Camorra: differenze tra le versioni

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<center>''Dissi di una simil setta. La camorra infatti, nel significato generale del vocabolo, designa ben altro che l'associazione [...] Il vocabolo si applica a tutti gli abusi di forza o di influenza. Far la camorra, nel linguaggio ordinario, significa prelevar un diritto arbitrario e fraudolento.'' </center>
<blockquote><center>''Dissi di una simil setta. La camorra infatti, nel significato generale del vocabolo, designa ben altro che l'associazione [...] Il vocabolo si applica a tutti gli abusi di forza o di influenza. Far la camorra, nel linguaggio ordinario, significa prelevar un diritto arbitrario e fraudolento.'' </center>


<center>('''Marc Monnier'''<ref>Marc Monnier, La camorra: notizie storiche raccolte e documentate, Firenze, G. Barbera, 1862</ref>)</center>
<center>('''Marc Monnier'''<ref>Marc Monnier, La camorra: notizie storiche raccolte e documentate, Firenze, G. Barbera, 1862</ref>)</center></blockquote>
[[File:Camorra.jpg|alt=camorra|miniatura]]




Con l'espressione "'''Camorra'''" si indica normalmente la declinazione campana del fenomeno mafioso, attiva sin dagli inizi del XIX Secolo e radicata in maniera particolare nella città di Napoli, nel suo hinterland, nonché nella provincia di Caserta, Salerno e Avellino. A differenza della ben più famosa [[Cosa Nostra]] o della [['Ndrangheta|'ndrangheta]], la Camorra non ha mai avuto una struttura unitaria, ma una costellazione di Clan spesso entrati in conflitto tra loro nelle c.d. "[[Faida|faide]]". Tutti i tentativi di creare una struttura unitaria (la '''[[Nuova Camorra Organizzata]]''' di [[Raffaele Cutolo|Cutolo]], la '''[[Nuova Famiglia]]''' dei suoi rivali [[Antonio Bardellino|Bardellino]]-[[Clan Nuvoletta|Nuvoletta]]-[[Clan Alfieri|Alfieri]], la '''[[Nuova Mafia Campana]]''' di [[Carmine Alfieri]]) fallirono totalmente.
Con l'espressione "'''Camorra'''" si indica normalmente la declinazione campana del fenomeno mafioso, attiva sin dagli inizi del XIX Secolo e radicata in maniera particolare nella città di Napoli, nel suo hinterland, nonché nella provincia di Caserta, Salerno e Avellino. A differenza della ben più famosa [[Cosa Nostra]] o della [['Ndrangheta|'ndrangheta]], la Camorra non ha mai avuto una struttura unitaria, se non nella sua fase originaria, ma una costellazione di Clan spesso entrati in conflitto tra loro nelle c.d. "[[Faida|faide]]". Tutti i tentativi di creare una struttura unitaria (la '''[[Nuova Camorra Organizzata]]''' di [[Raffaele Cutolo|Cutolo]], la '''[[Nuova Famiglia]]''' dei suoi rivali [[Antonio Bardellino|Bardellino]]-[[Clan Nuvoletta|Nuvoletta]]-[[Clan Alfieri|Alfieri]], la '''[[Nuova Mafia Campana]]''' di [[Carmine Alfieri]]) fallirono totalmente. Nonostante questo, la Camorra è la più antica organizzazione mafiosa italiana, strutturatasi, a differenza delle altre due, come criminalità urbana.
