Michele Aiello: differenze tra le versioni

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==== I pentiti ====
==== I pentiti ====
Ma lo scenario si fa ancora più nitido con le dichiarazioni dei pentiti. ''“Sin dall’inizio'' – ha dichiarato Giuffrè – ''questo centro era il fiore all’occhiello di Bagheria, ed è stato molto sponsorizzato nell’ambito nostro (di Cosa Nostra ndr). Io sono stato subito informato che c’era questo progetto, che era molto importante per due motivi. Da un lato c’era l’interesse economico di Provenzano e della famiglia di Bagheria, dall’altro c’era l’interesse per la salute personale del Provenzano stesso e non solo”''. Intorno a metà degli anni ’90, quando si comincia a pensare all’acquisto della struttura, definita da Giuffrè l’ “anti-Zagarella”, a Bagheria c’era una situazione particolare. ''“Personaggi come Gino Scianna ed Enzo Giammanco erano stati arrestati e Bernardo Provenzano, che di queste persone era lo sponsor principale, aveva il problema di trovare nuove figure di riferimento dal punto di vista mafioso e imprenditoriale”''. E la persona giusta era proprio Michele Aiello, uno “pulito”, e in più “l’astro nascente di Bagheria”. Provenzano, intanto, aveva già i suoi piani, tra cui quelli di interessarsi “del settore della sanità”. Con l’acquisto della struttura, così, ''“l’ingegnere Aiello chiude il cerchio e la famiglia mafiosa di Bagheria mette finalmente nelle mani l’hotel Zabara”''. Racconta ancora il pentito Angelo Siino: ''“Non so se alla fine degli anni ‘80 o intorno al 90-91 ebbi a sentire parlare che (quelli di Bagheria ndr) cercavano di fare un investimento sulla circonvallazione di Bagheria. Cercavano di acquisire un vecchio istituto che facevano addirittura riferimento ai salesiani, che volevano adibire a clinica. Io in questa occasione ho sentito parlare di investimenti nel campo della sanità, ne ho sentito parlare a Gino Scianna, Nino Gargano, Eucaliptus. Parlavano di questa cosa”''.
Ma lo scenario si fa ancora più nitido con le dichiarazioni dei pentiti. ''“Sin dall’inizio'' – ha dichiarato Giuffrè – ''questo centro era il fiore all’occhiello di Bagheria, ed è stato molto sponsorizzato nell’ambito nostro (di Cosa Nostra ndr). Io sono stato subito informato che c’era questo progetto, che era molto importante per due motivi. Da un lato c’era l’interesse economico di Provenzano e della famiglia di Bagheria, dall’altro c’era l’interesse per la salute personale del Provenzano stesso e non solo”''. Intorno a metà degli anni ’90, quando si comincia a pensare all’acquisto della struttura, definita da Giuffrè l’ “anti-Zagarella”, a Bagheria c’era una situazione particolare. ''“Personaggi come Gino Scianna ed Enzo Giammanco erano stati arrestati e Bernardo Provenzano, che di queste persone era lo sponsor principale, aveva il problema di trovare nuove figure di riferimento dal punto di vista mafioso e imprenditoriale”''. E la persona giusta era proprio Michele Aiello, uno “pulito”, e in più “l’astro nascente di Bagheria”. Provenzano, intanto, aveva già i suoi piani, tra cui quelli di interessarsi “del settore della sanità”. Con l’acquisto della struttura, così, ''“l’ingegnere Aiello chiude il cerchio e la famiglia mafiosa di Bagheria mette finalmente nelle mani l’hotel Zabara”''. Racconta ancora il pentito Angelo Siino: ''“Non so se alla fine degli anni ‘80 o intorno al 90-91 ebbi a sentire parlare che (quelli di Bagheria ndr) cercavano di fare un investimento sulla circonvallazione di Bagheria. Cercavano di acquisire un vecchio istituto che facevano addirittura riferimento ai salesiani, che volevano adibire a clinica. Io in questa occasione ho sentito parlare di investimenti nel campo della sanità, ne ho sentito parlare a Gino Scianna, Nino Gargano, Eucaliptus. Parlavano di questa cosa”''.
==== I "parenti eccellenti" nel libro paga di Aiello ====
Michele Aiello era il datore di lavoro di diverse centinaia di dipendenti. Tra di questi non mancavano quelli, per così dire, “sospetti”. Una serie di parentele e strani legami che hanno subito messo in allarme la procura antimafia di Palermo. Segretaria personale di Michele Aiello era una certa Paola Mesi, classe 1972, amministratore unico e socio di minoranza di una delle società di Aiello, la “Selda srl”, con sede in Bagheria. L’imprenditore le aveva anche procurato un cellulare delle “rete riservata”, che lei utilizzava esclusivamente per mettersi in contatto con Aiello. Paola Mesi è sorella di Maria Mesi, classe 1965, considerata l’amante di Matteo Messina Denaro, superlatitante di Trapani. Insieme al fratello Francesco Mesi, classe 1970 - anche lui in passato dipendente dell´Ati group - è stata già arrestata e condannata per favoreggiamento.
Dipendenti delle ditte di Aiello erano anche Pietro Badami di Villafrati, classe 1937, indagato per mafia negli anni ’80; Pietro Scaduto, classe 1941, già condannato per fatti riguardanti la “famiglia” di Bagheria; Francesco Scordato, classe 1926, secondo i magistrati “inserito organicamente nella famiglia mafiosa di Bagheria”, Alessandro Caltagirone, classe 1971, figlio di Francesco Paolo Caltagirone, socio della famigerata I.C.RE (Industria Chiodi e Reti srl) insieme a Nino Gargano e Leonardo Greco; Antonino Spina di Torretta, classe 1963, nipote di Giovanni Cusimano, boss di Partanna-Mondello; Giuseppe Triolo, classe 1962, nipote di Nino Parisi, condannato per l’omicidio del carabiniere Orazio Costantino.
Gli investigatori hanno registrato (e intercettato) a proposito, una serie di conversazioni tra Nicola Eucaliptus e Michele Aiello, presso i locali della Diagnostica per Immagini. Il vecchio boss, originario di Acquedolci, raccomanda ad Aiello di assumere un giovanotto, Maurizio Causerano, figlio di una sua amica di Acquedolci, Marianna Pellegrino. Eucaliptus poi dirà alla sua vecchia amica di “aver parlato con l’amico suo ingegnere” che gli avrebbe detto di “non preoccuparsi” perché era “a sua disposizione”. E infatti il giovanotto di Acquedolci, insieme alla sua fidanzata, verranno regolarmente assunti. E l’imprenditore, durante un interrogatorio, ammetterà: “Si, li ho assunti su richiesta dell’Eucaliptus”.
=== La sanità ===
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