Mafia a Varese: differenze tra le versioni

Da WikiMafia.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Riga 16: Riga 16:


=== Cosa nostra ===
=== Cosa nostra ===
Per ripercorrere la storia delle prime presenze della mafia siciliana sul territorio bisogna arrivare al febbraio 1990, quando a Bodio, sulle rive del lago di Varese, viene ucciso [[Francesco Viola]]. Il mandante sarebbe stato Sebastiano Allia, zio omonimo del nipote arrestato, boss della mafia risiedente a Venegono Superiore e rappresentante della famiglia degli Iocolano nel varesotto.
Le radici del movente si trovano nella madrepatria di Cosa Nostra, la Sicilia. Francesco Viola era di Niscemi in provincia di Caltanissetta, dove le guerre fra clan sono piuttosto accese. Sospettato di aver ucciso, un mese prima, un fratello del boss, [[Antonino Allia]], e appartenente al clan rivale di Modica, doveva pagare. Francesco Viola viene prelevato da una pizzeria di Paderno Dugnano nella quale si trova e trasportato nel Varesotto, dove viene giustiziato con un colpo di pistola.
=== Camorra ===
=== Camorra ===
==== Nuova Camorra organizzata ====
==== Nuova Camorra organizzata ====

Versione delle 12:23, 3 ago 2014


Mafie a Varese

'ndrangheta

Giacomo Zagari

Nel 1954 Giacomo Zagari lascia San Ferdinando, nella Piana di Gioia Tauro, per stabilirsi a Galliate Lombardo, piccolo comune in provincia di Varese. Sin dal suo arrivo a Galliate, Zagari diviene un punto di riferimento per i calabresi della zona. Nella campagna del varesotto trova subito lavoro nell'edilizia, ma le sue attività principali sono altre, dal contrabbando alle rapine, nonché i delitti su commissione. Il figlio Antonio, ‘ndranghetista pentito, scrive nella sua biografia “Mio padre apparteneva già a una categoria di persone che cominciarono ben presto a dare altri motivi per cui lamentarsi. Non a caso poco tempo dopo si fece raggiungere da un suo fratello, smise di lavorare e assieme iniziarono a frequentare gente poco raccomandabile -come loro-, così come già facevano in Calabria”[1].

Zagari poi decide di trasferirsi a Buguggiate. Tra i numerosi presunti mafiosi inviati al soggiorno obbligato in Lombardia, vi sono numerose vecchie conoscenze di Giacomo Zagari; tra questi Savino Pesce, che viene assegnato per un periodo di cinque anni proprio a Buguggiate e riceve, ogni tanto, visite di suo fratello Peppino. Furono proprio Peppino Pesce e altri mafiosi di Rosarno, tra i quali Bellocco, ad ampliare le conoscenze di Antonio Zagari e ad affiliarlo ufficialmente all'organizzazione nel 1971.

Anni '70: l'era dei sequestri

All’inizio degli anni ’70 il contrabbando cede il passo gradualmente sequestro di persona. Antonio Zagari, divenuto poi collaboratore di giustizia, racconta che soltanto del varesotto, sono stati opera dell'Anonima calabrese i sequestri di Emanuele Riboli (mai rilasciato), Tullio De Micheli (mai rilasciato) e Cristina Mazzotti (morta durante la prigionia). E poi ancora il figlio del re degli amaretti Paolo Lazzaroni, di Antonio Parma, Giovanni Piazzalunga, Giorgio Vartolotti e Andrea Cortellezzi, anche lui mai rilasciato.

Gli ostaggi infatti vengono perlopiù inviati in Aspromonte, attraverso una mirata suddivisione dei ruoli da svolgere per ogni appartenente al clan. Lo Zagari descrive l'avversione che ha provato per i sequestri di persona, acuita in particolare dopo la tragica fine di Emanuele Riboli, giovane figlio di un industriale di Buguggiate, rapito nell'ottobre 1974 e mai più rilasciato nonostante il pagamento per il riscatto di duecentodieci milioni: i rapitori pretendevano un miliardo.

Nel 1975, gli stessi che avevano organizzato il rapimento del giovane, ne compiono un altro che desta molto clamore: quello di Cristina Mazzotti, studentessa del comasco che, imbottita di psicofarmaci, muore la sera stessa in cui la sua famiglia versa ai rapitori oltre un miliardo di lire.

Cosa nostra

Per ripercorrere la storia delle prime presenze della mafia siciliana sul territorio bisogna arrivare al febbraio 1990, quando a Bodio, sulle rive del lago di Varese, viene ucciso Francesco Viola. Il mandante sarebbe stato Sebastiano Allia, zio omonimo del nipote arrestato, boss della mafia risiedente a Venegono Superiore e rappresentante della famiglia degli Iocolano nel varesotto.

Le radici del movente si trovano nella madrepatria di Cosa Nostra, la Sicilia. Francesco Viola era di Niscemi in provincia di Caltanissetta, dove le guerre fra clan sono piuttosto accese. Sospettato di aver ucciso, un mese prima, un fratello del boss, Antonino Allia, e appartenente al clan rivale di Modica, doveva pagare. Francesco Viola viene prelevato da una pizzeria di Paderno Dugnano nella quale si trova e trasportato nel Varesotto, dove viene giustiziato con un colpo di pistola.

Camorra

Nuova Camorra organizzata

Note

  1. A.Zagari, Ammazzare stanca, Reggio Emilia, Aliberti, 2008, pp. 17-18

Bibliografia

  • A.Zagari, Ammazzare stanca, Reggio Emilia, Aliberti, 2008