[[File:Camorrista 800.jpg|400px|thumb|right|Un camorrista di fine '800, in un disegno dell'epoca]]
== Origini del nome ==
== Origini del nome ==
Sull'origine del termine "Camorra" non c'è accordo tra gli studiosi. Nel XVII Secolo il termine indicava '''un particolare tipo di stoffa''' e, poiché l'abbigliamento dei camorristi è sempre stato molto appariscente, alcuni linguisti hanno individuato l'origine in "Gamurra", un abito femminile in uso in Europa nel Tardo Medioevo e nel Rinascimento, mentre altri ancora in "Gamurri", banditi spagnoli famosi per il loro giubbotto.
Sull'origine del termine "Camorra" non c'è accordo tra gli studiosi. Nel XVII Secolo il termine indicava '''un particolare tipo di stoffa''' e, poiché l'abbigliamento dei camorristi è sempre stato molto appariscente, alcuni linguisti hanno individuato l'origine in "Gamurra", un abito femminile in uso in Europa nel Tardo Medioevo e nel Rinascimento, mentre altri ancora in "Gamurri", banditi spagnoli famosi per il loro giubbotto.
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== Storia ed evoluzione ==
== Storia ed evoluzione ==
=== Le origini ===
=== Le origini ===
Storicamente la Camorra si organizzò molto prima della mafia siciliana e della 'ndrangheta. Il mito della fondazione viene fatto risalire a una fantomatica riunione a Napoli, mai dimostrata, nella Chiesa di Santa Caterina a Formello, nel 1820. Quel che è certo è che l'embrione dell'organizzazione venne varato subito dopo la fallita rivoluzione partenopea del 1799, tra il 1810 e il 1820. A dimostrazione della sua primogenitura tra le altre organizzazioni mafiose, va segnalato che il termine "Camorra" era presente già nelle ''Procedure per la repressione del brigantaggio e dei camorristi nelle province infettate'', meglio note come legge Pica, nel 1863: il termine "mafia" entrò nel codice penale solamente con la legge n.575 del 31/05/1965 "''Disposizioni contro la mafia''", approvata dopo la [[Strage di Ciaculli]].  
[[File:Camorrista 800.jpg|250x250px|thumb|Un camorrista di fine '800, in un disegno dell'epoca|alt=camorrista di fine '800]]Storicamente la Camorra si organizzò molto prima della mafia siciliana e della 'ndrangheta. Il mito della fondazione viene fatto risalire a una fantomatica riunione a Napoli, mai dimostrata, nella Chiesa di Santa Caterina a Formello, nel 1820. Quel che è certo è che l'embrione dell'organizzazione venne varato subito dopo la fallita rivoluzione partenopea del 1799, tra il 1810 e il 1820. A dimostrazione della sua primogenitura tra le altre organizzazioni mafiose, va segnalato che il termine "Camorra" era presente già nelle ''Procedure per la repressione del brigantaggio e dei camorristi nelle province infettate'', meglio note come legge Pica, nel 1863: il termine "mafia" entrò nel codice penale solamente con la legge n.575 del 31/05/1965 "''Disposizioni contro la mafia''", approvata dopo la [[Strage di Ciaculli]].  


