Trattativa Stato-mafia: differenze tra le versioni

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==== La chiusura delle indagini ====
==== La chiusura delle indagini ====
Il [[13 giugno]] 2012 la Procura di Palermo notificò l'avviso di chiusura delle indagini preliminari a dodici indagati tra cui due ex ministri, Mancino e Mannino, il senatore [[Marcello Dell'Utri|Dell'Utri]], gli ufficiali dei carabinieri Antonio Subranni, Mario Mori e Giuseppe De Donno, Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco di Palermo, e i capimafia Totò Riina, Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca, Bernardo Provenzano e Nino Cinà. Ai boss di Cosa Nostra, agli ufficiali dei Carabinieri e a Mannino e Dell'Utri venne contestato l’art. 338 del codice penale: '''violenza o minaccia a corpi politici dello Stato''', aggravata dall'art. 7 per avere avvantaggiato l'associazione mafiosa armata Cosa nostra e “''consistita nel prospettare l’organizzazione e l’esecuzione di stragi, omicidi e altri gravi delitti (alcuni dei quali commessi e realizzati) ai danni di esponenti politici e delle istituzioni a rappresentanti di detto corpo politico per impedirne o comunque turbarne l’attività''”<ref>Giuseppe Lo Bianco - Sandra Rizza, <ref>https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/14/trattativa-stato-mafia-indagini-chiuse-12-avvisi-da-dellutri-a-mannino/263812/</ref>, il Fatto Quotidiano, 14 giugno 2012</ref>. Per Massimo Ciancimino, invece, l'accusa era di concorso in associazione mafiosa e di calunnia aggravata nei confronti dell'ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro, mentre l'ex-ministro Nicola Mancino venne accusato di falsa testimonianza.  
Il [[13 giugno]] 2012 la Procura di Palermo notificò l'avviso di chiusura delle indagini preliminari a dodici indagati tra cui due ex ministri, Mancino e Mannino, il senatore [[Marcello Dell'Utri|Dell'Utri]], gli ufficiali dei carabinieri Antonio Subranni, Mario Mori e Giuseppe De Donno, Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco di Palermo, e i capimafia Totò Riina, Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca, Bernardo Provenzano e Nino Cinà. Ai boss di Cosa Nostra, agli ufficiali dei Carabinieri e a Mannino e Dell'Utri venne contestato l’art. 338 del codice penale: '''violenza o minaccia a corpi politici dello Stato''', aggravata dall'art. 7 per avere avvantaggiato l'associazione mafiosa armata Cosa nostra e “''consistita nel prospettare l’organizzazione e l’esecuzione di stragi, omicidi e altri gravi delitti (alcuni dei quali commessi e realizzati) ai danni di esponenti politici e delle istituzioni a rappresentanti di detto corpo politico per impedirne o comunque turbarne l’attività''”<ref>Giuseppe Lo Bianco - Sandra Rizza, [https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/14/trattativa-stato-mafia-indagini-chiuse-12-avvisi-da-dellutri-a-mannino/263812/ Trattativa Stato-Mafia, indagini chiuse, 12 avvisi da Dell'Utri a Mannino], il Fatto Quotidiano, 14 giugno 2012</ref>. Per Massimo Ciancimino, invece, l'accusa era di concorso in associazione mafiosa e di calunnia aggravata nei confronti dell'ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro, mentre l'ex-ministro Nicola Mancino venne accusato di falsa testimonianza.


==== Le intercettazioni telefoniche tra Nicola Mancino e Giorgio Napolitano ====  
==== Le intercettazioni telefoniche tra Nicola Mancino e Giorgio Napolitano ====