Giuseppe Insalaco
Giuseppe Insalaco (San Giuseppe Jato, 12 ottobre 1942 - Palermo, 12 gennaio 1988) è stato un politico italiano, Sindaco di Palermo per 100 giorni, ucciso da Cosa Nostra a seguito di denunce scomode contro la mafia e il rapporto di quest'ultima con lo Stato.
Biografia
Giuseppe Insalaco, figlio di carabiniere, nasce a San Giuseppe Jato in provincia di Palermo. Nato e cresciuto negli ambienti della Democrazia Cristiana siciliana, aveva l'animo rivoluzionario. Proprio questo suo carattere lo portò a tentare un rinnovamento sia all'interno del partito sia, più tardi, nel Comune di Palermo. Peppuccio Insalaco, come lo chiamavano le persone a lui più vicine, viene ricordato per il suo coraggio e la sua forza nel non cedere ai compromessi. Sposato e padre di due figli, Ernesta e Luca, il 17 aprile 1984 diventa Sindaco di Palermo e vi resterà in carica per tre mesi, fino al 13 luglio 1984.
Il Sindaco dei 100 giorni
Alla sua prima occasione pubblica da sindaco, ovvero durante l'anniversario dell'omicidio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, fece tappezzare gran parte della città con manifesti dell'amministrazione comunale, in cui venivano denunciati gli omicidi per mano mafiosa. Fu la prima volta in cui comparve la parola mafia [1].
Le elezioni amministrative del 1980 vennero dunque vinte dalla Democrazia Cristiana che, provvista di una maggioranza enorme in Consiglio comunale, avrebbe potuto governare con tranquillità. Invece non andò così, perchè il progetto di rivoluzione di Giuseppe Insalaco non era ben visto dal suo stesso partito che, in quegli anni, subiva l'influenza di Vito Ciancimino. Così, piano piano, fu allontanato.
Nel progetto di rottura col passato, Giuseppe Insalaco si concentrò soprattutto sul sistema degli appalti. Egli voleva che non ci fossero più trattative private in base alle quali assegnare gli appalti, bensì gare pubbliche aperte a tutti. Il 6 luglio 1984 venne ratificata questa decisione, durante il Consiglio comunale. Gli atti vennero poi trasferiti dallo stesso sindaco alla Procura della Repubblica ed alla Commissione antimafia [2].
In un'intervista rilasciata a Saverio Lodato, Giuseppe Insalaco disse: “Ci sono gruppi economici e affaristici i cui interessi spesso coincidono con quelli della pubblica amministrazione. Per il loro peso e i loro intrecci riescono spesso a condizionare scelte che in situazioni normali dovrebbero essere di competenza della classe politica” [3].
Inevitabilmente, Giuseppe Insalaco cominciò ad essere un fastidio per la criminalità organizzata e gli affaristi. Così, nel tentativo di isolarlo, vennero gettati su di lui sospetti di collusione e, inoltre, venne accusato di interesse privato in atti d'ufficio. A quel punto, Giuseppe Insalaco si dimise dalla carica di sindaco.
L'incontro con Giovanni Falcone
Tutte le accuse su Giuseppe Insalaco arrivarono in forma anonima in due esposti. Insalaco venne arrestato per una vicenda legata alla cessione di terreni di un istituto del quale era commissario ed iniziò un processo che non ebbe mai conclusione.
Il 3 ottobre 1984, in una deposizione davanti alla Commissione parlamentare antimafia, Insalaco disse: “Non sono un democristiano pentito, ma sono venuto qui per dire quello che penso della DC palermitana, degli affari, dei grandi appalti, di Ciancimino, dei perversi giochi che mi hanno costretto alle dimissioni dopo appena tre mesi” [4].
Giuseppe Insalaco andò 5 volte da Giovanni Falcone per denunciare legami e situazioni che non lo convincevano. Dopo la sua morte, Giovanni Falcone, durante un Convegno all’inizio degli anni Novanta disse queste parole: “L’omicidio Insalaco costituisce l’eloquente conferma che gli antichi ibridi connubi fra la criminalità mafiosa e occulti centri di potere costituiscono tuttora nodi irrisolti con la conseguenza che, fino a quando non sarà fatta piena luce su moventi e mandanti dei nuovi come dei vecchi omicidi eccellenti, non si potranno fare molti passi avanti” [5].
L'avvertimento
Dopo la deposizione in Commissione antimafia, mentre Giuseppe Insalaco si stava recando a Roma per un’intervista in Rai la sua auto, parcheggiata sotto casa (nello stesso palazzo di Giovanni Falcone), venne rubata e data alle fiamme [6].
L'arresto
Nel febbraio 1985 Giuseppe Insalaco venne arrestato e, dopo aver rilasciato molte deposizioni al Consigliere Antonino Caponnetto ed al Giudice istruttore Giovanni Falcone, ad agosto ottenne la libertà provvisoria [7].
L'omicidio
La mafia non dimentica e, dopo essere stato lasciato solo per molto tempo, il 12 gennaio 1988 Giuseppe Insalaco venne assassinato per mano mafiosa. Due ragazzi, a bordo di una vespa, si avvicinarono alla sua auto parcheggiata in Via Cesareo a Palermo e spararono cinque colpi di pistola [8].
