Mafia: singolare, femminile.: differenze tra le versioni
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Lo spettacolo 'Mafia: singolare, femminile' è un’opera teatrale composta da monologhi, scritta da Cetta Brancato, scrittrice e drammaturga, e da Marzia Sabella, magistrato, autrice del libro 'Nostro Onore. Una donna magistrato contro la mafia' (Einaudi) dal quale la pièce è liberamente tratta. Un testo nel quale, tra l’altro, si raccontano alcune storie vere, sbucate dalle carte processuali, di donne appartenenti, in qualche modo, all’universo mafioso. Storie al femminile, poco conosciute che, tuttavia, per la loro intensità e, soprattutto, per la loro “normalità”, finiscono per descrivere i prototipi delle donne di mafia. Il filo rosso che unisce i monologhi è costituito dalla voce del magistrato donna, la quale, per il suo lavoro le “ha conosciute”, incontrandole nei verbali, nelle aule di udienza, nelle sale colloquio dei penitenziari, nelle intercettazioni. | Lo spettacolo 'Mafia: singolare, femminile' è un’opera teatrale composta da monologhi, scritta da Cetta Brancato, scrittrice e drammaturga, e da Marzia Sabella, magistrato, autrice del libro 'Nostro Onore. Una donna magistrato contro la mafia' (Einaudi) dal quale la pièce è liberamente tratta. Un testo nel quale, tra l’altro, si raccontano alcune storie vere, sbucate dalle carte processuali, di donne appartenenti, in qualche modo, all’universo mafioso. Storie al femminile, poco conosciute che, tuttavia, per la loro intensità e, soprattutto, per la loro “normalità”, finiscono per descrivere i prototipi delle donne di mafia. Il filo rosso che unisce i monologhi è costituito dalla voce del magistrato donna, la quale, per il suo lavoro le “ha conosciute”, incontrandole nei verbali, nelle aule di udienza, nelle sale colloquio dei penitenziari, nelle intercettazioni. | ||
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Versione attuale delle 20:35, 7 apr 2018
Lo Spettacolo
Lo spettacolo 'Mafia: singolare, femminile' è un’opera teatrale composta da monologhi, scritta da Cetta Brancato, scrittrice e drammaturga, e da Marzia Sabella, magistrato, autrice del libro 'Nostro Onore. Una donna magistrato contro la mafia' (Einaudi) dal quale la pièce è liberamente tratta. Un testo nel quale, tra l’altro, si raccontano alcune storie vere, sbucate dalle carte processuali, di donne appartenenti, in qualche modo, all’universo mafioso. Storie al femminile, poco conosciute che, tuttavia, per la loro intensità e, soprattutto, per la loro “normalità”, finiscono per descrivere i prototipi delle donne di mafia. Il filo rosso che unisce i monologhi è costituito dalla voce del magistrato donna, la quale, per il suo lavoro le “ha conosciute”, incontrandole nei verbali, nelle aule di udienza, nelle sale colloquio dei penitenziari, nelle intercettazioni.