Michele Aiello: differenze tra le versioni

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=== La sanità ===
=== La sanità ===
Il salto di qualità, Michele Aiello, lo compie buttandosi a capofitto nel business sanitario. È con la sanità, infatti, che aumenta esponenzialmente i propri introiti. Nei quattro anni precedenti al suo arresto, infatti, le società sanitarie di Aiello frutteranno qualcosa come 200 miliardi di vecchie lire. Comincia nel 1996, con l’acquisizione della “Diagnostica per immagini srl”, che presto diventerà “Villa Santa Teresa - Diagnostica per Immagini e Radioterapia srl”. Soltanto quattro anni dopo, nel 2000, è proprietario di ben cinque società che si occupano di diagnostica ultra-sofisticata (Diagnostica per immagini, Centro di Medicina Nucleare San Gaetano S.r.l, A.T.M. Alte Tecnologie Medicali S.r.l) e di forniture sanitarie (Radiosystems Protection srl). L’ultimo affare, nel dicembre del 2000, è l’acquisto dell’Hotel “Zabara”. Aiello, il 14 novembre 2002 – un anno prima di venire arrestato – trasforma l’ex hotel in una grande clinica da circa 108 posti letto – nome della società: “Villa Santa Teresa - Group spa” - specializzata in esami diagnostici con l’utilizzo di apparecchiature ad alta tecnologia.
Ma all’inizio le cose non vanno bene. Bilanci in passivo, forti debiti alle banche, società che non vanno. Ma poi cambia tutto. Aiello scopre il modo di farsi “gonfiare” i rimborsi da parte della Regione e comincia a ingozzare le proprie cliniche di soldi pubblici. Tanti, tantissimi, soldi pubblici. Il tutto grazie alla collaborazione di Lorenzo Iannì, che diventa direttore del distretto ASL di Bagheria nel luglio 1999 e che è legato a Michele Aiello da una lunga amicizia, o meglio – come scrivono i PM – da molteplici “rapporti di amicizia e di interesse”. Entrambi, tra l’altro, condividono la passione politica per l’Udc.
==== La truffa dei rimborsi ====
I rimborsi. Ecco il punto. Nella cosiddetta “assistenza indiretta” la Regione garantisce al proprietario della clinica privata un rimborso più o meno parziale delle terapie effettuate e, più in generale, dei costi sostenuti. Fa da tramite il distretto territoriale dell’Ausl, che si prende carico di trasmettere la documentazione all’assessorato regionale della sanità.
Secondo gli accertamenti della Procura, fino a metà 1999 i rimborsi regionali effettuati in favore delle società sanitarie di Aiello sono perfettamente regolari. Poi, nel luglio 1999, Lorenzo Iannì viene nominato direttore del distretto sanitario di Bagheria e comincia a mettere le mani nella documentazione delle società di Aiello. Vengono messe in atto così tutta una serie di “modifiche apparentemente poco significative” che di fatto determinano un aumento vertiginoso dei rimborsi alle cliniche dell’imprenditore bagherese. Il neodirettore dell’ASL di Bagheria svela al suo vecchio amico le innumerevoli “falle” nel sistema di assistenza indiretta. Gioca sull’ambiguità burocratica di tutte quelle carte, e con numerosi “trucchetti” (dichiarazioni false nei verbali, uso di documentazione non prescritta, uso di fotocopie invece che originali, etc) riesce a far ottenere ad Aiello rimborsi tripli o quadrupli per la stessa terapia. Risultato: sull’imprenditore bagherese, come per magia, piovono decine e decine di milioni di euro. È proprio una bella amicizia, quella tra Aiello e Iannì. Il dirigente del distretto di Bagheria, molto spesso, riceve somme di denaro più o meno consistenti. Doni generosi che il facoltoso amico, in segno di gratitudine, non gli fa mai mancare. Intorno al 2000, poi, Aiello fa costruire per il manager dell’ASL addirittura una “sepoltura gentilizia”. Un piccolo mausoleo funerario realizzato da una delle sue ditte edili. “In seguito l’avrei pagato, di sicuro” dichiara Iannì durante un interrogatorio.
Dei “favori” pecuniari di Aiello non beneficia solo Iannì. Insieme a lui anche altre due figure-chiave nella procedura di rimborso. Salvatore Prestigiacomo, collaboratore amministrativo del Distretto Sanitario di Base di Bagheria eAdriana La Barbera, responsabile dell´Ufficio liquidazione assistenza indiretta presso l’ASL 6 di Palermo. La figlia della dottoressa La Barbera, inoltre, viene assunto in una delle società di Aiello, così come i figli del dottor Scaduto, funzionario all’ASL 6. Lorenzo Iannì, davanti ai PM, all’inizio nega tutto, ma dura poco. Ben presto ammetterà che ci sono state delle forti “anomalie” nelle pratiche che interessavano Michele Aiello. Dichiara però che tutto è stato compiuto per “stupidità”, per rispetto ai “rapporti di amicizia” che intercorrevano tra loro.
==== Dai rimborsi alle convenzioni ====
L’inizio del 2002 riserva a Michele Aiello una spiacevole sorpresa. Succede quello che temeva da tempo e che – viste le sue fonti sempre bene informate – in parte prevedeva. Cambia la normativa regionale per il finanziamento alle cliniche private. Il regime di assistenza indiretta
viene abolito per passare a quello, esclusivo, di assistenza diretta. Basta rimborsi a posteriori, dunque. Adesso si ragiona con gli accreditamenti, che avvengono a priori. Per ricevere finanziamenti pubblici, le cliniche private devono stipulare una convenzione con l’Ente regionale, che può erogare i finanziamenti solo se le terapie sono previste nel tariffario. Eppure Aiello, per tutto il 2002, riesce a ricevere fondi pubblici per cinque prestazioni sanitarie che non sono previste nel tariffario regionale, le quali, tra l’altro, essendo quelle più sofisticate, costituiscono una buona parte dei ricavi delle sue aziende. Questo avviene grazie alla firma di uno speciale protocollo di intesa tra la ASL 6 e “Villa Santa Teresa – Diagnostica per immagini srl”, e poi anche con la “ATM srl”. Oggetto dell’accordo: “Remunerazione extratariffaria per prestazioni di altissima specialità in regime di accreditamento provvisorio”. Praticamente, una “eccezione” fatta ad hoc per Michele Aiello.
L’imprenditore naviga comunque in buone acque, anche dopo l’abolizione dell’amata assistenza indiretta, grazie soprattutto al direttore generale dell’ASL 6, Giancarlo Manenti, presentatogli da Antonio Borzacchelli mesi prima. Soltanto con il regime di assistenza diretta, quindi dai primi mesi del 2002, alle cliniche di Aiello vengono accreditate qualcosa come 100 milioni di euro. In altre parole, uno dei più grandi impegni di spesa per la più grande azienda sanitaria dell’Isola e per la Regione Sicilia nel suo complesso. Ma nel giugno 2003, succede qualcosa di inaspettato. Dopo più di un anno di generosi accreditamenti, il nuovo direttore generale dell’AUSL 6 Guido Catalano blocca improvvisamente i finanziamenti alle società di Aiello. C’è qualcosa che non va, e vuole vederci chiaro. Catalano era succeduto a Manenti nel febbraio 2002.
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