Stefano Volpe
Stefano Volpe (N.D. 1970 - Porto Empedocle (Tp), 4 luglio 1990) è stato una vittima innocente della [Stidda] durante la [Seconda Strage di Porto Empedocle].
Omicidio
Stefano Volpe è rimasto ucciso in quella che è passata alla storia come la Seconda strage di Porto Empedocle. I killer appartenenti alla Stidda erano arrivati a Gela per vendicare la morte dei Grassonelli, assassinati durante la Prima Strage di Porto Empedocle da parte di esponenti di Cosa Nostra, nel settembre del 1986.
Stefano Volpe era il figlio del titolare dell'officina dove si consumò la strage. Era lì per aiutare il padre, mentre il resto della famiglia abitava al piano di sopra. Era ventenne.
Indagini e Processi Prima Strage di Porto Empedocle
A seguito della Prima strage di Porto Empedocle, il 22 gennaio 1987 iniziò la prima grande operazione di polizia che tra Agrigento e Bonn portò all'arresto di tre uomini affiliati al clan dei Grassonelli, appartenenti alla Stidda.
Due anni dopo le operazioni delle Forze di Polizia si tenne presso l'aula bunker di Villaseta il primo maxi-processo per la prima strage di Porto Empedocle.
Indagini e Processi Seconda Strage di Porto Empedocle
Nel 1994 la Corte d'assise di Agrigento emise la sentenza per la seconda strage di Porto Empedocle, condannando all'ergastolo Giuseppe Grassonelli e altri esponenti della Stidda riconoscendolo tra i mandanti.
Bibliografia
- Attilio Bolzoni, “Tra Agrigento e Germania un’operazione antimafia”, La Repubblica, 23 gennaio 1987.
- Francesco Vivano, “Porto Empedocle una nuova strage tre boss uccisi”, La Repubblica, 5 luglio 1990.
- La Repubblica, “Mafia: boss si scusa, "ho sbagliato ma non potevo essere diverso"”, 22 luglio 2014.