Maria Maesano: differenze tra le versioni

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'''Maria Maesano''' (Isola Capo Rizzuto, [[1973]] - Isola Capo Rizzuto, [[21 settembre]] [[1982]]) è stata una bambina di 9 anni. Fu uccisa mentre pascolava il gregge insieme al padre Gaetano e alla cugina [[Graziella Maesano|Graziella]], a causa della faida in corso tra la sua famiglia e quella dei Lio.


'''Maria Maesano''' ([[1973]]- Le Castella, [[21 settembre]] [[1982]]) è stata una bambina di 9 anni. Fu uccisa mentre pascolava il gregge insieme allo zio Gaetano e alla cugina Maria. L’omicidio fu il risultato di una faida tra la famiglia Maesano e Lio.
== Storia ==
La causa della morte di Maria e di sua cugina Graziella venne individuata nella faida in corso tra la loro famiglia e quella dei Lio.
 
Il brutale omicidio del padre e delle due bambine fu la risposta a un altrettanto efferato delitto avvenuto venti giorni prima, quando Mario Lio, pregiudicato trentunenne esponente della famiglia avversaria, era stato orrendamente sfigurato, ucciso e seppellito nudo in un bosco.
 
Per l’esecuzione di Lio erano stati arrestati Domenico Maesano, il padre della piccola Maria uccisa ieri, il fratello Luigi e i presunti affiliati Fabrizio Pullano, Luigi Cristofaro e Giuseppe Fazio. Mario Lio era già sfuggito a un attentato nelle settimane precedenti, durante il quale era stata uccisa una giovane donna, Palmina Gigliotti, che uditi gli spari aveva cercato di mettere in salvo i propri figli. Anche in quell’occasione erano finiti in carcere due esponenti della ‘ndrina dei Maesano, Filippo Maesano e Antonio Voci, individuati grazie alla denuncia di Mario Lio, che pagò quindi la denuncia con una morte violenta e “senza onore”.
 
Dopo il triplice omicidio, l’unico esponente della famiglia Maesano rimasto in città era un ragazzino di tredici anni: tutti gli altri o erano finiti in galera oppure erano stati uccisi.
 
I responsabili della famiglia Lio non vennero mai individuati, né condannati.
 
== Bibliografia ==
* Massacrate con figlia e nipotino per una «faida» tra clan rivali, La Stampa, 23 settembre 1982.


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