Lea Garofalo: differenze tra le versioni

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Insomma esattamente nello stesso frangente in cui Lea Garofalo cessa ogni contatto con l'esterno, mentre si trova in compagnia di Carlo Cosco, lo stesso Carlo Cosco e Vito avviano una serie di affannosi contatti con i ben noti Venturino e Curcio, che porteranno ad un misterioso ed imprevisto appuntamento notturno con tale Crivaro, che dovrebbe ben sapere che cosa sono andati a fare i suoi amici, preferisce tacere e raccontare menzogne, facendosi tre mesi di carcere e rischiando di farli fare alla moglie.
Insomma esattamente nello stesso frangente in cui Lea Garofalo cessa ogni contatto con l'esterno, mentre si trova in compagnia di Carlo Cosco, lo stesso Carlo Cosco e Vito avviano una serie di affannosi contatti con i ben noti Venturino e Curcio, che porteranno ad un misterioso ed imprevisto appuntamento notturno con tale Crivaro, che dovrebbe ben sapere che cosa sono andati a fare i suoi amici, preferisce tacere e raccontare menzogne, facendosi tre mesi di carcere e rischiando di farli fare alla moglie.


Ce n'è abbastanza per comprendere che quel che accadde è assolutamente anomalo ed è da ricondurre alla scomparsa di Lea Garofalo.      
Ce n'è abbastanza per comprendere che quel che accadde è assolutamente anomalo ed è da ricondurre alla scomparsa di Lea Garofalo.    
   
 
'''Lea Garofalo''', collaboratrice di giustizia, secondo gli ultimi ritrovamenti di alcuni resti carbonizzati in un campo in Brianza non sarebbe stata sciolta in acido ma bensì carbonizzata e solo successivamente sciolta nell'acido. Ciò che perciò è emerso al processo di primo grado, concluso con la condanna all'ergastolo di sei imputati che il 30 marzo 2012 sono stati condannati in primo grado (Carlo Cosco, ex compagno di Lea Garofalo e padre di Denise Cosco, Giuseppe Cosco detto Smith, Vito Cosco detto Sergio, Rosario Curcio, Massimo Sabatino, fidanzato di Denise Cosco, e Carmine Venturino, non corrisponderebbe alla realtà. I resti carbonizzati sono stati ritrovati in un  campo in Brianza e c'è la quasi certezza che appartengano a Lea Garofalo, identificata grazie ad una collanina. Il pubblico ministero di Milano Marcello Tatangelo conferma quanto scritto in un articolo apparso sul quotidiano La Stampa.
 
«''All'identificazione si è arrivati grazie ad una collana della donna''»
 
Il magistrato afferma di non poter fornire dettagli sulla persona che ha indicato il luogo dove erano seppellite le ossa (della collaboratrice di giustizia).
 
In vista del processo di appello, la data del quale non è ancora stata fissata, non dovrebbe cambiare nulla a livello di impianto accusatorio e di responsabilità degli imputati.
 
La prima Corte d’Assise del Tribunale di Milano, presieduta da Anna Introini, condannò infatti i tre fratelli Carlo, Giuseppe detto Smithe e Vito Cosco, Carmine Venturino, Massimo Sabatino e Rosario Curcio per avere, a vario titolo, sequestrato, seviziato, interrogato, ucciso con un colpo di pistola alla nuca Lea Garofalo.
 
C’è attesa per l’esito dell’esame del dna del corpo ritrovato in Brianza, ma le forze dell’ordine ammettono che le probabilità che si tratti di Lea Garofalo sono “elevatissime”.
 
La notizia arriva a ridosso del terzo anniversario della morte di Lea Garofalo che si celebra il 24 novembre.
 




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