Trapianto mafioso
Elemento fondamentale per l'accrescimento del potere delle organizzazioni criminali di stampo mafioso è la loro capacità di riprodurre i propri schemi di azione in territori non tradizionali. A tale proposito, sono stati effettuati vari studi che analizzano i caratteri e le modalità di questo trapianto mafioso.
Gli studi
Lo studio di Federico Varese
Nell'ambito del trapianto, la capacità di un gruppo criminale di operare fuori dal proprio territorio d'origine per un periodo di tempo prolungato, gli attori del processo sono gli affiliati dell'organizzazione criminale.
Se il trapianto ha successo ci possono essere due conseguenze:
- rituali d'affiliazione fatti all'estero;
- rituali svolti solamente in madre-patria.
L'avamposto
I mafiosi “stranieri” creano un nuovo gruppo attingendo al background acquisito in madre-patria. La nuova entità (definibile avamposto) deve venir riconosciuta dalla mafia d'origine.
L'avamposto può essere:
- autonomo e dunque generare profitti propri;
- dipendente dalla madre-patria.
È indicatore della riuscita del fenomeno il fatto che gli uomini d'onore risiedano stabilmente all'estero.
Il trapianto va distinto dal commercio illegale: in esso i mafiosi attraversano il confine con un bene illecito o una persona, oppure stringono accordi criminali finalizzati al contrabbando di manodopera, droga, armi o altre merci illegali (la mafia compre o vende un bene ad un altro gruppo). Tale fenomeno è tipico della criminalità transnazionale e non prevede il controllo del territorio.
Cause e condizioni
In generale, il movimento della mafia, avviene per differenti motivi:
- Migrazione generalizzata della popolazione da zone ad alta densità mafiosa;
- Istituto del soggiorno obbligato;
- Fuga di membri delle organizzazioni mafiose allo scopo di scappare da guerre intestine o repressione giudiziaria;
- Decisione razionale di espansione e trapianto in vista di opportunità d'investimento;
- Ricerca di nuovi mercati (la conquista di mercati esteri è poco probabile).
Condizione essenziale del nuovo territorio è la presenza di domanda di protezione criminale, che si caratterizza per la presenza di grandi mercati illegali, mercati di importazione o boom edilizi. Sono inoltre favorevoli, al trapianto, la creazione di accordi di cartello e l'incapacità da parte dello stato di dirimere in modo veloce ed efficace le questioni legali.
Fattori di radicamento
La presenza di mafiosi su un territorio non è sufficiente perché avvenga il radicamento, è infatti necessaria la combinazione di questi fattori:
- non deve essere presente un altro gruppo mafioso, dunque deve esserci il controllo di mercati e territori;
- devono esserci nuovi mercati non controllati dalle autorità che diano vita ad una domanda extra-legale.
“La presenza di mafiosi e l'incapacità delle istituzioni di governare l'economia sono fattori chiave alla base del trapianto riuscito alla criminalità organizzata come quelli della 'Ndragheta a Bardonecchia e della mafia Russa in Ungheria. A Bardonecchia, i migranti meridionali accettano di lavorare in nero piuttosto che rimanere disoccupati, rinunciando alle tutele sindacali e, più in generale, alla protezione dello Stato. Gli imprenditori non solo assumono manodopera illegalmente e a basso costo, ma vogliono anche limitare la concorrenza. L'espansione improvvisa e mal governata di un mercato come quello edile (in cui le aziende competono a livello locale e hanno forti incentivi a formare cartelli) determina la comparsa di una richiesta di protezione illegale. Alcuni membri del clan Mazzaferro, affiliato alla 'ndrangheta, risiedono in Piemonte a causa del soggiorno obbligato e offrono ad alcune imprese l'accesso privilegiato a tale mercato, riuscendo anche a gestire conflitti tra operai e datori di lavoro. Sebbene il Piemonte non sia una nuova economia di mercato come i paesi dell'Europa orientale, esiste un importante parallelismo con il trapianto della Solncevo a Budapest.” [1].