Risale invece al 1842 uno statuto a firma di un certo Francesco Scorticelli, in cui si parla della camorra come "''Bella società riformata''". Il prototipo del "mafioso" della famosa commedia "''I Mafiusi della Vicaria''" del 1863 era ricalcato inoltre su un camorrista realmente esistito che spadroneggiava nelle carceri borboniche e "''camurrìa''" in dialetto siciliano significa proprio "''fastidio, impiccio''".  
Risale invece al 1842 uno statuto a firma di un certo Francesco Scorticelli, in cui si parla della camorra come "''Bella società riformata''". Il prototipo del "mafioso" della famosa commedia "''I Mafiusi della Vicaria''" del 1863 era ricalcato inoltre su un camorrista realmente esistito che spadroneggiava nelle carceri borboniche e "''camurrìa''" in dialetto siciliano significa proprio "''fastidio, impiccio''".  


==== Ai tempi dei Borbone ====
==== Ai tempi dei Borbone ====
Negli anni della Restaurazione borbonica, subito dopo il Congresso di Vienna, la Camorra si diede un'organizzazione che prevedeva tre livelli gerarchici: ''picciotto d'onore'', ''picciotto di sgarro'', ''camorrista''. L'aspirante camorrista, prima di poter intraprendere questo particolare ''cursus honorum'', era chiamato "''tamurro''". Ogni quartiere di Napoli, suddiviso a sua volta in "''paranze''", aveva un "''caposocietà''", per un totale di dodici: questi, a loro volta, eleggevano un "''capintesta''" generale della Camorra, ruolo che per molti anni fu egemonizzato dalla famiglia Cappuccio del quartiere della Vicaria. Ogni capo della Camorra poteva fregiarsi del titolo di "''Masto''" (Maestro, Padrone). La medesima struttura era presente anche nell'area ristretta tra Caserta, Marcianise e Santa Maria Capua Vetere (la c.d. Terra di Lavoro), ma il ''capintesta'' veniva eletto solo tra i ''capisocietà'' di Napoli. I comuni, anche capoluoghi di provincia, erano equiparati ai quartieri di Napoli ed eleggevano un solo caposocietà.
[[File:Struttura-camorra-ottocento.jpg|alt=Struttura della camorra ottocentesca|miniatura|300x300px|La struttura gerarchica della camorra di fine '800]]
Negli anni della Restaurazione borbonica, subito dopo il Congresso di Vienna, la Camorra si diede un'organizzazione che prevedeva '''tre livelli gerarchici''': ''picciotto d'onore'', ''picciotto di sgarro'', ''camorrista''. L'aspirante camorrista, prima di poter intraprendere questo particolare ''cursus honorum'', era chiamato "'''''tamurro'''''". Ogni quartiere di Napoli, suddiviso a sua volta in "'''''paranze'''''", aveva un "'''''caposocietà'''''", per un totale di dodici: questi, a loro volta, eleggevano un "'''''capintesta'''''" generale della Camorra, ruolo che per molti anni fu egemonizzato dalla famiglia Cappuccio del quartiere della Vicaria. Ogni capo della Camorra poteva fregiarsi del titolo di "'''''Masto'''''" (maestro, padrone). La medesima struttura era presente anche nell'area ristretta tra Caserta, Marcianise e Santa Maria Capua Vetere (la c.d. ''Terra di Lavoro''), ma il ''capintesta'' veniva eletto '''solo''' tra i ''capisocietà'' di Napoli. I comuni, anche capoluoghi di provincia, erano equiparati ai quartieri di Napoli ed eleggevano un solo caposocietà.


Come criminalità urbana, la camorra esercitava la sua principale attività, l'estorsione, soprattutto nelle carceri, vero luogo di reclutamento dell'organizzazione: qualsiasi attività ed eventuale disponibilità materiale del detenuto era "tassata" del 10%. Altri fronti delle attività camorristiche erano i mercati (dove veniva imposta una percentuale sulla vendita di farine, creali, frutta, pesce, carne etc.) e le case da gioco, nonché la prostituzione. A Napoli in pratica non vi era attività commerciale che non prevedesse il pagamento di una tangente alla Camorra. L'addetto agli affari economici e finanziari dell'organizzazione era il "''contarulo''", nominato da ciascun ''capososcietà'' alla gestione del "''barattolo''", dove finivano tutti gli introiti delle estorsioni.
Per entrare a far parte della camorra bisognava rispondere a criteri precisi: a mero titolo d'esempio, erano esclusi dall'affiliazione gli omosessuali passivi e chiunque avesse una moglie o una sorella prostituta (anche se quest'ultimo divieto era il più frequentemente disatteso). La prova di coraggio con la quale si stabiliva l'idoneità del candidato consisteva o nell'esecuzione di un omicidio o nello sfregio di uno dei nemici dell'organizzazione. Gli sfregi col rasoio erano in particolare la punizione per chi infrangeva il codice d'onore, sia che fosse affiliato o che non lo fosse. Una volta giudicato idoneo, il candidato doveva pronunciare un giuramento di fronte a due coltelli incrociati e combattere in un duello all'arma bianca contro un camorrista estratto a sorte. I duelli con il pugnale erano il rito di passaggio da un grado all'altro nella gerarchia criminale: raramente erano duelli all'ultimo sangue, avevano uno scopo prevalentemente cerimoniale. Il pugnale restava comunque l'arma preferita del camorrista per compiere i propri delitti.
 
Come criminalità urbana, la camorra esercitava la sua principale attività, '''l'estorsione''', soprattutto nelle carceri, vero luogo di reclutamento dell'organizzazione: qualsiasi attività ed eventuale disponibilità materiale del detenuto era "tassata" del 10%. Altri fronti delle attività camorristiche erano i mercati (dove veniva imposta una percentuale sulla vendita di farine, creali, frutta, pesce, carne etc.) e le case da gioco, nonché la prostituzione. A Napoli in pratica non vi era attività commerciale che non prevedesse il pagamento di una tangente alla Camorra. L'addetto agli affari economici e finanziari dell'organizzazione era il "'''''contarulo'''''", nominato da ciascun ''capososcietà'' alla gestione del "'''''barattolo'''''", dove finivano tutti gli introiti delle estorsioni.


