Barbaro ('ndrina): differenze tra le versioni
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Il collaboratore di giustizia originario di Platì, Rocco Marando nel marzo 2009 sostenne che il reggente dei Pillari fosse Rosario Barbaro detto 'Rosi da Massara', un altro collaboratore, Rocco Varacalli di Natile di Careri dichiarò che Rosario Barbaro è stato ''''il capo società del locale di Platì’''’ <ref> F.Monga – R.Varacalli, Sono un uomo morto p.25, Chiarelettere, Milano 2013 </ref>. Diversi esponenti del clan sono stati arrestati per la trattazione internazionale del traffico di stupefacenti. Al Nord i Pillari sono rappresentati da Domenico Barbaro detto 'Mico l'Australiano ' e dai suoi figli Salvatore e Saverio. Salvatore Barbaro nel 1999 sposò Serafina Papalia, figlia di Rocco Papalia, reputato membro della cosiddetta “commissione provinciale reggina” denominata 'Cosa Nuova'. A questo clan sono alleati i Trimboli, i Marando, i Perre e i Papalia. | |||
== La storia == | == La storia == |
Versione delle 16:28, 4 mag 2014
Nel cuore dell’Aspromonte reggino sorge Platì, un paese di 3.700 abitanti. Nicola Gratteri e Antonio Nicaso in “Fratelli di Sangue” scrivono ‘’ se San Luca rappresenta il cuore della ‘ndrangheta, Plati è la sua mente“. Il casato egemone del territorio è quello dei Barbaro, gli altri clan presenti a Platì sono gli Agresta, i Catanzariti, i Marando, i Molluso, i Musitano, i Papalia, i Perre, i Romeo, i Sergi, i Trimboli, i Violi e gli Zappia. I Barbaro iniziarono a realizzare i loro primi grandi introiti negli anni ’70 attraverso i sequestri di persona, in seguito reinvestiti nel più redditizio traffico di droga. Avvalendosi dei legami di sangue e delle alleanze con le altre potentissime famiglie originarie di Platì e San Luca, questa cosca risulta essere una delle più potenti compagini della mafia calabrese. Le principali attività del gruppo sono rivolte al narcotraffico, all’infiltrazione nei lavori pubblici e al movimento terra. I Barbaro sono presenti anche nel Nord-Italia (Lombardia e Piemonte), in Australia, in Europa (Spagna e Germania) e in Sud America (Colombia, Bolivia e Venezuela).
La dinastia
L’origine della dinastia dei Barbaro risale al matrimonio tra Barbaro Francesco (Platì 1873) e Carbone Marianna (Platì 1877) i cui dieci figli successivamente originarono 5 ‘cosche’:
• Barbaro Pasquale, nato a Platì il 19.07.1897, padre di Barbaro Rosario, nato a Platì il 30.09.1940, […], capo dell’omonima cosca denominata Barbaro “Rosy”
• Barbaro Domenico, nato a Platì il 18.10.1900, padre di Barbaro Francesco, nato a Platì il 03.05.1927, […], capo dell’omonima cosca denominata Barbaro “Castanu”
• Barbaro Serafina, nata a Platì l’08.03.1910, madre di Papalia Domenico, Antonio e Rocco nati a Platì, elementi di spicco insieme ai fratelli dell’omonima cosca Papalia
• Barbaro Elisabetta, nata a Platì l’11.05.1918, madre di Perre Giuseppe, nato a Platì il 21.06.1937, […], capo dell’omonima cosca denominata Perre “Maistru”
• Barbaro Antonio, nato a Platì il 30.08.1920, deceduto in data 13.03.1994, capo dell’omonima cosca denominata Barbaro “Nigru” [1]
Secondo la ricostruzione dei collaboratori di giustizia Rocco Varacalli e Rocco Marando i ‘Pillari’ e i ‘Rosy’ sarebbero federati in un'unica cosca.
Barbaro 'Castanu'
I Barbaro ‘Castanu’ sono la ‘ndrina più ricca e potente di Platì. Il patriarca della cosca è Francesco Barbaro detto ‘Ciccio 'castanu’. Questo boss è stato uno dei principali esponenti della strategia dei sequestri di persona, non a caso fu anche soprannominato ‘Il re dei sequestri’. Venne arrestato nel 1989 dopo 9 anni di latitanza e in seguito, le redini del clan passarono al figlio Giuseppe Barbaro, soprannominato ‘Peppe Canarinu ‘u Sparitu’, perché fu latitante per 14 anni. Venne catturato il 10 dicembre 2001. Nel 1998 Giuseppe Barbaro pare che condusse una presunta trattativa per la risoluzione del sequestro ai danni di Alessandra Sgarella, come riporta la Commissione Parlamentare a riguardo: ‘’ Sconcertante notizia che il deus ex machina di tale trattativa segreta dello Stato sia stato un super latitante della 'ndrangheta il boss di Platì Giuseppe Barbaro - detto 'u canarinu – […], in cambio della collaborazione per la soluzione del sequestro Sgarella avrebbe ottenuto favori alla propria latitanza ed alleggerimento del regime di cui all'articolo 41-bis per i propri familiari attualmente detenuti ‘’ [2]. Nell’Operazione Infinito realizzata dalla Dda di Milano nel 2010, gli inquirenti sostennero che Pasquale Barbaro (fratello di Giuseppe) detto ‘U zangrei’ (in calabrese ‘Il tamarro’) fu il reggente della cosiddetta “Camera di Controllo” denominata ‘Lombardia’ fino alla data del suo decesso, avvenuta nel 2007 per problemi cardiaci. Nell’Operazione Crimine (Dda Reggio Calabria, 2010) viene citato il matrimonio tra suo figlio Giuseppe e Elisa Pelle, la figlia di Giuseppe Pelle (sposato con Marianna Barbaro, figlia di Francesco ‘ciccio ‘u castanu) e nipote di Antonio Pelle ‘Gambazza’, ex Capo Crimine della ‘ndrangheta, due affiliati invitati alle nozze sostennero che il matrimonio Barbaro/Pelle è stato fatto per confermare la potenza delle due famiglie. Nell’Operazione Platino compiuta nel gennaio del 2014, attraverso le intercettazioni sarebbe emerso che il ruolo di reggente della Camera di Controllo ‘Lombardia’ sarebbe attribuibile a Rocco Barbaro [3] , anch’esso figlio di Francesco Barbaro ‘cicciu ‘u castanu. Gli esponenti dei 'Castanu' sono collegati, attraverso vincoli di matrimonio e nelle attività lecite e illecite, anche alle famiglie degli Agresta, Marando, Papalia, Pelle, Perre, Romeo, Sergi e Trimboli [4].
