Michele Aiello: differenze tra le versioni

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EN: ''L’ingegnere no…non dobbiamo andare a consumare l’ingegnere noi altri (…) Noi altri le persone le dobbiamo rovinare, se non li roviniamo, noi altri…piacere non ce ne sentiamo!''
EN: ''L’ingegnere no…non dobbiamo andare a consumare l’ingegnere noi altri (…) Noi altri le persone le dobbiamo rovinare, se non li roviniamo, noi altri…piacere non ce ne sentiamo!''
==== L'affare dell'hotel Zabara ====
Per la sua lussuosissima clinica privata, perfetto coronamento del successo ottenuto nel settore sanitario, Aiello acquista – nel dicembre 2000 - la struttura dell’ex Hotel “Zabara”. Sarà lì che costruirà Villa Santa Teresa, centro clinico di livello europeo nel campo della diagnostica tumorale. Un operazione da circa 10 miliardi di lire, secondo i pm “praticamente senza concorrenza”. Un affare del genere, lo dice il buon senso, non poteva certo lasciare indifferenti i potenti mafiosi di Bagheria. E infatti Michele Aiello – durante un interrogatorio – dichiarerà di aver pagato il pizzo a Carlo Castronovo. Qualcosa come 700 milioni di lire.
==== Le intercettazioni ====
Ma, dalle intercettazioni emerge qualcosa di diverso. È stato veramente Carlo Castronovo ad “occuparsi” dell’edificio ex “Zabara”, ma in maniera piuttosto differente rispetto a quanto dichiarato da Aiello. Il 29 maggio 1999, quindi più di un anno e mezzo prima dell’acquisto, Carlo Castronovo discute della vendita della struttura con Salvatore Andolina, secondo i pm “soggetto vicino alla famiglia mafiosa di Bagheria”. Andolina si fa portavoce degli interessi di imprecisati “palermitani” che avevano messo gli occhi sull’ex hotel Zabara. Ma Castronovo tergiversa,
prende tempo. “E noi che ci guadagniamo?”. Non abbastanza, evidentemente. E infatti nella vendita dell’immobile saranno privilegiati gli interessi bagheresi. Aiello comprerà lo “Zabara” e ci farà la clinica, e Pietro Lo Iacono potrà dire a Giuffrè: “Se hai bisogno di esami, tac o cose così, ti puoi servire da noi a Bagheria perché abbiamo a disposizione il centro diagnostica di Aiello”.
==== I pentiti ====
Ma lo scenario si fa ancora più nitido con le dichiarazioni dei pentiti. ''“Sin dall’inizio'' – ha dichiarato Giuffrè – ''questo centro era il fiore all’occhiello di Bagheria, ed è stato molto sponsorizzato nell’ambito nostro (di Cosa Nostra ndr). Io sono stato subito informato che c’era questo progetto, che era molto importante per due motivi. Da un lato c’era l’interesse economico di Provenzano e della famiglia di Bagheria, dall’altro c’era l’interesse per la salute personale del Provenzano stesso e non solo”''. Intorno a metà degli anni ’90, quando si comincia a pensare all’acquisto della struttura, definita da Giuffrè l’ “anti-Zagarella”, a Bagheria c’era una situazione particolare. ''“Personaggi come Gino Scianna ed Enzo Giammanco erano stati arrestati e Bernardo Provenzano, che di queste persone era lo sponsor principale, aveva il problema di trovare nuove figure di riferimento dal punto di vista mafioso e imprenditoriale”''. E la persona giusta era proprio Michele Aiello, uno “pulito”, e in più “l’astro nascente di Bagheria”. Provenzano, intanto, aveva già i suoi piani, tra cui quelli di interessarsi “del settore della sanità”. Con l’acquisto della struttura, così, ''“l’ingegnere Aiello chiude il cerchio e la famiglia mafiosa di Bagheria mette finalmente nelle mani l’hotel Zabara”''. Racconta ancora il pentito Angelo Siino: ''“Non so se alla fine degli anni ‘80 o intorno al 90-91 ebbi a sentire parlare che (quelli di Bagheria ndr) cercavano di fare un investimento sulla circonvallazione di Bagheria. Cercavano di acquisire un vecchio istituto che facevano addirittura riferimento ai salesiani, che volevano adibire a clinica. Io in questa occasione ho sentito parlare di investimenti nel campo della sanità, ne ho sentito parlare a Gino Scianna, Nino Gargano, Eucaliptus. Parlavano di questa cosa”''.
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