Afghanistan: differenze tra le versioni
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=== L’oppio e l’invasione sovietica === | === L’oppio e l’invasione sovietica === | ||
[[File:Afghanistan 2.png|400px|thumb|left|Grafico da “Perché non funziona la guerra all’oppio”, in Limes “Mai dire guerra”, n.3, 2007. | |||
Fonte: UNODC]] | |||
L’Afghanistan fu però anche, come ancora oggi, il cuore pulsante della produzione di oppio nella regione. | L’Afghanistan fu però anche, come ancora oggi, il cuore pulsante della produzione di oppio nella regione. | ||
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Questa scelta cadde sul papavero da oppio. Esso ha iniziato quindi ad essere coltivato un po’ ovunque in Afghanistan, ma i territori in cui era, ed è tutt’ora, più presente sono certamente quelli del sud, del sud – est e del nord – est <ref>Eugenio Turri, l’Afghanistan è la sua geografia, in Nel mondo di Bin Laden, Limes, Quaderni Speciali, 2001</ref>. Divenendo importante già fin dalle prime fasi del conflitto, ma accrescendo la sua incisività nel corso degli anni ottanta. Infatti proprio quel periodo fu caratterizzato anche dal contemporaneo inizio di un calo della centralità del “Triangolo d’oro” nella produzione e nel commercio dell’oppio e dei suoi derivati; permettendo così alla “Mezzaluna d’oro” di divenire sempre più centrale nei traffici internazionali. Insomma, precedentemente il conflitto la produzione, come detto, si aggirava introno alle 200 – 400 tonnellate; mentre al termine dell’occupazione sovietica essa si era già attestata intorno alle 1.500 tonnellate, per poi impennare ulteriormente negli anni di guerra civile ad essa successivi, così come sotto il regime dei Talebani e durante la guerra e l’occupazione degli anni duemila. | Questa scelta cadde sul papavero da oppio. Esso ha iniziato quindi ad essere coltivato un po’ ovunque in Afghanistan, ma i territori in cui era, ed è tutt’ora, più presente sono certamente quelli del sud, del sud – est e del nord – est <ref>Eugenio Turri, l’Afghanistan è la sua geografia, in Nel mondo di Bin Laden, Limes, Quaderni Speciali, 2001</ref>. Divenendo importante già fin dalle prime fasi del conflitto, ma accrescendo la sua incisività nel corso degli anni ottanta. Infatti proprio quel periodo fu caratterizzato anche dal contemporaneo inizio di un calo della centralità del “Triangolo d’oro” nella produzione e nel commercio dell’oppio e dei suoi derivati; permettendo così alla “Mezzaluna d’oro” di divenire sempre più centrale nei traffici internazionali. Insomma, precedentemente il conflitto la produzione, come detto, si aggirava introno alle 200 – 400 tonnellate; mentre al termine dell’occupazione sovietica essa si era già attestata intorno alle 1.500 tonnellate, per poi impennare ulteriormente negli anni di guerra civile ad essa successivi, così come sotto il regime dei Talebani e durante la guerra e l’occupazione degli anni duemila. | ||
Questo aumento della produzione di oppiacei, per lo meno agli inizi degli anni ’80, dipese da diversi fattori: le distruzioni belliche, “l’uscita dal mercato” dei tradizionali produttori dell’area (Iran e Pakistan), le carestie nel “Triangolo d’oro” sul finire degli anni settanta e infine l’aumento della domanda, soprattutto in Europa, che favorì inevitabilmente la merce proveniente da quella regione, poiché già esistevano collaudate reti commerciali da poter sfruttare. Infatti da sempre l’Afghanistan è stato passaggio cruciale fra Cina, India, Asia centrale ed Europa, grazie alla “via della seta” ed alle sue diramazioni, che per secoli hanno permesso il transito di oro, argento, tessuti, pietre preziose, cotone, spezie e, in seguito, anche armi e droghe. | Questo aumento della produzione di oppiacei, per lo meno agli inizi degli anni ’80, dipese da diversi fattori: le distruzioni belliche, “l’uscita dal mercato” dei tradizionali produttori dell’area (Iran e Pakistan), le carestie nel “Triangolo d’oro” sul finire degli anni settanta e infine l’aumento della domanda, soprattutto in Europa, che favorì inevitabilmente la merce proveniente da quella regione, poiché già esistevano collaudate reti commerciali da poter sfruttare. Infatti da sempre l’Afghanistan è stato passaggio cruciale fra Cina, India, Asia centrale ed Europa, grazie alla “via della seta” ed alle sue diramazioni, che per secoli hanno permesso il transito di oro, argento, tessuti, pietre preziose, cotone, spezie e, in seguito, anche armi e droghe. | ||
=== La criminalità === | === La criminalità === | ||
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=== La filiera della droga e le rotte === | === La filiera della droga e le rotte === | ||
[[File:Afghanistan 1.png|300px|thumb|right|Tratto da Limes “La droga ha vinto”, in “Afghanistan addio!”, n.2, 2010]] | |||
Allo stesso modo il tragitto compiuto per esportare all'estero la droga poteva e può essere vario e con svariati passaggi, e seguire differenti rotte. Esse erano e sono innestate per lo più sulla tradizionale “via della seta”, ma con una serie di altre ramificazioni, in modo da coprire mercati in aree disparate ed abbattere i rischi di sequestri. | Allo stesso modo il tragitto compiuto per esportare all'estero la droga poteva e può essere vario e con svariati passaggi, e seguire differenti rotte. Esse erano e sono innestate per lo più sulla tradizionale “via della seta”, ma con una serie di altre ramificazioni, in modo da coprire mercati in aree disparate ed abbattere i rischi di sequestri. | ||