Il processo
L'indagine per l’omicidio di Giuseppe Insalaco venne avviata a carico di ignoti. Ci furono due anni di indagini senza ottenere nulla. I primi ad occuparsi del caso furono i Pm Ayala e Di Pisa. Poi, finalmente, le carte arrivano a Giovanni Falcone. I killer lasciarono numerose tracce: la pistola abbandonata sul luogo del delitto (una 357 Magnum), un casco, un ciuffo di capelli e tracce di sterco di gallina. Per quattro mesi la polizia scientifica lavorò alle tracce. Poi, una mattina del novembre 1989, vennero riesumati tre cadaveri appartenenti a tre ragazzi uccisi in un mercato qualche settimana prima. Le ricerche della polizia dissero, però, che quei ragazzi non c'entravano niente con la morte di Insalaco. Tuttavia, successivamente si scoprì che il killer dei tre ragazzi era un professionista appartenente ad una cosca potentissima. L'inchiesta ripartì, a quel punto, da zero [9]
Gli esecutori dell’omicidio di Giuseppe Insalaco vennero identificati in Nino Galliani e Domenico Guglielmini che, insieme a Domenico Ganci, vennero considerati i componenti del commando [10].
Cassazione
Il 17 dicembre 2001 vennero confermati gli ergastoli, chiesti precedentemente, per Domenico Ganci e Domenico Guglielmini [11].
L'eredità di Giuseppe Insalaco
Giuseppe Insalaco, che viene ricordato come “il sindaco dei cento giorni”, lasciò in eredità alla sua città molte carte e documenti che fecero tremare Palermo. Il materiale venne pubblicato da Saverio Lodato per L'Unità e da Attilio Bolzoni per La Repubblica. In quelle carte, Insalaco faceva i nomi di personaggi noti ed esponenti della DC palermitana, denunciando il sistema di gestione degli appalti [12]. Tra i nomi più importanti contenuti in quei documenti vi erano quelli dell'eurodeputato Salvo Lima, dei finanzieri Nino e Ignazio Salvo, del funzionario del Sisde Bruno Contrada, di Vito Ciancimino, di Giulio Andreotti, del ministro per gli Affari regionali Aristide Gunnella, dei giudici Salvatore Palazzolo e Carmelo Carrara, e di Arturo Cassina signore degli appalti comunali e cavaliere del Santo Sepolcro [13]. Nel suo memoriale scrisse: “Ho paura, me la faranno pagare” [14].
In ricordo di Giuseppe Insalaco
- Il 21 marzo 2016, a San Giuseppe Jato in piazza della Libertà, è stata scoperta una targa in memoria di Giuseppe Insalaco. A scoprire la targa i figli Ernesta e Luca, il fratello Mimmo e la moglie Piera Salamone. L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con l’istituto comprensivo “Riccobono”. La targa è stata donata da una fabbrica di marmi di Piana degli Albanesi [15].
- L’11 ottobre 2016, in Via Cesareo a Palermo, sul luogo dell’omicidio, è stata scoperta una targa in memoria di Giuseppe Insalaco [16].
Per saperne di più
Libri
Bianca Stancanelli, La città marcia, Marsilio Editore, 2016.
Video
Sergio Ruffino, I due volti di Palermo, Documentario, 2016.
Note
- ↑ Giorgio Bongiovanni, Giuseppe Insalaco il sindaco dei cento giorni ucciso dallo Stato mafia, Antimafia Duemila, 13 gennaio 2017
- ↑ Giuseppe Insalaco vittima di mafia, 12 gennaio 2011, 19luglio1992
- ↑ Giorgio Bongiovanni, Giuseppe Insalaco il sindaco dei cento giorni ucciso dallo Stato mafia, Antimafia Duemila, 13 gennaio 2017
- ↑ Giuseppe Insalaco vittima di mafia, 12 gennaio 2011, 19luglio1992
- ↑ Giorgio Bongiovanni, Giuseppe Insalaco il sindaco dei cento giorni ucciso dallo Stato mafia, Antimafia Duemila, 13 gennaio 2017
- ↑ Biografia di Giuseppe Insalaco, Ministero dell'Interno
- ↑ Giuseppe Insalaco vittima di mafia, 12 gennaio 2011, 19luglio1992
- ↑ Maria Francesca Chiappe, Conosceva mafia e potere ecco perchè morì Insalaco, Unione Sarda, 16 marzo 2016
- ↑ Attilio Bolzoni, [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/11/03/misteri-del- delitto-insalaco.html I misteri del delitto Insalaco], La Repubblica, 3 novembre 1989
- ↑ Biografia di Giuseppe Insalaco, Ministero dell'Interno
- ↑ Giuseppe Insalaco vittima di mafia, 12 gennaio 2011, 19luglio1992
- ↑ Biografia di Giuseppe Insalaco, Ministero dell'Interno
- ↑ Giorgio Bongiovanni, Giuseppe Insalaco il sindaco dei cento giorni ucciso dallo Stato mafia, Antimafia Duemila, 13 gennaio 2017
- ↑ Maria Francesca Chiappe, Conosceva mafia e potere ecco perchè morì Insalaco, Unione Sarda, 16 marzo 2016
- ↑ Leandro Salvia, San Giuseppe Jato il Comune scopre una targa in memoria di Giuseppe Insalaco Monreale News.it, 22 marzo 2017
- ↑ [https://newsicilia.it/cronaca/palermo-scoperta-targa-in- memoria-insalaco-sindaco-dei-100-giorni/185030 Palermo scoperta la targa in memoria di Insalaco il sindaco dei 100 giorni] New Sicilia.it, 11 marzo 2016
Bibliografia
- Archivio Antimafia Duemila
- Archivio New Sicilia
- Archivio Monreale News
- Ministero dell’Interno
- 19luglio1992 Blog
- Unione Sarda
- Marsilio Editori