Clan Esposito
Il Clan Esposito, anche conosciuto come "Clan dei Muzzoni", è un cartello camorristico operante nella città di Sessa Aurunca, comune della provincia di Caserta ai confini con il Lazio. Il soprannome «Muzzoni» deriva da un termine dialettale usato per alludere a una corporatura tarchiata e probabilmente è stato adottato anche per via del fatto che il cognome "Esposito" è molto comune in Campania[1].
Storia
Dedito principalmente alle estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori e al controllo degli appalti pubblici, nel 1982 durante la faida tra la Nuova Famiglia e la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, il clan si schierò con Antonio Bardellino. Già in quegli anni, il clan rivelò la sua matrice familistica, risultando composto dai parenti più stretti e amici più fidati.
Quando scoppiò la faida interna al Clan dei Casalesi, si schierarono con Giuseppe Quadrano, che si opponeva insieme a Nunzio De Falco e Sebastiano Caterino allo strapotere delle famiglie di Francesco Schiavone e di Francesco Bidognetti, i quali potevano contare sull’appoggio di forti alleati come Vincenzo e Michele Zagaria[2].
L’omicidio di Alberto Beneduce
L'uccisione di Alberto Beneduce, il 1° agosto 1990, ritenuto capo dell'omonimo clan operante a Baia Domizia, e del suo guardaspalle, Armando Miraglia, secondo le risultanze delle indagini rientrò nell'ambito della lotta tra organizzazioni in lotta per il predominio dei traffici illeciti, in particolare della droga, tra Mondragone ed il basso Lazio.
I due furono attirati in un tranello, uccisi con colpi di pistola ed i loro cadaveri dati alle fiamme all'interno del bagagliaio di una vettura trovata nella zona di Piedimonte di Sessa Aurunca. Alberto Beneduce, napoletano trapiantato a Baia Domizia, secondo quanto dichiarato anche da alcuni collaboratori di giustizia, fu ucciso perché, grazie anche all'amicizia con Michele Zagaria, aveva esteso la propria attività e invaso le zone di influenza dei clan Esposito e La Torre[3].
L’omicidio di Alberto Varone
Il 24 luglio 1991, in località “Acqua Galena” tra i comuni di Francolise, Sessa Aurunca e Teano, fu ritrovato il corpo senza vita di Alberto Varone, imprenditore sessano che mai si era piegato alle richieste del clan Esposito e per il cui omicidio il boss Mario Esposito fu condannato all’ergastolo.
L’arresto del capo-clan
Mario Esposito fu arrestato in Spagna nel 1994 e poi estradato in Italia, dove sta scontando la sua pena dell'ergastolo. Una sentenza della Cassazione emessa il 24 gennaio del 2019 ha stabilito che Esposito debba scontare in Italia solo 30 anni e non il carcere a vita, così come prevede la legge spagnola, dove non è previsto l'ergastolo.
Sarebbe stato liberato nel 2019, sennonché i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia attivarono una veloce e complessa procedura con le autorità spagnole che, altrettanto rapidamente, recepirono il mandato d'arresto europeo, accordando una estensione della pregressa estradizione. Per cui Mario Esposito potrà essere giudicato in Italia anche per l’omicidio di Fernando Brodella dell’agosto 1991 e dovrà rispondere dei reati di «omicidio premeditato, detenzione illegale di armi e distruzione di cadavere, aggravati dall'aver commesso il fatto al fine di agevolare la realizzazione delle finalità illecite perseguite della organizzazione di stampo camorristico denominata "Clan La Torre"».
Esposito avrebbe ucciso Brodella su richiesta del boss di Mondragone, Augusto la Torre, che in quel periodo era in carcere. Brodella sarebbe stato affetto da Aids e avrebbe nascosto questo particolare anche al capo del clan, continuando ad avere rapporti con diverse donne frequentate dallo stesso Augusto La Torre. Esposito lo convocò in una masseria isolata nelle campagne di Sessa Aurunca e gli sparò alcuni colpi di pistola, facendone sparire il cadavere[4].
Gli ultimi anni
Nel corso degli anni il clan Esposito è stato indebolito dai numerosi arresti di elementi di spicco. Nel 2002 furono arrestati in Spagna Gaetano Di Lorenzo e Francesco Zuccheroso Francesco, quest’ultimo fratello del boss Luigi, mentre Vincenzo Gallo fu arrestato in un albergo della capitale[5].
L’indebolimento del clan Esposito ha da tempo determinato l’emersione di piccoli gruppi molto eterogenei e dediti per lo più alla vendita di stupefacenti e alle estorsioni[6].
L’11 gennaio 2023, all’indomani della scarcerazione del boss Di Lorenzo per fine pena, i Carabinieri hanno smantellato una fiorente piazza di spaccio, gestita dal genero e dal nipote del boss che ha portato all’arresto di 8 persone: Ernesto Simeone e Giuseppe Di Lorenzo (entrambi finiti in carcere), genero e nipote del boss e altri due affiliati Luca e Carlo D'Angelo, insieme alle rispettive compagne e ad altre due persone[7].
L'indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha confermato la piena operatività del clan. Dagli accertamenti è emerso che Simeone e Di Lorenzo jr controllavano lo spaccio in tutta la cittadina del Casertano e nell'intera zona fino al mare e alla città di Mondragone, imponendo soltanto i propri uomini e minacciando e picchiando coloro che spacciavano in autonomia; i due indagati minacciavano anche i clienti, che non potevano che rifornirsi da loro. Nella maggior parte dei casi bastava il nome e la parentela di peso dei due per superare i contrasti che sorgevano con altri gruppi di pusher, o comunque per ottenere rispetto[8].
Note
- ↑ Riferimento in Redazione Napolitan, Il nuovo modo di leggere Napoli, La storia del “clan dei Muzzoni”, Napolitan.it, 28 settembre 2015
- ↑ Raffaele Sardo (2008). La bestia, Milano, Melampo Editore, p. 144
- ↑ Caserta sette, Omicidio Alberto Beneduce a Baia Domizia; due nuove ordinanze, Casertasette.com, 21 aprile 2007
- ↑ Raffaele Sardo, Sessa Aurunca. Il boss dei Muzzoni, Mario Esposito resta in carcere, La Repubblica, 3 ottobre 2019
- ↑ Direzione Investigativa Antimafia, Relazione 2° Semestre 2002, p. 62
- ↑ Direzione Investigativa Antimafia, Relazione 1° semestre 2020, p. 221
- ↑ Il Mattino, Sessa Aurunca, smantellata piazza di spaccio. Otto arresti nel clan Esposito, 11 gennaio 2023
- ↑ Ansa, Smantellata “piazza di spaccio” del clan Esposito, 8 arresti, 11 gennaio 2023
Bibliografia
- Direzione Investigativa Antimafia (2001). Relazione 2° Semestre 2002, Roma.
- Direzione Investigativa Antimafia (2021). Relazione 1° Semestre 2020, Roma.