Giuseppe Tallarita: differenze tra le versioni
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Negli anni, il pastore divenne uno dei killer più spietati della malavita organizzata e capo degli stiddari del comprensorio di Gela. Il 28 settembre del 1990, durante lo spostamento da un covo all’altro, il pastore killer passò dalla strada che costeggiava la tenuta di Tallarita, lo vide intento al lavoro e ricordando i rimproveri ricevuti negli anni, diede l’ordine ai due sicari che lo scortavano di ucciderlo. | Negli anni, il pastore divenne uno dei killer più spietati della malavita organizzata e capo degli stiddari del comprensorio di Gela. Il 28 settembre del 1990, durante lo spostamento da un covo all’altro, il pastore killer passò dalla strada che costeggiava la tenuta di Tallarita, lo vide intento al lavoro e ricordando i rimproveri ricevuti negli anni, diede l’ordine ai due sicari che lo scortavano di ucciderlo. | ||
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Versione attuale delle 14:49, 15 gen 2022
Giuseppe Tallarita (N.D., 1924 - Gela, 28 settembre 1990) è stato un agricoltore, vittima della Stidda.
Biografia
Giuseppe Tallarita era sposato e padre di cinque figli, tre maschi e due femmine ed era proprietario di una Tenuta in contrada Desusino, in Gela, che iniziò a coltivare con costanza dal giorno della sua pensione. Gli screzi con quello che fu poi il suo killer iniziarono però decenni prima: Giuseppe Tallarita dopo una giornata di lavoro presso l’Enichem di Gela si recò presso il proprio terreno, all’epoca seminato a grano. Giunto sul posto vide un gregge che vi pascolava all’interno abusivamente e riproverò il pastore, il quale continuò imperterrito a non allontanare le pecore, ma a reiterare invece la medesima azione anche negli anni seguenti quando il terreno divenne un uliveto. Giuseppe Tallarita a questo punto pregò il pastore di evitare di far pascolare il gregge sul suo campo al fine di non danneggiare le piante d’ulivo, senza ottenere nessuna desistenza dallo stesso. Negli anni, il pastore divenne uno dei killer più spietati della malavita organizzata e capo degli stiddari del comprensorio di Gela. Il 28 settembre del 1990, durante lo spostamento da un covo all’altro, il pastore killer passò dalla strada che costeggiava la tenuta di Tallarita, lo vide intento al lavoro e ricordando i rimproveri ricevuti negli anni, diede l’ordine ai due sicari che lo scortavano di ucciderlo.