Donato Leuzzi


Donato Leuzzi (Salice Salentino, 1925 - Salice Salentino, 28 gennaio 1950) è stato un sindacalista della CGIL, vittima innocente della mafia agraria salentina.

Biografia

Donato Leuzzi era nato nel 1925 a Salice Salentino, in provincia di Lecce, e dirigeva la Camera del Lavoro locale. A partire dal 1949 si era messo a capo dei braccianti della sua città sia nella lotta per la salvaguardia degli elenchi anagrafici, sia in quelle per la terra e l'applicazione della riforma agraria nel salentino.

Le testimonianze orali dell'epoca lo definiscono "uno dei pochissimi intellettuali che guidarono la Cgil locale in una fase in cui i pochi che avevano la licenza media venivano utilizzati per tenere conferenze ai braccianti, la maggior parte dei quali non superava la terza elementare. Salice era una piazza difficile. Gli agrari, con la complicità del clero, compravano anche la coscienza della povera gente", ricorda lo storico Salvatore Coppola.

Basti pensare che "nel maggio del 1946 la destra monarchica e qualunquista aveva attentato all'incolumità fisica del deputato Giuseppe Calasso, che teneva un comizio per la repubblica. La stragrande maggioranza della popolazione votò per la monarchia (la repubblica ebbe poco più di 140 voti). Il consiglio comunale era composto di 16 qualunquisti guidati dall'agrario Leone e 4 democristiani. Qualcosa cominciò a cambiare con l'avvio della prima fase delle lotte dell'Arneo (1° dicembre 1949-10 gennaio 1950), alle quali i braccianti di Salice parteciparono a ondate successive tra il 13 e il 28-29 dicembre 1949".

Donato Leuzzi, insieme con il capolega Montinaro e con il fratello più giovane Ciccio Leuzzi, aveva guidato i braccianti di Salice nell'occupazione della masseria Fattizze in Arneo, uno dei luoghi simbolo di una "landa macchiosa (…) tutta groppe ispide come di una sterminata mandria di bufali", come la descrisse il poeta salentino Vittorio Bodini.

Per questo Leuzzi fu ucciso con un colpo di pistola da un monarchico di trent'anni, I.G., ufficialmente, secondo la ricostruzione dei carabinieri e della Prefettura, in modo accidentale: l'arma era stata "incautamente" puntata dall'assassino verso alcuni "amici" e per sbaglio era partito il colpo letale per il giovane sindacalista.

Secondo il quotidiano del PSI, l'Avanti, l'assassino era invece "un sicario del più ricco latifondista del Salento", già coinvolto in altri episodi di violenza e capo di una "squadra d'azione". Rinviato a giudizio in un primo momento per omicidio volontario premeditato, in sede processuale l'omicida fu condannato per omicidio colposo e se la cavò con un anno di carcere.

I funerali di Leuzzi a Salice richiamarono centinaia di militanti dai centri del salentino, dalle Camere del lavoro e dalle sezioni dei partiti di sinistra. Il parroco chiuse le porte della chiesa e rifiutò di benedire la salma. Le campane della cattedrale non suonarono al passaggio del feretro.


Bibliografia

  • Rassegna Sindacale, Donato Leuzzi, settant'anni dopo, 28 gennaio 2020.