Tommaso Buscetta
Vita
Pentimento
Maxiprocesso
La strage dei Buscetta
La mappa delle famiglie
Così Buscetta disegna la mappa del potere di Cosa Nostra sulla città di Palermo:
- Porta Nuova: guidata da Pippo Calò, Salvatore Lo Presti, Gaetano Carollo, Giovanni Carollo, Salvatore Cocuzza
- San Lorenzo - Partanna: famiglie Bonanno, Madonia, Riccobono
- Uditore: famiglie Buscemi, Sciarrabba, Bonura
- Villagrazia: Vernengo, Pullarà, Bontade
- Corso dei Mille: Zanca, Marchese, Tinnirello
- Kalsa: Spadaro, Senapa
- Ciaculli: Greco, Prestifilippo, Puccio
Nel circondario di Palermo, questa è la suddivisione delle famiglie:
- Cinisi - Partinico: Di Maggio, Badalamenti, Coppola, Pipitone
- Bagheria: Alfano, Greco, Scaduto
- Corleone - Altofonte - San Giuseppe Jato: Bagarella, Brusca, Di Carlo, Geraci, Provenzano, Mutisi, Salomone, Luciano Liggio
Altre dichiarazioni
Buscetta parlò di Antonino Salomone, mafioso dello schieramento perdente della Seconda Guerra di Mafia. Salomone tornò in Italia dal Brasile, dove si era trasferito e dove aveva avviato un'attività di costruzioni edili. Salomone era intanto divenuto cittadino brasiliano, e ciò rendeva ancora più inspiegabile il suo ritorno in Italia. Tommaso Buscetta affermò di avere la certezza matematica del fatto che Antonino Salomone avesse lasciato il Brasile per non essere costretto ad ucciderlo. Salomone era considerato il tramite tra i corleonesi e le famiglie americane per il traffico di stupefacenti. Antonino Salomone era stato poi arrestato nel 1984.
Quando fu chiamato a parlare al Maxiprocesso, Salomone smentì le dichiarazioni di Buscetta, affermando che l'odio tra le loro famiglie rimaneva invariato (odio che risaliva, a suo dire, addirittura all'essersi rifiutato di essere padrino del figlio di Tommaso Buscetta). Salomone dichiarò dunque che il suo ritorno in Italia aveva a che fare soltanto con vicende sue personali. Salomone ricordò inoltre di esser già stato condannato per traffico di stupefacenti, alludendo al fatto che il motivo del suo ritorno in Italia poteva anche risiedere in questioni legate al narcotraffico. Salomone negò inoltre di aver mai conosciuto Giovanni Bontade, dopo che quest'ultimo lo interrogò dalle celle dell'aula bunker.