Operazione Grillo Parlante: differenze tra le versioni

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=== Il caso Valentino Gisana ===
=== Il caso Valentino Gisana ===
Il 6 gennaio 2011 Valentino Gisana, proprietario del ristorante “Il Mezzo” a Crema in via Milano 75, avrebbe subito da un piccolo gruppo criminale costituito da Marzio Fortunato (detto Salvatore), Carmine Palmieri e Francesco Russi un primo tentativo di estorsione. Poiché Fortunato aveva esplicitato la volontà del gruppo di chiedere il pizzo a Gisana mensilmente, quest’ultimo si rivolse in un primo momento al Comando dei Carabinieri di Crema; in un secondo momento, consigliato dal suo socio Ivo Croce, decise di rivolgersi all’associazione criminale Di Grillo - Mancuso. Croce avviò e mantenne i contatti con Eugenio Costantino, rappresentante dei calabresi. Costantino e i suoi si presero carico del problema incontrando in due circostanze i tre estorsori: una prima volta a Milano il 5 febbraio 2011 al Bar Campari di viale Brianza angolo via Andrea Doria, una seconda il 23 febbraio 2011 al Bar Ristorante Alcatraz di Arluno (uscita autostradale A4 Milano-Torino). Dalle indagini sarebbe emerso che l’intervento dei calabresi sortì l’effetto sperato e il tentativo estorsivo ebbe fine. Tuttavia Gisana, per risolvere la questione, fu costretto a assumere Carmine Palmieri in una delle sue coop e a pagare un ammontare complessivo di 7000 euro a Eugenio Costantino e i suoi per il disturbo (secondo le indagini la consegna di 2000 euro sarebbe avvenuta il 16 febbraio 2011 a Settimo Milanese nel Bar “On the Road” nei pressi della stazione Esso di via A. Gramsci 59). <ref>Alessandro Santangelo, Ordinanza di custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari - Procedimento Penale n. 73990/10 R.G. Notizie di Reato e _14548/10_ R.G.G.I.P. - Tribunale Milano, 26 Settembre 2012 p. 344 e ss.</ref>
Il 6 gennaio 2011 Valentino Gisana, proprietario del ristorante “Il Mezzo” a Crema in via Milano 75, avrebbe subito da un piccolo gruppo criminale costituito da Marzio Fortunato (detto Salvatore), Carmine Palmieri e Francesco Russi un primo tentativo di estorsione. Poiché Fortunato aveva esplicitato la volontà del gruppo di chiedere il pizzo a Gisana mensilmente, quest’ultimo si rivolse in un primo momento al Comando dei Carabinieri di Crema; in un secondo momento, consigliato dal suo socio Ivo Croce, decise di rivolgersi all’associazione criminale Di Grillo - Mancuso. Croce avviò e mantenne i contatti con Eugenio Costantino, rappresentante dei calabresi. Costantino e i suoi si presero carico del problema incontrando in due circostanze i tre estorsori: una prima volta a Milano il 5 febbraio 2011 al Bar Campari di viale Brianza angolo via Andrea Doria, una seconda il 23 febbraio 2011 al Bar Ristorante Alcatraz di Arluno (uscita autostradale A4 Milano-Torino). Dalle indagini sarebbe emerso che l’intervento dei calabresi sortì l’effetto sperato e il tentativo estorsivo ebbe fine. Tuttavia Gisana, secondo gli accordi e sotto minaccia, fu costretto a assumere Carmine Palmieri presso la sua azienda Solar Coop A.R.L. e a pagare un ammontare complessivo di 7000 euro a Eugenio Costantino e i suoi, per ripagare l’intervento risolutivo, suddivisi in due tranches: il 16 febbraio 2011 avvenne la prima consegna a Settimo Milanese nel Bar “On the Road” nei pressi della stazione Esso di via A. Gramsci 59, la seconda il 16 marzo 2011 a bordo della BMW in uso a Eugenio Costantino nel parcheggio antistante il sopra citato Bar Ristorante Alcatraz di Arluno. <ref>Alessandro Santangelo, Ordinanza di custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari - Procedimento Penale n. 73990/10 R.G. Notizie di Reato e _14548/10_ R.G.G.I.P. - Tribunale Milano, 26 Settembre 2012 p. 344 e ss.</ref>
 
