Summit di Paderno Dugnano
Il 31 Ottobre 2009, a Paderno Dugnano (MI) presso il Circolo Arci "Falcone e Borsellino" di piazza Falcone e Borsellino n. 2 si tenne uno dei più importanti summit di 'ndrangheta in Lombardia. Più di trenta affiliati delle Locali lombarde. presero alcune decisioni fondamentali in merito alla ristrutturazione dei vertici della "Lombardia", tra cui la nomina, su proposta di Pino Neri, di Pasquale Zappia a Mastro Generale per la Lombardia, incaricato di tenere i rapporti e contatti con la Calabria.
Al summit parteciparono:
- Arturo Baldassarre
- Salvatore De Marco
- Vincenzo Mandalari
- Pasquale Emilio Sarcina
- Leonardo Antonino Chiarella
- Cosimo Raffaele Magnoli
- Giuffrido Tagliavia
- Pietro Francesco Panetta
- Salvatore Ferraro
- Rocco Ascone
- Pasquale Zappia
- Domenico Sandra Commisso
- Annunziato Giuseppe Moscato
- Candeloro Pio
- Alessandro Manno
- Luigi Vona
- Giuseppe Furci
- Salvatore Muscatello
- Antonino Lamarmore
- Giovanni Ficara
- Nicola Lucà
- Giuseppe Antonio Neri
- Francesco Muià
L'incontro fu organizzato principalmente da Vincenzo Mandalari, capo Locale di Bollate, che ha programmato orario e luogo del summit, le modalità attraverso cui occultarlo e i partecipanti legittimati a prendervene parte. Fu deciso che avrebbero preso parte due esponenti per ciascuna Locale lombarda[2].
Un ruolo particolarmente rilevante durante l'incontro fu riservato a Pino Neri, storico affiliato alla 'ndrangheta lombarda, che aprì la riunione.
- Neri:"Intanto io vi saluto a tutti e vi dico che sono contento che ci siamo trovati qua stasera perché se siamo qui è perché tutti evidentemente ci teniamo allo stesso scopo, siamo venuti qua per lo stesso scopo, e quindi è già un punto di partenza, siamo tutti al corrente di quello che si deve parlare stasera ed io vi accenno perché parlo io!”
L'oggetto del discorso si spostò su Carmelo Novella, il boss secessionista che pretendeva di rendere la Lombardia autonoma rispetto al governo centrale della 'ndrangheta, e ucciso il 14 luglio 2008.[3]
- Neri:“Comunque noi siamo stati giù e ci siamo trovati in occasione che facevano le cariche della Calabria. In quell’occasione tutti gli uomini della Calabria iniziarono il discorso, che non è relativo solo alla “Lombardia” . Questo è un chiarimento che voglio fare. Calabria, Lombardia e tutte le parti hanno stabilito “patti e prescrizioni” che valgono non solo per la Lombardia ma pure per tutti. Eravamo una trentina di cristiani quel giorno là e si venne a dire che è arrivato il momento di mettere un freno, ma per il bene di tutti noi, perché io penso che se noi ci teniamo veramente, vogliamo che le cose funzionino per bene. C’è stato un po’ di sbandamento e si è detto: Non parliamo di quello che è passato, di quello che è, perché non ha senso! Perché noi dobbiamo pensare a “cogghimu” (raccogliere, riunire, sistemare) e non a dividere”.[4]
In sostanza si confermò la centralità della direzione centrale della madrepatria calabrese, e l'uguaglianza tra i membri delle Locali della Lombardia.
- Neri: “Abbiamo riunito a questo tavolo tutti questi degni responsabili e per dire che tutti siamo uguali responsabili non uno ne ha di più, non uno ne ha in meno, perché questi che siamo seduti a tavola abbiamo tutti pari responsabilità, perché noi questo vogliamo! E questo vogliono gli uomini! questo vuole la logica e la regola! Ognuno è responsabile del proprio Locale, tutti sono responsabili della Lombardia, i Locali in Lombardia per essere riconosciuti in Calabria devono rispondere qua”. [5]
Successivamente prese parola Vincenzo Mandalari, che riportò il discorso sulla fondamentale scelta di Pasquale Zappia a Mastro Generale per la Lombardia, la massima carica che un affiliato della 'ndrangheta possa rivestire nella regione.
- Mandalari: “Dobbiamo fare in modo – dice il boss – di creare una figura, in mezzo a noi, una sola figura, un MASTROGENERALE per la Lombardia a cui, ognuno di noi deve passare qualcosa. Questa è l’armonia”.
- Neri: “Io direi che come figura, per quanto mi riguarda darei il voto a Pasquale Zappia”. Di seguito prende la parola il prescelto. “Io – dice compare Zappia – questa responsabilità se me l’avete data, mi tocca prendermela, però ognuno è responsabile del proprio Locale”. Gli altri annuiscono e confermano: “Solo così abbiamo tutti un punto di riferimento, e rimane fermo ognuno nel proprio Locale è sovrano”[6]
Bibliografia
- Andrea Ghinetti, Ordinanza di applicazione coercitiva con mandato di cattura - Procedimento Penale n. 43733/06 R.G.N.R., Tribunale di Milano - Ufficio GIP, 5 luglio 2010
Note
- ↑ http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07/13/il-summit-di-mafia-al-circolo-di-falcone-e-borsellino/39411/"Il summit di mafia al circolo intitolato ai giudici Falcone e Borsellino", Davide Milosa, Il Fatto Quotidiano, 13 luglio 2010.
- ↑ Andrea Ghinetti, Ordinanza di applicazione coercitiva con mandato di cattura - Procedimento Penale n. 43733/06 R.G.N.R., Tribunale di Milano - Ufficio GIP, 5 luglio 2010 p.96
- ↑ citato in Davide Milosa
- ↑ Ibidem
- ↑ Ibidem
- ↑ Ibidem