Ogni quartiere, inoltre, aveva un suo tribunale, che si chiamava "''Mamma''": il tribunale supremo della città era la "''Gran Mamma''", presieduto dal ''capintesta'', che in quella funzione assumeva il titolo di "''Mammasantissima''". Del resto, la stessa polizia borbonica assicurava impunità in cambio di tutela dell'ordine pubblico da parte della Camorra, che dopo la fallita insurrezione liberale del 15 maggio 1848 venne impiegata anche per raccogliere informazioni sulle manovre degli oppositori politici al governo borbonico.
Ogni quartiere, inoltre, aveva un suo tribunale, che si chiamava "''Mamma''": il tribunale supremo della città era la "''Gran Mamma''", presieduto dal ''capintesta'', che in quella funzione assumeva il titolo di "''Mammasantissima''". Del resto, la stessa polizia borbonica assicurava impunità in cambio di tutela dell'ordine pubblico da parte della Camorra, che dopo la fallita insurrezione liberale del 15 maggio 1848 venne impiegata anche per raccogliere informazioni sulle manovre degli oppositori politici al governo borbonico.


==== Ai tempi dell'Italia Unita ====
==== Filo-borbonici, anzi no ====
Quando era oramai chiaro che il Regno delle Due Sicilie non avrebbe retto l'avanzata garibaldina, il ministro borbonico dell'Interno Liborio Romano invitò a casa sua il capintesta [[Salvatore De Crescenzo]] (''Tore 'e Criscienzo''), proponendogli di trasformare capisocietà e picciotti rispettivamente in commissari/ispettori di polizia e in guardie cittadine, in modo da garantire l'ordine pubblico nell'imminente arrivo a Napoli di Giuseppe Garibaldi. La nuova legittimazione in città permise ai camorristi di fare il bello e il cattivo tempo nel periodo di transizione al nuovo regime liberale.
Secondo quanto raccontato da Monnier<ref>Marc Monnier, La camorra: notizie storiche raccolte e documentate, Firenze, G. Barbera, 1862</ref>, a metà degli anni Cinquanta il "Comitato d'Ordine" (gruppo clandestino di cospiratori patriottici anti-borbonici) strinse un accordo con la Camorra, nell'illusione di conquistarne i favori e dirigerla verso la causa dell'Italia unita: i termini dell'accordo imposti dai capi camorristi della città erano che il Comitato avrebbe dovuto versare la somma di 10mila ducati a ciascun caposocietà. Una volta ricevuto il denaro, la Camorra si preoccupò più di ricattare i patrioti, estorcendo loro altro denaro, piuttosto che organizzare "la rivolta patriottica" promessa.
 
Tutto ciò almeno fino al novembre 1859, quando lo Stato borbonico ordinò una grande retata di camorristi, spedendone parecchi sulle isole-prigione al largo della costa: questo, insieme ai successi in Sicilia del maggio 1860 di Garibaldi, indussero la Camorra ad abbandonare a se stesso il Regno delle Due Sicilie e a schierarsi con la causa patriottica definitivamente. Non per convinzione, ma per mantenere intatti i propri traffici criminali. Tanto che il ministro borbonico dell'Interno Liborio Romano invitò a casa sua il capintesta [[Salvatore De Crescenzo]] (''Tore 'e Criscienzo''), proponendogli di trasformare capisocietà e picciotti rispettivamente in commissari/ispettori di polizia e in guardie cittadine, in modo da garantire l'ordine pubblico nell'imminente arrivo a Napoli di Giuseppe Garibaldi. La nuova legittimazione in città permise ai camorristi di fare il bello e il cattivo tempo nel periodo di transizione al nuovo regime liberale.
 
