Locale di Como
La Locale di Como è una Locale di 'ndrangheta che, come risulta dall'operazione Fiori della Notte di San Vito, è costituita da soggetti in prevalenza originari di Giffone (RC)[1].
La storia
La Locale di Como era una delle più importanti nel 1976 quando si decise, nel corso di un Summit in un ristorante di Laglio, di costituire una “camera di passaggio” per gli ‘ndranghetisti che volevano trasferirsi al nord. Stava per essere scelta proprio questa Locale come “camera di passaggio”, ma poi venne preferita quella di Milano. La Locale di Como ha subito molte defezioni, da parte di alcuni affiliati, a favore di altre Locali, come quella di Senna Comasco, Varese e Appiano Gentile.
Bar di ritrovo
Secondo la Corte d’Appello, il bar di ritrovo di questa Locale sarebbe stato il bar “San Rocco” di Como. La mancata frequentazione di questo bar, come nel caso dei figli di Rosario Saporito, sarebbe stata vista come un “distacco” dall'associazione.
Le attività
Como sarebbe stata il “fulcro” di alcune delle attività storiche della ‘ndrangheta, come il contrabbando di sigarette e il controllo delle case da gioco, proprio per la vicinanza alla Svizzera e la presenza del Casinò di Campione d’Italia. Per quanto riguarda i traffici di droga, essi iniziarono nei primi anni Novanta, visto che precedentemente i vertici del Locale erano contrari. Dal 1990, invece, sempre secondo la Corte d’Appello, la carica di capo società sarebbe stata detenuta da personaggi legati a questo tipo di traffici, come Rosario Saporito, Giuseppe Marcenò e Sabino Lupatelli.
Bibliografia
- Lucilio Gnocchi, Sentenza n. 1968/98 contro "Mazzaferro + 126", Corte d'Appello di Milano - Sezione I penale, 12/07/1999
Note
- ↑ Lucilio Gnocchi, Sentenza n. 1968/98 contro "Mazzaferro + 126", Corte d'Appello di Milano - Sezione I penale, 12/07/1999, pagg. 645-646