalla seconda metà del Ottocento e l’inizio del Novecento, è necessario fare un passo indietro ed analizzare le dinamiche e le specificità che hanno dato vita a questa nuova forma di associazione per delinquere di stampo mafioso. Innanzitutto è necessario fare riferimento alla diffusione per contiguità territoriale che avviene nel territorio pugliese per mano delle organizzazioni calabresi e campane ad esso vicine. <ref>La commissione parlamentare antimafia ha approvato nel 1994 una relazione su insediamenti e infiltrazioni di soggetti e organizzazioni di tipo mafioso in aree non tradizionali (Commissione parlamentare antimafia 1994a, 1994b). In tale relazione non viene presa in considerazione la Puglia, che è ritenuta una delle regioni di tradizionale insediamento mafioso.</ref> La Puglia può dunque essere considerata la prima delle regioni italiane che per prossimità hanno sviluppato una un nuova mafia: | Fino a pochi anni fa, la Puglia poteva essere ritenuta un’area immune dal fenomeno mafioso, oggi alle tre mafie storiche quali camorra, ‘ndrangheta e mafia si aggiunge quella che comunemente viene definita la quarta mafia ovvero la Sacra Corona Unita. Per capire questo fenomeno sviluppatosi negli anni Ottanta, decisamente più recente rispetto alla nascita delle altre organizzazioni, le quali infatti trovano terreno fertile già dalla seconda metà del Ottocento e l’inizio del Novecento, è necessario fare un passo indietro ed analizzare le dinamiche e le specificità che hanno dato vita a questa nuova forma di associazione per delinquere di stampo mafioso. Innanzitutto è necessario fare riferimento alla diffusione per contiguità territoriale che avviene nel territorio pugliese per mano delle organizzazioni calabresi e campane ad esso vicine. <ref>La commissione parlamentare antimafia ha approvato nel 1994 una relazione su insediamenti e infiltrazioni di soggetti e organizzazioni di tipo mafioso in aree non tradizionali (Commissione parlamentare antimafia 1994a, 1994b). In tale relazione non viene presa in considerazione la Puglia, che è ritenuta una delle regioni di tradizionale insediamento mafioso.</ref> La Puglia può dunque essere considerata la prima delle regioni italiane che per prossimità hanno sviluppato una un nuova mafia: | ||
«Così che per una serie di attività illecite rappresenta da tempo immemorabile una sorta di terreno naturale di sconfinamento, a volte con sortite rapide quanto micidiali (si pensi ai sequestri di persona consumati negli anni ’70-80 dal Salento al nord Barese ed ai grossi sbarchi di tabacchi lavorati esteri, droga ed armi lungo le estese coste della regione) e di progetto, non nuovo, di farne una vera e propria terra di conquista | ''«Così che per una serie di attività illecite rappresenta da tempo immemorabile una sorta di terreno naturale di sconfinamento, a volte con sortite rapide quanto micidiali (si pensi ai sequestri di persona consumati negli anni ’70-80 dal Salento al nord Barese ed ai grossi sbarchi di tabacchi lavorati esteri, droga ed armi lungo le estese coste della regione) e di progetto, non nuovo, di farne una vera e propria terra di conquista criminale''»<ref>Maritati 1993, p.120</ref> | ||
Sono proprio i sequestri di persona che hanno rappresentato un punto di incontro tra esponenti della ‘ndrangheta calabrese e i delinquenti comuni. Un altro fattore è stato quello dell’invio al soggiorno obbligato nella regione, di esponenti appartenenti alle organizzazioni mafiose tradizionali. Nacque quindi una vera e propria divisione dei territori, Cosa nostra più rilevante nelle province di Brindisi e Lecce, le cosche calabresi nell’area di Taranto e la camorra nel Foggiano. Proprio da quest’ultima area partì quel processo di colonizzazione che faceva capo a Raffaele Cutolo. | Sono proprio i sequestri di persona che hanno rappresentato un punto di incontro tra esponenti della ‘ndrangheta calabrese e i delinquenti comuni. Un altro fattore è stato quello dell’invio al soggiorno obbligato nella regione, di esponenti appartenenti alle organizzazioni mafiose tradizionali. Nacque quindi una vera e propria divisione dei territori, Cosa nostra più rilevante nelle province di Brindisi e Lecce, le cosche calabresi nell’area di Taranto e la camorra nel Foggiano. Proprio da quest’ultima area partì quel processo di colonizzazione che faceva capo a Raffaele Cutolo. |
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