Il rapporto tra Valentino Gisana e il gruppo criminale capeggiato da Sabatino Di Grillo e affiliato alla 'ndrina Mancuso non si concluse con questa vicenda. Gisana infatti avrebbe chiesto supporto all'associazione criminale per un'altra questione spinosa riguardante un suo debito nei confronti di Tommaso Daniele, detto “il Napoletano”, ammontante a oltre 200000 euro scaturito probabilmente da un giro di fatture fittizie per operazioni emesse da Daniele e Gisana in società tra loro. <ref>Alessandro Santangelo, Ordinanza di custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari - Procedimento Penale n. 73990/10 R.G. Notizie di Reato e _14548/10_ R.G.G.I.P. - Tribunale Milano, 26 Settembre 2012 p.399 </ref> Dopo diversi incontri avuti da Gisana e Croci con Costantino e Evolo principalmente, spiegando l’entità del debito che aveva nei confronti di Daniele, il gruppo accettò di prendersi carico del problema. Secondo le indagini Daniele, per rapportarsi il più possibile alla pari con i calabresi, tentò di affidarsi a esponenti della ‘ndrangheta come Domenico Castagna e Antonio Robertone, detto “Compare Ciccio” che Daniele scoprì poi essere molto vicino a Salvatore Mancuso, appartenente all’omonima ‘ndrina dei Mancuso di Limbadi a cui il clan di Sabatino Di Grillo era affiliato, affinché agissero in qualità di mediatori. Dopo che entrambi effettivamente presero le parti dei Di Grillo, “Il Napoletano” coinvolse anche esponenti del clan camorrista capeggiato da Carmine Alfieri e in seguito anche affiliati della ‘ndrina Farao – Marincola, dominante nel Crotonese. Il gruppo criminale capeggiato da Sabatino Di Grillo riuscì a far valere il proprio potere e Daniele fu costretto ad accettare un accordo secondo il quale Gisana avrebbe emesso in suo favore assegni per un importo complessivo di 200000 euro, e a firmare una liberatoria riguardo il credito dovutogli da Gisana con effetto immediato (firma avvenuta sotto minaccia il 5 aprile 2011 al sopra citato Ristorante Il Mezzo di Crema). <ref>Alessandro Santangelo, Ordinanza di custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari - Procedimento Penale n. 73990/10 R.G. Notizie di Reato e _14548/10_ R.G.G.I.P. - Tribunale Milano, 26 Settembre 2012 p.393 e ss. </ref> In seguito Daniele avrebbe dovuto consegnare il 50% degli assegni emessi da Gisana in contanti ai calabresi (100000 euro) al momento della ricezione dell’originale degli assegni. I calabresi tuttavia consegnarono solo le fotocopie dei 5 assegni da 40000 euro emessi da Valentino Gisana in modo da far gravare solo su Daniele la perdita economica. <ref>Alessandro Santangelo, Ordinanza di custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari - Procedimento Penale n. 73990/10 R.G. Notizie di Reato e _14548/10_ R.G.G.I.P. - Tribunale Milano, 26 Settembre 2012 p.400 </ref>


Tuttavia il rapporto tra Valentino Gisana e il gruppo criminale capeggiato da Sabatino Di Grillo e affiliato alla 'ndrina Mancuso non si conclude in questa maniera. Gisana infatti, dopo aver tratto vantaggio dall'intervento dell'associazione criminale Di Grillo - Mancuso ne avrebbe chiesto l'appoggio per un'altra questione.


=== Il sequestro di Mauro Galanti a Cornaredo ===  
=== Il sequestro di Mauro Galanti a Cornaredo ===  
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