Una tesi piuttosto innovativa del lavoro di Varese è la seguente: livelli piuttosto elevati di capitale sociale e impegno civico possono coesistere con la presenza della mafia. La protezione mafiosa (organizzazione di mercati illegali come prostituzione, riduzione della concorrenza ecc.) è ben accetta in alcuni segmenti della popolazione. L'impegno civico, dunque, è indipendente dalla protezione extralegale.
L'infiltrazione nelle politiche e nei mercati è più facile in contesti locali, in realtà piccole, perché è più facile controllare voti e arrivare al monopolio.
Mercati legali e illegali
La domanda di servizi mafiosi:
1. Nei mercati legali:
- La domanda mafiosa aumenta quando lo Stato non è in grado di proteggere i cittadini e di risolvere le dispute economiche e commerciali;
- La domanda mafiosa nasce quando c'è la volontà di eliminare la concorrenza o di creare accordi di cartello. Questo avviene specialmente nei mercati di importazione poiché è difficile intimidire i concorrenti esteri;
2. Nei mercati illegali:
- Quanto più vasti sono i mercati illegali tanto maggiore sarà la domanda di protezione;
- I mafiosi devono persuadere la popolazione locale di appartenere ad una minacciosa organizzazione straniera. Questa operazione è difficile ma non è impossibile e la globalizzazione aiuta;
- Per avere una rete di informatori sono sufficienti due anni;
- E' difficile controllare un affiliato a distanza, il nuovo avamposto è diverso da una filiale d'azienda ma corrisponde ad un'unità semiautonoma affiliata al territorio d'origine.
Lo studio di Rocco Sciarrone
Il successo della mafia, in un nuovo contesto, dipende dalla possibilità di creare reti non solo dense ma anche estese che possano favorire la cooperazione sia orizzontalmente che verticalmente tra organizzazioni diverse (non si parla di super-struttura).
Il trapianto non deve far pensare, però, all'abbandono del radicamento nelle realtà tradizionali quanto, piuttosto, ad una differenziazione della strategia economica: nelle zone tradizionali prevalgono gli obbiettivi politici, in quelle di insediamento gli obbiettivi economici. Inoltre la mafia è in grado di coniugare valori tradizionali con valori nuovi attraverso l'ibridazione sociale.
La mafia non deve essere vista come eccessivamente unita quanto piuttosto come un modello di anarchia organizzata nella quale la solidarietà tra mafiosi è data da interessi comuni.
Date le debite differenze esistenti tra i vari modelli mafiosi presenti in Italia sembra che le organizzazioni meno verticistiche e più flessibili abbiano più successo nella diffusione, in quanto dotate di maggiore libertà d'azione ma anche di legami familiari più intensi. Nell'ultimo trentennio si è assistito alla crescita della presenza mafiosa in aree tradizionali (Sicilia occidentale, Calabria meridionale e area del Napoletano) e alla diffusione del fenomeno in nuove aree del Centro e Nord. Per spiegare i meccanismi di trapianto della mafia sono state proposte alcune spiegazioni differenti: – tesi della non esportabilità della mafia (Gambetta): la mafia (specie Cosa Nostra) è molto difficile da esportare per alcune ragioni: forte dipendenza dalle risorse locali, specie dal capitale sociale, costi iniziali molto elevati, difficoltà nel crearsi una reputazione, possibile concorrenza di altre organizzazioni. Va notato che può succedere che altre organizzazioni “copino il marchio” e che creino collaborazioni tra mafie diverse, specie in contesti non tradizionali; – metafora del contagio: la diffusione della mafia è attribuibile a eventi demografici inattesi come l'immigrazione di meridionali o il soggiorno obbligato. Tuttavia ciò si scontra con il l'evidenza che la mafia non si è estesa ovunque siano arrivati gli immigrati e con il fatto che processi di socializzazione anticipatoria e di integrazione all'interno di istituzioni secondarie hanno favorito l'integrazione socio-culturale degli immigrati. Va inoltre notato che l'espansione del traffico di stupefacenti e della sezione speculativa e