Quando infatti il 7 settembre 1860 Garibaldi arrivò a Napoli, fu accolto da una folla straordinaria di persone, da bande musicali e dai tricolori italiani, sventolati dai camorristi stessi che fino a qualche mese prima militavano convintamente nelle fila borboniche. Camorristi che sfruttarono l'autorità temporanea incaricata di governare il Mezzogiorno in nome dell'eroe dei due Mondi per massimizzare i propri traffici criminali, in particolare l'estorsione e il contrabbando. Le dogane furono espropriate dei loro balzelli, che finirono nelle casse della Camorra: al grido "''è roba d'o zi Peppe (n.d. Giuseppe Garibaldi). Lasciate passare!''", i camorristi esclusero dalla riscossione dei dazi l'autorità pubblica. Le cose andavano talmente bene per l'organizzazione criminale, che domenica [[21 ottobre]] 1860 il sì al referendum per l'ingresso nel Regno d'Italia ottenne un plebiscito tale che la piazza dove si svolsero i festeggiamenti fu chiamata proprio ''Piazza del Plebiscito''.
 
==== Silvio Spaventa e il pugno di ferro contro la Camorra ====
A risanare le istituzioni pubbliche e a riportare l'ordine a Napoli fu il patriota '''Silvio Spaventa''', veterano delle galere borboniche e profondo conoscitore della Camorra. A poche settimane dal suo insediamento come nuovo ministro dell'Interno del Regno d'Italia, Spaventa non solo ottenne l'estensione delle disposizioni della Legge Pica contro il brigantaggio anche ai camorristi, ma autorizzò il [[16 novembre]] 1860 il prefetto di polizia '''Filippo De Blasio''', coadiuvato dai neocommissari Capuano e Jossa, a compiere una vasta operazione volta a reprimere il contrabbando, utilizzando i carabinieri e le guardie nazionali: in ventiquattro ore '''oltre 100 camorristi''' finirono in carcere. L'opera di risanamento di Spaventa si interruppe a seguito di uno scandalo che lo costrinse alle dimissioni: nel luglio 1861 un alto funzionario di polizia, Ferdinando Mele, venne pugnalato a morte dietro l'orecchio in pieno giorno; già camorrista e reclutato nella polizia ai tempi di Romano, Mele era stato ucciso da '''Salvatore De Mata''', un delinquente non affiliato alla Camorra, desideroso di vendetta per l'arresto del fratello. Arrestato, venne fuori che De Mata, già guardia del corpo di Spaventa, aveva ottenuto da lui un posto alle Poste, dove non si presentava mai. Al suo posto arrivò il generale '''Enrico Cialdini''', che attenuò decisamente il fervore anti-camorristico del suo predecessore.


Ma già a metà del novembre 1860 il prefetto di polizia Filippo De Blasio, coadiuvato dai neocommissari Capuano e Jossa, dirigenva una vasta operazione volta a reprimere il contrabbando, utilizzando i carabinieri e le guardie nazionali: in ventiquattro ore oltre 100 camorristi finirono in carcere. Fu con l'insediamento del nuovo ministro dell'Interno del Regno d'Italia, Silvio Spaventa, che la collaborazione tra vertici dello Stato e la Camorra si interruppe: nel più vasto impegno contro il brigantaggio che stava flagellando il Meridione, Spaventa pretese e ottenne l'estensione delle disposizioni della Legge Pica anche ai camorristi.
==== 1863: la legge sul domicilio coatto ==== 
Cacciato da Napoli, Spaventa divenne viceministro dell'Interno a Torino l'anno successivo, ottenendo che la nuova commissione parlamentare d'inchiesta sul cosiddetto "Grande Brigantaggio" si occupasse anche di Camorra: il risultato fu l'istituzione nell'agosto 1863 della legge sul '''domicilio coatto''', per la quale era possibile il trasferimento di qualsiasi persona considerata sospetta in uno dei bagni penali situati nelle isole al largo della costa italiana. Il risultato fu tutt'altro che soddisfacente: i camorristi, lungi dall'essere impossibilitati dall'esercitare la loro funzione criminale in carcere, lo trasformarono in un vero e proprio luogo di reclutamento e iniziazione, come già avevano fatto sotto i Borboni.


