Operazione Metastasi: differenze tra le versioni

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Ernesto Palermo è stato condannato, con rito abbreviato, a 6 anni e 8 mesi contro la richiesta di 16 anni dei PM. <ref>http://www.resegoneonline.it/articoli/Sentenza-Metastasi-Non-mafia-senza-riti-e-doti-20150820/ </ref> Il giudice Roberto Arnaldi ha infatti deciso di condannarlo per associazione a delinquere "semplice", togliendo l'aggravante mafiosa, in quanto "non pare sufficiente a caratterizzare l’associazione in parola sub articolo 416 bis la sola considerazione dell’appartenenza di Mario Trovato al noto contesto famigliare difettando, peraltro, di significativi momenti sintomatici che l’esperienza giudiziaria ha insegnato a riconoscere come tipici della criminalità organizzata”. Mancano, secondo il Giudice milanese, elementi di prova quali “l’affiliazione rituale, l’investitura della qualifica di ‘uomo d’onore’ “; ma pure “la distribuzione e ricezione di ‘doti’" <ref>http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08/20/ndrangheta-in-lombardia-sconto-al-politico-non-e-mafia-senza-riti-e-doti/1968080/</ref>
Ernesto Palermo è stato condannato, con rito abbreviato, a 6 anni e 8 mesi contro la richiesta di 16 anni dei PM. <ref>http://www.resegoneonline.it/articoli/Sentenza-Metastasi-Non-mafia-senza-riti-e-doti-20150820/ </ref> Il giudice Roberto Arnaldi ha infatti deciso di condannarlo per associazione a delinquere "semplice", togliendo l'aggravante mafiosa, in quanto "non pare sufficiente a caratterizzare l’associazione in parola sub articolo 416 bis la sola considerazione dell’appartenenza di Mario Trovato al noto contesto famigliare difettando, peraltro, di significativi momenti sintomatici che l’esperienza giudiziaria ha insegnato a riconoscere come tipici della criminalità organizzata”. Mancano, secondo il Giudice milanese, elementi di prova quali “l’affiliazione rituale, l’investitura della qualifica di ‘uomo d’onore’ “; ma pure “la distribuzione e ricezione di ‘doti’" <ref>http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08/20/ndrangheta-in-lombardia-sconto-al-politico-non-e-mafia-senza-riti-e-doti/1968080/</ref>
Claudio Bongarzone e Alessandro Nania sono stati, invece, condannati rispettivamente a 3 anni e 4 mesi e 4 anni e 6 mesi.


== Note ==
== Note ==

Versione delle 17:40, 15 dic 2015

L'Operazione Metastasi è un'inchiesta della DDA di Milano sulle presunte attività della 'ndrangheta in Lombardia e le cui indagini, iniziate nel 2009, vennero condotte dal Procuratore Aggiunto Ilda Boccassini, dal Pubblico Ministero Claudio Gittardi e da Bruna Albertini ed eseguita dai finanzieri del comando provinciale di Milano.

L'operazione, scattata il 2 aprile 2014, portò all'iscrizione nel registro degli indagati di 10 persone: Mario Trovato, Ernesto Palermo, Antonello Redaelli, Saverio Lilliu, Alessandro Nania, Antonino Romeo, Claudio Bongarzone , Massimo Nasatti, Marco Rusconi, Claudio Crotta, tutti riconducibili alla "Locale" di Lecco. I dieci arrestati, secondo l'ordinanza di custodia cautelare, sono stati accusati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, corruzione e turbativa d'asta.

Antefatti

Rapporti con la politica

Secondo gli inquirenti, dalle indagini è emerso che "la Locale facente capo a Mario Trovato disponeva principalmente attraverso la figura del politico Ernesto Palermo di contatti con esponenti di primo piano dell’amministrazione comunale lecchese, in primo luogo con il sindaco Virginio Brivio, coinvolto nella vicenda dell’aggiudicazione della concessione del Lido di Parè, oltre che con Alberto Invernizzi, consigliere comunale di Lecco", più volte contattato e coinvolto da Palermo Ernesto in relazione ad interessi della locale. Risultano, ovviamente, numerosi i riferimenti a rapporti illeciti anche con l’amministrazione comunale di Valmadrera attraverso la figura del sindaco di quel Comune Rusconi Marco".[1]

Gli spari all'Old Wild West

Nel gennaio 2012, le vetrine dell'Old Wild West, situato all'interno del PalaTaurus, vengono colpite da undici proiettili. Come scrivono gli inquirenti nell'ordinanza, "tale fatto costituisce ulteriore conferma della pericolosità e determinatezza del sodalizio criminoso sul piano estorsivo e della capacità di controllo delle attività commerciali nel Lecchese". [2] La Locale di Mario Trovato si avvarrebbe così dell'intimidazione e delle minacce per l'acquisizione di esercizi commerciali di proprio interesse, o per estorcere denaro ai proprietari col cosiddetto "pizzo". "Durante la fase di indagine emerge infatti l’interesse da parte della locale di Lecco di acquisire dei locali presso il centro commerciale denominato “Palataurus” al fine di adibirli a sale per il gioco. Non riuscendo ad ottenere la disponibilità di questi locali, TROVATO Mario ordina dapprima l’invio di pressioni e minacce implicite attraverso PALERMO ai soci della GIMA Sviluppo Franchising che avevano acquisito i locali stessi, e successivamente predispone un atto di danneggiamento a scopo intimidatorio nei loro confronti con l’esplosione di numerosi colpi d’arma da fuoco contro le vetrine dell’Old Wild West, attività commerciale a loro riconducibile." [3]