finanziaria del capitalismo hanno favorito la fusione tra criminalità mafiosa meridionale e la criminalità economica settentrionale dando vita alle lobbies politico-finanziarie-mafiose. Dunque non si vuole negare l'effetto dannoso del soggiorno obbligato ma confutare il fatto che sia un fattore di per sé sufficiente; – tesi della strategia di espansione: vede l'espansione della mafia come frutto di un comportamento strategico deciso dai criminali. Si evidenziano, dunque, due tipi di diffusione della mafia: 1. colonizzazione: espansione su un nuovo territorio; 2. imitazione: tendenza di alcuni gruppi, autoctoni di aree non tradizionalmente mafiose,che copiano il metodo mafioso. Inoltre si possono distinguere anche due motivazioni di diffusione della mafia: 1. per contiguità territoriale: di solito con una preferenza per forme non violente e di infiltrazione; 2. a causa dell'azione repressiva delle forze dell'ordine. Questo approccio, inoltre, considera l'organizzazione mafiosa al pari di un'impresa che si espande per motivazioni organizzative e di prodotto, o per accordi collusivi tra gruppo d'origine e gruppo radicato nel nuovo territorio. Tuttavia, questi fattori non appaiono esaustivi come non lo è la semplice domanda di beni o servizi illegali. Si evidenzia poi come alcune organizzazioni mafiose, stanziate in contesti nuovi, che dapprima usufruivano dell'appoggio della madre-patria, possano successivamente volersi staccare dalla stessa e come alcuni soggetti singoli gestiscano dei traffici in maniera autonoma rispetto alla madre-patria che può continuare, però, a essere un punto di riferimento o una risorsa simbolica o effettiva; – immagine della piovra universale e tesi del complotto: vede la mafia come legata a poteri occulti e universali (massoni, servizi segreti deviati ecc.) in un'unica grande struttura antidemocratica. Va notato che ciò è da escludere mentre si può parlare di legami non stabili anche se frequenti tra la mafia e alcuni poteri occulti. Data la non esaustività degli approcci precedentemente citati, Sciarrone propone un suo modello articolabile in alcuni punti: • mafia ed economia: si rigetta la visione di un'unica finanziaria della mafia, si ridimensiona l'importanza del narcotraffico (spesso le prime manifestazioni della mafia sono finanziarie e non criminali), si sottolinea come le mafie siano molto efficienti nei contesti d'origine, molto meno e molto legate allo stato predatorio, nei contesti di esportazione; • mafia ed adattamento: dati i tre tipi di adattamento fattibili dalla mafia (alloplastici, autoplastici ed esotropici) si sottolinea come in contesti tradizionali vengano preferiti gli adattamenti alloplastici, mentre in quelli di esportazione vengano preferiti quelli autoplastici ed esotropici. L'adattamento della mafia, in ogni caso, è un processo per prove ed errori; • mafia ed obbiettivi: dopo l'arrivo in un nuovo territorio, gli obbiettivi della mafia sono: trovare una qualche forma di gestione del mercato del lavoro, crearsi una reputazione, predisporre attività di copertura per i membri implicati in attività illegali e costruire rapidi canali per il riciclaggio. Di solito si arriva ad un controllo dell'underworld piuttosto che all'industria della protezione; • power vs enterprise syndacate: nelle aree tradizionali il power syndacate è presupposto e condizione per l'enterprise syndacate mentre, nelle aree di esportazione, è l'enterprise syndacte a permettere l'instaurazione del power syndacate. Va inoltre notato come la carriera di un mafioso possa subire una notevole accelerazione in un nuovo contesto; • “vicini”: i mafiosi usano dei “vicini” per accedere ai network dei criminali locali e ciò che si realizza non è la copia del modello della madre-patria ma un adattamento alla realtà locale; • modalità: alla fine la mafia può seguire una logica di espansione a puzzle o a nicchie favorevoli.
Note
- ↑ F. Varese, Mafie in movimento pp.14-15, Einaudi, Torino 2011
Bibliografia
- F. Varese, Mafie in Movimento, Einaudi, Torino 2011