==== Il processo Cuocolo: lo scioglimento della Camorra ====
==== Il processo Cuocolo: lo scioglimento della Camorra ====
*''Per approfondire vedi [[Processo Cuocolo]]''
*''Per approfondire vedi [[Processo Cuocolo]]''
[[File:Processo cuocolo.jpg|300px|thumb|right|Una foto d'epoca del Processo Cuocolo (Archivio Mauro Galeotti)]]
[[File:Processo cuocolo.jpg|300px|thumb|right|Una foto d'epoca del Processo Cuocolo (Archivio Mauro Galeotti)]]
Nonostante il clima di belligeranza del nuovo Stato liberale, la Camorra continuava ad operare a Napoli e Provincia. Fino all'omicidio di Gennaro Cuocolo, basista di furti di appartamenti, e di sua moglie Maria Cutinelli, ex-prostituta. Ucciso sulla spiaggia di Torre del Greco per essersi appropriato della parte di bottino spettante ai complici finiti in carcere, il caso fu l'occasione per celebrare un "maxi-processo" alla Camorra napoletana che, in assenza di qualsiasi tutela liberale, si concluse con la condanna di oltre 30 pezzi da novanta della Camorra. Fu così che la sera del 25 maggio 1915, nelle Caverne delle Fontanelle, nel popolare rione Sanità, l'organizzazione venne sciolta dai superstiti, presieduti da Gaetano Del Giudice.
Nonostante il clima di belligeranza del nuovo Stato liberale, la Camorra continuava ad operare a Napoli e Provincia. Fino al [[6 giugno]] [[1906]], quando furono uccisi '''Gennaro Cuocolo''', basista di furti di appartamenti, e sua moglie Maria Cutinelli, ex-prostituta. Ucciso sulla spiaggia di Torre del Greco per essersi appropriato della parte di bottino spettante ai complici finiti in carcere, il caso fu l'occasione per celebrare un "maxi-processo" alla Camorra napoletana che, in assenza di qualsiasi tutela liberale, si concluse con la condanna di oltre 30 pezzi da novanta della Camorra. Fu così che la sera del 25 maggio 1915, nelle Caverne delle Fontanelle, nel popolare rione Sanità, l'organizzazione venne sciolta dai superstiti, presieduti da Gaetano Del Giudice.


=== La rinascita nel Secondo Dopoguerra ===
=== La rinascita nel Secondo Dopoguerra ===
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=== Cutolo e la Nuova Camorra Organizzata ===
=== Cutolo e la Nuova Camorra Organizzata ===
*''Per approfondire vedi anche [[Raffaele Cutolo]] e [[Nuova Camorra Organizzata]]''
*''Per approfondire vedi anche [[Raffaele Cutolo]] e [[Nuova Camorra Organizzata]]''
[[File:Raffaele cutolo.jpg|200px|thumb|left|Raffaele Cutolo, nell'aula bunker di Napoli, agli inizi degli anni '80 (Archivio l'Unità)]]
[[File:Raffaele cutolo.jpg|200px|thumb|Raffaele Cutolo, nell'aula bunker di Napoli, agli inizi degli anni '80 (Archivio l'Unità)|alt=Raffaele Cutolo]]
A scompaginare gli equilibri camorristici in Campania creatisi con la proficua collaborazione tra i clan della Camorra e Cosa Nostra ci pensò Raffaele Cutolo, detto '''o professore''. In ottimi rapporti con i boss della 'ndrangheta Giuseppe Piromalli, Salvatore Mammoliti, Paolo De Stefano, Egidio Muraca e Francesco Cangemi, dopo aver eliminato per loro il vecchio boss Mico Tripodo nel carcere di Poggioreale, segue il loro consiglio di creare una sua associazione criminale per non lasciare troppo spazio ai siciliani in Campania.
A scompaginare gli equilibri camorristici in Campania creatisi con la proficua collaborazione tra i clan della Camorra e Cosa Nostra ci pensò Raffaele Cutolo, detto '''o professore''. In ottimi rapporti con i boss della 'ndrangheta Giuseppe Piromalli, Salvatore Mammoliti, Paolo De Stefano, Egidio Muraca e Francesco Cangemi, dopo aver eliminato per loro il vecchio boss Mico Tripodo nel carcere di Poggioreale, segue il loro consiglio di creare una sua associazione criminale per non lasciare troppo spazio ai siciliani in Campania.


