Mafie a Frosinone
La provincia di Frosinone è storicamente interessata da insediamenti di organizzazioni camorristiche, in particolare dal clan Mallardo e dal clan dei Casalesi. Come accaduto in altre province del Lazio, negli anni si sono sviluppate anche consorterie criminali di matrice nomade, come i Di Silvio e gli Spada, attivi nel traffico di sostanze stupefacenti e nell’usura[1].
I clan operanti in provincia di Frosinone
Il Clan Spada
Nella provincia di Frosinone è attivo anche il Clan Spada, dedito al traffico e allo spaccio di stupefacenti e all’usura. Nel 2018 il Gip di Frosinone dispose gli arresti domiciliari per Antony, Eric e Tony Spada e Roberto Di Silvio accusati di aver minacciato gli avventori dell’esercizio commerciale “Seventies”[2]. Il proprietario e i dipendenti del locale raccontarono che a volte le minacce erano accompagnate da schiaffi e botte[3].
Clan italo-albanese
Nel giugno 2018 si concluse un’operazione contro un gruppo criminale albanese-italiano[4]. L'indagine smantellò il sodalizio con sede a via Bellini, nel pieno centro della città di Frosinone. Nell'edificio, oltre alla vendita degli stupefacenti, i soggetti si occupavano anche del taglio e della lavorazione della cocaina per poi cederla in dosi alla vasta clientela[5].
I clan di Cassino
La Procura di Cassino, paese a pochi chilometri da Frosinone, individuò un ulteriore gruppo dedito allo spaccio di droga nella centrale piazza Labriola[6]. La consorteria guidata da Elio Panaccione si scontrò con un gruppo rivale e riuscì ad imporsi mediante la violenza[7].
Il Gip di Cassino Massimo Lo Mastro scrisse che Panaccione creò assieme al suo collaboratore Carlino Luca detto “Blanco” un clima di terrore ed esercitò, assieme al suo gruppo, un controllo esclusivo su Piazza Labriola, aggredendo tutti gli spacciatori a lui non affiliati che tentavano di vendere nella suddetta piazza[8].
Il Tribunale di Cassino riconobbe l’aggravante del metodo mafioso nei confronti di Panaccione, divenuto nel frattempo collaboratore di giustizia, e lo condannò per tentato omicidio[9].
Note
- ↑ Osservatorio Tecnico-Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio, "IV Rapporto Mafie nel Lazio", 2019, pp.206-207
- ↑ "IV Rapporto Mafie nel Lazio", op.cit., p.209
- ↑ Ibidem
- ↑ Ibidem/ref> di tipo piramidale<ref>Elvira Tamburelli, "Ordinanza di custodia cautelare a carico di Kercanaj Andrea+ altri", 2018, Citato in "IV Rapporto Mafie nel Lazio", op. cit., p.208
- ↑ Ibidem
- ↑ "IV Rapporto Mafie nel Lazio", op.cit., p.209
- ↑ Antonello Bracaglia Morante, "Ordinanza di custodia cautelare a carico di Tony Spada + altri", pp.301-318, Citato in "IV Rapporto Mafie nel Lazio", op. cit., pp. 210-211.
- ↑ Ibidem
- ↑ "IV Rapporto Mafie nel Lazio", op.cit., p.211
Bibliografia
- Osservatorio Tecnico-Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio (2019). "IV Rapporto Mafie nel Lazio".