Strage del Bar Fulmine

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La Strage del bar Fulmine è un attentato camorristico avvenuto il 18 maggio 1992 e rappresenta l'episodio più sanguinoso e cruento della Faida di Mugnano.

La Strage

Il Bar Fulmine, sito in via Monterosa nel cuore del quartiere di Secondigliano, era il fortino e luogo di ritrovo del potente clan Prestieri, fidati luogotenenti del Clan Di Lauro. Verso le 11:30 di mattina erano seduti ai tavolini del bar Raffaele e Rosario Prestieri, quando otto uomini a bordo di quattro moto spararono contro di loro armati di kalashnikov.

Il bilancio della strage fu drammatico: quattro morti, tra cui i due boss, e tre feriti. Il commando, per coprire le proprie tracce, aveva infatti addirittura lanciato una bomba russa M75.

La faida di Mugnano

L'episodio segnò il punto di non ritorno nella faida di Mugnano, che vedeva contrapposti i Di Lauro agli scissionisti guidati da Antonio Ruocco, detto Capa 'e seccia, che contestavano il potere dei Di Lauro, dopo l'uccisione da parte loro dello storico boss di Secondigliano e Scampia, Aniello Lamonica, detto 'o Pazzo.

La rappresaglia scattò immediatamente contro i familiari di Ruocco, la madre Angela Ronga e il fratello Sebastiano. Poi toccò a Rocco Capuozzo, detto Rocchino, tra i partecipanti al commando, ucciso in un salone da barbiere da Antonio Abbinante, prima con un colpo di pistola alla testa, poi, siccome non era ancora morto, gli sfondò il cranio con il calcio della pistola. La pistola, con ancora i resti del cervello di Capuozzo, venne regalata a Maurizio Prestieri, oggi collaboratore di giustizia, come regalo dopo la morte dei fratelli.

Poi venne la volta di Alfredo Negri, altro membro del commando, torturato e bruciato vivo. Infine, quando Antonio Ruocco decise di collaborare con la giustizia, i Di Lauro uccisero il figlio di Rocco Capuozzo davanti alla madre, mentre si trovavano al cimitero sulla tomba del padre.

Dopo quest'ultimo omicidio, Paolo Di Lauro, "Ciruzzo 'o milionario", divenne il signore incontrastato di Secondigliano e del narcotraffico a Napoli, trasformando Scampia nella piazza di spaccio di droga più grande d'Europa.

Bibliografia

  • Saviano Roberto (2006). Gomorra, Milano, Mondadori.