Fu così che nacque la Nuova Camorra Organizzata: dapprima prestò assistenza ai giovani sbandati finiti in galera, poi giustificò le estorsioni con la necessità di garantire supporto ai carcerati che, una volta tornati in libertà, diventavano a loro volta estorsori e reclutatori per l'organizzazione. La forza di Cutolo fu quella di fare dell'affiliazione alla NCO una vera e propria filosofia di vita, fondata sulla riscossa sociale delle classi subalterne campane. Con oltre 7mila affiliati, la NCO ha rappresentato un ''unicum'' nella storia criminale del fenomeno mafioso.
Fu così che nacque la Nuova Camorra Organizzata: dapprima prestò assistenza ai giovani sbandati finiti in galera, poi giustificò le estorsioni con la necessità di garantire supporto ai carcerati che, una volta tornati in libertà, diventavano a loro volta estorsori e reclutatori per l'organizzazione. La forza di Cutolo fu quella di fare dell'affiliazione alla NCO una vera e propria filosofia di vita, fondata sulla riscossa sociale delle classi subalterne campane. Con oltre 7mila affiliati, la NCO ha rappresentato un ''unicum'' nella storia criminale del fenomeno mafioso.


La guerra tra Cutolo e i suoi avversari (riunitisi nel cartello della Nuova Famiglia) fece da sfondo a un evento assai redditizio per i clan della Camorra, il [[Terremoto dell'Irpinia]] del 1980. La ricostruzione, tutt'oggi rimasta incompiuta, avrebbe fagocitato centinaia di miliardi di lire, finiti a finanziare i clan. Il confronto armato tra la NCO e la NF durò cinque anni e lasciò a terra circa 1500 morti. La guerra scatenata da Cutolo con l'imposizione di una sua tassa personale sulle casse di sigarette sbarcate in Campani accelerò la crisi del contrabbando di tabacco, contribuendo allo spostamento del ''core business'' della Camorra sul narcotraffico.
La guerra tra Cutolo e i suoi avversari (riunitisi nel cartello della Nuova Famiglia) fece da sfondo a un evento assai redditizio per i clan della Camorra, il [[Terremoto dell'Irpinia]] del 1980. La ricostruzione, tutt'oggi rimasta incompiuta, avrebbe fagocitato centinaia di miliardi di lire, finiti a finanziare i clan. Il confronto armato tra la NCO e la NF durò cinque anni e lasciò a terra circa 1500 morti. La guerra scatenata da Cutolo con l'imposizione di una sua tassa personale sulle casse di sigarette sbarcate in Campania accelerò la crisi del contrabbando di tabacco, contribuendo allo spostamento del ''core business'' della Camorra sul narcotraffico.