Barbaro 'Nigri'
Il reggente della cosca è stato Antonio Barbaro, detto ‘u nigru’, il soprannome deriva dalla carnagione scura della pelle. In seguito alla morte di Pasquale Agresta avvenuta nel '74, Antonio ‘u nigru insieme a Francesco Barbaro ‘u Castanu fecero sorgere uno dei clan più potenti della ‘ndrangheta [5] . Secondo gli inquirenti, dopo la sua morte avvenuta nel 1994, il suo ruolo all’interno della ‘ndrina fu preso dal figlio Giuseppe Barbaro [6] . Vito Nicastri, imprenditore dell'eolico è stato accusato di essere in rapporti d'affari con Matteo Messina Denaro e alcuni clan dell'area jonica di Reggio Calabria (Platì, San Luca e San Luca). Per conto delle famiglie di Platì il Nicastri avrebbe intessuto rapporti con Giuseppe Barbaro 'u nigru [7]. Venne arrestato il 23 ottobre 2006 a Modena perché reputato il presunto mandante dell’omicidio ai danni del carabiniere Antonino Marino, ucciso il 9 settembre 1990 a Bovalino durante la festa patronale [8]. Giuseppe Barbaro è deceduto nel 2012 all’età di 64 anni [9] . Ne ‘Le Mani sulla Città’ scritto da Barbacetto/Milosa si riporta un’informativa del 2008 da parte del Servizio centrale operativo della polizia di Milano ‘’ La famiglia dei Nigri, imparentata anche con i Papalia, è da considerarsi ai vertici della criminalità organizzata in Calabria operante nel Nord-Italia’’. [10]
Barbaro 'Pillari'
Il collaboratore di giustizia originario di Platì, Rocco Marando nel marzo 2009 sostenne che il reggente dei Pillari fosse Rosario Barbaro detto 'Rosi da Massara', un altro collaboratore, Rocco Varacalli di Natile di Careri dichiarò che Rosario Barbaro è stato ''il capo società del locale di Platì’’ [11]. Diversi esponenti del clan sono stati arrestati per la trattazione internazionale del traffico di stupefacenti. Al Nord i Pillari sono rappresentati da Domenico Barbaro detto 'Mico l'Australiano ' e dai suoi figli Salvatore e Saverio. Salvatore Barbaro nel 1999 sposò Serafina Papalia, figlia di Rocco Papalia, reputato membro della cosiddetta “commissione provinciale reggina” denominata 'Cosa Nuova'. A questo clan sono alleati i Trimboli, i Marando, i Perre e i Papalia.
La storia
La faida di Castellace
I sequestri di persona
I padroni di Platì
L'uccisone del Sindaco Domenico De Maio
Le attività
Latitanza sul territorio: prestigio e potere
Il traffico internazionale di stupefacenti
Le ramificazioni
Lombardia
Il 'governo' della 'ndrangheta
Il settore del movimento terra: intimidazione ambientale
Le operazioni in cui sono stati coinvolti
Piemonte
'Minotauro' e il 'locale' di Volpiano
Germania
Australia
Note
- ↑ Regione Carabinieri ‘Lombardia’, Indagine Infinito, Gruppo di Monza Nucleo Investigativo, Capitolo 3.3 ‘’Dalla Tequila’’ dos alla ‘’Infinito’’ p.102
- ↑ Camera dei Deputati, Seduta n.406 del 17/9/1998, [1]
- ↑ Corriere della Sera, «La Lombardia ha un nuovo boss Rocco Barbaro è il capo dei capi» , 11 gennaio 2014 [2]
- ↑ Regione Carabinieri ‘Lombardia’, Indagine Infinito, Gruppo di Monza Nucleo Investigativo, Capitolo 3.3 ‘’Dalla Tequila’’ dos alla ‘’Infinito’’ p.102, 103
- ↑ N. Gratteri - A. Nicaso, Fratelli di Sangue, Mondadori, 2008, p.127
- ↑ Calabria Ora, Eolico, spunta Barbaro “Nigru”. Il boss è stato coinvolto nell’inchiesta per la morte del brigadiere Marino, 12 settembre 2011, [3]
- ↑ Corriere della Calabria, ‘Ndrangheta e Cosa nostra: In nome del fotovoltaico, 4 agosto 2011 [4]
- ↑ Strill, ‘Ndrangheta, domiciliari a Barbaro, 22 novembre 2006 [5]
- ↑ Cn24, Platì, vietati i funerali di Giuseppe Barbaro [6]
- ↑ G.Barbacetto – D.Milosa, Le mani sulla città p.157, Chiarelettere, Milano
- ↑ F.Monga – R.Varacalli, Sono un uomo morto p.25, Chiarelettere, Milano 2013