Libero Grassi: differenze tra le versioni
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Nonostante le minacce di morte, Libero Grassi andò avanti col suo impegno, finché non venne assassinato il 29 agosto 1991 da un killer di Cosa Nostra (Marco Favaloro, condannato nel 1997). Il 26 settembre successivo Michele Santoro (Rai3) e Maurizio Costanzo (Canale5) gli dedicarono una trasmissione televisiva a reti unificate. | Nonostante le minacce di morte, Libero Grassi andò avanti col suo impegno, finché non venne assassinato il 29 agosto 1991 da un killer di Cosa Nostra (Marco Favaloro, condannato nel 1997). Il 26 settembre successivo Michele Santoro (Rai3) e Maurizio Costanzo (Canale5) gli dedicarono una trasmissione televisiva a reti unificate. | ||
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* [http://www.video.mediaset.it/video/liberi_sognatori/full/a-testa-alta-libero-grassi-prima-puntata_796300.html ''A testa alta''] di Graziano Diana, 2018 | |||
[[Categoria:Imprenditori]] [[Categoria:Vittime di Cosa Nostra]] | [[Categoria:Imprenditori]] [[Categoria:Vittime di Cosa Nostra]] |
Versione delle 16:24, 28 gen 2018
Libero Grassi (Catania, 19 luglio 1924 – Palermo, 29 agosto 1991) è stato un imprenditore italiano, ucciso da cosa nostra dopo aver intrapreso un'azione solitaria contro una richiesta di pizzo senza ricevere alcun appoggio da parte delle associazioni di categoria.
Biografia
I primi anni
Il nome, Libero, i genitori lo scelsero in onore del sacrificio di Giacomo Matteotti, sequestrato e ucciso dai fascisti quasi due mesi prima che nascesse. Nato a Catania, a otto anni Libero si trasferì con la famiglia a Palermo. Fervente antifascista sin dagli anni del liceo, nel 1942 andò a studiare Scienze Politiche a Roma, dove entrò in seminario per evitare l'arruolamento: come spiegò più tardi, questa scelta esprimeva "il rifiuto di combattere una guerra ingiusta al fianco di fascisti e nazisti".
Subito dopo la liberazione, riprese gli studi, ma passando alla facoltà di Giurisprudenza, questa volta all'Università di Palermo. Benché desiderasse intraprendere la carriera diplomatica, il giovane Libero continuò l'attività di commerciante del padre: negli anni '50 si trasferì in Lombardia, a Gallarate, e infine decise di aprire uno stabilimento tessile nel capoluogo siciliano. Nel 1961 iniziò a scrivere articoli a sfondo politico, fino alla militanza attiva nel Partito Repubblicano Italiano, di cui diventa il rappresentante in seno al consiglio di amministrazione dell'azienda municipalizzata del gas.
La scelta di campo contro il racket
Mentre l'azienda versava in critiche condizioni, Cosa Nostra si presentò da lui pretendendo il pagamento del pizzo: lui non si piegò e denunciò gli estorsori, incoraggiato anche dai dipendenti. Iniziò così una grande campagna d'opinione contro il racket: prima pubblicando una lunga lettera sul Giornale di Sicilia in cui spiegava il suo rifiuto a cedere ai ricatti mafiosi, poi andando in televisione, intervistato prima da Michele Santoro su Rai3 in prima serata, poi dalla giornalista tedesca Katharina Burgi della televisione svizzera Neue Zürcher Zeitung (NZZ Folio).
L'omicidio
Nonostante le minacce di morte, Libero Grassi andò avanti col suo impegno, finché non venne assassinato il 29 agosto 1991 da un killer di Cosa Nostra (Marco Favaloro, condannato nel 1997). Il 26 settembre successivo Michele Santoro (Rai3) e Maurizio Costanzo (Canale5) gli dedicarono una trasmissione televisiva a reti unificate.
Per saperne di più
Televisione
- A testa alta di Graziano Diana, 2018