Contemporaneamente alla guerra di camorra, imperversava a Palermo [[Seconda Guerra di Mafia|la Seconda Guerra di Mafia]], che avrebbe visto vittoriosi i [[Corleonesi]]. La fine di Cutolo e della sua organizzazione si ebbe soprattutto al suo trasferimento nel super-carcere dell'Asinara, preteso dall'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini. Senza più il capo sul territorio, i suoi luogotenenti vennero eliminati uno a uno, finché la NCO non si dissolse completamente, abbandonata dai servizi segreti nonostante il ruolo svolto nella liberazione di [[Ciro Cirillo]], sequestrato dalle Brigate Rosse.
Contemporaneamente alla guerra di camorra, imperversava a Palermo [[Seconda Guerra di Mafia|la Seconda Guerra di Mafia]], che avrebbe visto vittoriosi i [[Corleonesi]]. La fine di Cutolo e della sua organizzazione si ebbe soprattutto al suo trasferimento nel super-carcere dell'Asinara, preteso dall'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini. Senza più il capo sul territorio, i suoi luogotenenti vennero eliminati uno a uno, finché la NCO non si dissolse completamente, abbandonata dai servizi segreti nonostante il ruolo svolto nella liberazione di [[Ciro Cirillo]], sequestrato dalle Brigate Rosse.
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==== Il Processo Spartacus: i Casalesi alla sbarra ====
==== Il Processo Spartacus: i Casalesi alla sbarra ====
*Per approfondire vedi anche [[Processo Spartacus]]
*Per approfondire vedi anche [[Processo Spartacus]]
Intanto nell'estate del 1995 la Procura Antimafia di Napoli aveva concluso la lunga e complessa indagine sui Casalesi e spiccò 143 ordinanze di custodia cautelare, in concomitanza con un blitz che coinvolse tremila tra agenti di polizia e carabinieri. Molti, a partire da [[Francesco Schiavone]] detto ''Sandokan'', capo indiscusso del Clan, sfuggirono all'arresto. Una cinquantina di Casalesi finirono però in carcere: tra questi anche [[Nunzio De Falco]], che dalla Spagna aveva ordinato l'omicidio di Don [[Giuseppe Diana|Peppe Diana]]. Iniziato nel 1998, il Processo Spartacus si concluse in primo grado nel 2005, in appello nel 2008 e in Cassazione il 15 gennaio 2010. Tra le condanne, venne confermato l'ergastolo per Schiavone (arrestato nel 1998), Bidognetti, Zagaria, Mario Caterino e molti altri.
Intanto nell'estate del 1995 la Procura Antimafia di Napoli aveva concluso la lunga e complessa indagine sui Casalesi e spiccò 143 ordinanze di custodia cautelare, in concomitanza con un blitz che coinvolse tremila tra agenti di polizia e carabinieri. Molti, a partire da [[Francesco Schiavone]] detto ''Sandokan'', capo indiscusso del Clan, sfuggirono all'arresto. Una cinquantina di Casalesi finirono però in carcere: tra questi anche lo scissionista [[Nunzio De Falco]], che dalla Spagna aveva ordinato l'omicidio di Don [[Giuseppe Diana|Peppe Diana]]. Iniziato nel 1998, il Processo Spartacus si concluse in primo grado nel 2005, in appello nel 2008 e in Cassazione il 15 gennaio 2010. Tra le condanne, venne confermato l'ergastolo per Schiavone (arrestato nel 1998), Bidognetti, Zagaria, Mario Caterino e molti altri.


=== La Camorra del Duemila: nasce "O Sistema" ===
=== La Camorra del Duemila: nasce "O Sistema" ===
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== Per saperne di più ==
== Per saperne di più ==
== Libri ==
*Allum Percy A., ''Potere e Società a Napoli nel dopoguerra'', Torino, Einaudi, 1975
*Barbagallo Francesco, ''Storia della Camorra'', Bari, Editori Laterza, 2010
*Commissione Antimafia, ''Rapporto sulla Camorra'', Roma, l’Unità, 21 dicembre 1993
*Sales Isaia, ''La Camorra, Le Camorre'', Roma, Editori Riuniti, 1988
=== Cinema ===
=== Cinema ===
* [[Le mani sulla città (film)|Le mani sulla città]], di Francesco Rosi
* [[Le mani sulla città (film)|Le mani sulla città]], di Francesco Rosi
Riga 177: Riga 183:
* Per amore del mio popolo, di Antonio Frazzi (2014)
* Per amore del mio popolo, di Antonio Frazzi (2014)
* Gomorra - La serie, di Stefano Sollima (2014)
* Gomorra - La serie, di Stefano Sollima (2014)


== Note ==
== Note ==
<references></references>
<references></references>


[[Categoria:Le associazioni criminali di stampo mafioso]]
== Bibliografia ==
[[Categoria:Camorra]]
* Allum, Percy (1975). ''Potere e Società a Napoli nel dopoguerra'', Torino, Einaudi.
* Barbagallo, Francesco (2010). ''Storia della Camorra'', Bari, Editori Laterza.
* Commissione Parlamentare Antimafia (1993). ''Rapporto sulla Camorra'', Roma, l’Unità, 21 dicembre.
* Dickie, John (2012). ''Onorate Società'', Roma-Bari, Editori Laterza.
* Sales, Isaia (1988). ''La Camorra, Le Camorre'', Roma, Editori Riuniti.
 
[[Categoria:Associazioni criminali di stampo mafioso]] [[Categoria:Camorra]]