La vicenda del Lido di Parè

La Locale, attraverso l’attività di alcuni degli associati e sotto la direzione di Mario Trovato, avrebbe ottenuto, in un primo tempo, dall’amministrazione comunale di Valmadrera l’aggiudicazione di una concessione pubblica per la gestione dell’area balneare lacuale nota come “pratone” o “Lido di Paré”, situata nel comune di Valmadrera, dove Sindaco era uno degli indagati, Marco Rusconi. "La realizzazione di tale programma è stata in una prima fase resa possibile dalla capacità di pressione dell’uomo politico PALERMO Ernesto sull’amministrazione comunale di Valmadrera tradottasi anche in continui atti di turbativa in concorso con il pubblico ufficiale Sindaco RUSCONI Marco". [4] L'Autorità Giudiziaria, in merito a questa vicenda, aggiunge nell'ordinanza che è "allarmante", anche se privo di rilievi penali, il comportamento del Sindaco di Lecco Virginio Brivio, il quale avrebbe interceduto con il Comune di Valmadrera per l'aggiudicazione di questo appalto. Tutto ciò sarebbe stato fatto nella piena consapevolezza della caratura criminale e mafiosa di personaggi quali Mario Trovato.

Il processo

Gli imputati nominati in questa sede sono attualmente sotto processo, per cui sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva. La prima udienza è stata fissata per il 9 settembre 2015, davanti al collegio che vede come presidente Enrico Manzi, giudici a latere Salvatore Catalano e Maria Chiara Arrighi. Sono stati unificati i due filoni di indagine, quello relativo all'associazione a delinquere di stampo mafioso e quello relativo al riciclaggio di denaro. [5]

Il processo si compone così di 17 imputati:

  • Mario Trovato
  • Giacomo Trovato
  • Rolando Trovato
  • Claudio Bongarzone
  • Claudio Crotta
  • Franco Scianna
  • Stefania Scianna
  • Alexandra Ivashkova
  • Gilvana Goncalves
  • Alessio Ghilsanzoni
  • Gianguido Mazza
  • Gaetano Mauri
  • Antonello Redaelli
  • Saverio Lilliu
  • Antonino Romeo
  • Massimo Nasatti
  • Marco Rusconi

La sentenza di primo grado, rito abbreviato

Ernesto Palermo è stato condannato, con rito abbreviato, a 6 anni e 8 mesi contro la richiesta di 16 anni dei PM. [6] Il giudice Roberto Arnaldi ha infatti deciso di condannarlo per associazione a delinquere "semplice", togliendo l'aggravante mafiosa, in quanto "non pare sufficiente a caratterizzare l’associazione in parola sub articolo 416 bis la sola considerazione dell’appartenenza di Mario Trovato al noto contesto famigliare difettando, peraltro, di significativi momenti sintomatici che l’esperienza giudiziaria ha insegnato a riconoscere come tipici della criminalità organizzata”. Mancano, secondo il Giudice milanese, elementi di prova quali “l’affiliazione rituale, l’investitura della qualifica di ‘uomo d’onore’ “; ma pure “la distribuzione e ricezione di ‘doti’" [7] Claudio Bongarzone e Alessandro Nania sono stati, invece, condannati rispettivamente a 3 anni e 4 mesi e 4 anni e 6 mesi.

Note

  1. Alfonsa Maria Ferraro, Ordinanza di applicazione di misure coercitive personali e decreto di sequestro preventivo - Procedimento Penale n.35313/09 R.G.N.R., Tribunale di Milano - Sezione Giudice per le Indagini Preliminari, 31 marzo 2014, pag. 466
  2. Ivi, pag. 166
  3. Ibidem
  4. Ivi, pag. 209
  5. http://www.laprovinciadilecco.it/stories/circondario/metastasi-in-aula-i-colletti-bianchi_1139709_11/
  6. http://www.resegoneonline.it/articoli/Sentenza-Metastasi-Non-mafia-senza-riti-e-doti-20150820/
  7. http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08/20/ndrangheta-in-lombardia-sconto-al-politico-non-e-mafia-senza-riti-e-doti/1968080/

Bibliografia

Alfonsa Maria Ferraro, Ordinanza di applicazione di misure coercitive personali e decreto di sequestro preventivo - Procedimento Penale n.35313/09 R.G.N.R., Tribunale di Milano - Sezione Giudice per le Indagini Preliminari, 31 marzo 2014