Oggi e domani si vota per le Regionali in Liguria. La prima nota negativa è che nessuno dei candidati presidente in corsa ha deciso di sottoscrivere i nostri sette punti, a differenza di quanto fatto alle regionali 2023 da diversi candidati.
Questo significa anche che nessun candidato ha reso pubblica la lista dei suoi finanziatori già dalla campagna elettorale. Paradossale se pensiamo che si è andati al voto anticipato proprio per via di un perverso sistema di sostegni economici da parte di noti imprenditori, finito con la scelta del patteggiamento da parte di tutti gli indagati, ivi compreso l’ex-Presidente Giovanni Toti.
Come sottolineavamo già per la nostra call alle elezioni europee, benché non sia prevista per legge dovrebbe diventare una cosa normale rendere disponibile agli elettori la lista di chi finanzia la propria campagna elettorale con somme superiori ai 500 euro. Che, attenzione, è cosa ben diversa dalla rendicontazione prevista per legge, finita la campagna. Significa dire “guardate, queste persone mi hanno finanziato“. Siano essi parenti, associazioni, enti etc.
Regionali in Liguria, sono tutti uguali? NO
Nonostante questa nota negativa, non si può affatto dire che siano tutti uguali. Limitandoci ai due principali sfidanti, non c’è partita. Andrea Orlando è il miglior candidato per le politiche antimafia.
Nel suo programma, a pp. 41-42, dedica un intero paragrafo alle proposte in tema di antimafia. Essendo abbastanza lungo, invitiamo a leggerlo direttamente lì. Inoltre, durante la campagna elettorale ha fatto numerose iniziative e contenuti social in cui ha parlato della presenza oramai storica e tradizionale delle organizzazioni mafiose nella regione. A partire dal capoluogo, Genova.
Non si può dire invece lo stesso del candidato del centrodestra, Marco Bucci. Nel programma la parola mafia, mafie e corruzione non compaiono mai e vi è un solo riferimento ai beni confiscati, usando l’espressione criminalità organizzata (a pagina 15, nello specifico, il quarto punto: “Rafforzamento dei contributi agli enti locali per finanziamento interventi su beni immobili confiscati alla criminalità organizzata”).
La cosa grave tuttavia sono le dichiarazioni rilasciate in un’intervista a Repubblica:
“Quando dice che in Liguria c’è la mafia, stia attento, ci dica dov’è, denunci: se no chieda scusa ai liguri che lavorano“, ha attaccato Bucci. Poi, rispondendo al giornalista che gli ha fatto notare che di mafia se ne parla anche da anni, e che è argomento anche dell’inchiesta che ha colpito la Regione, ha aggiunto “Non me ne frega niente, se lo dice lo deve dimostrare, se no vuol dire è disonesto. E nell’inchiesta non c’è finita la città ma singole persone, e non è un problema mio. Io non vado in giro a dire che in Liguria c’è la mafia, ma come evitare la mafia operi sul territorio: con il protocollo antimafia e corruzione dei cantieri delle nostre opere, il ponte, la diga, il tunnel, abbiamo trovato un sistema di super controllo migliore del codice degli appalti. Le accuse sul tema sono l’ennesima offesa ai liguri, come quando Orlando punta il dito sulle cene di Toti e poi le organizza a Milano. Pensa i liguri non siano capaci di pagare una cena, forse?”.
Insomma, come nella miglior tradizione negazionista di una certa politica italiana, parlare di mafia in un territorio significherebbe offendere i cittadini di quel territorio. Accadeva a Corleone 50 anni fa, così come a Milano e dovunque il fenomeno mafioso abbia messo radici, compresa la Liguria.
Queste parole denunciano non solo una grave incomprensione del fenomeno mafioso nella sua regione, ma anche un’inadeguatezza politica ad affrontare il fenomeno a livello istituzionale… bastassero infatti solo i protocolli per tenere lontane le mafie, sarebbe facilissimo.
A Torino per le Olimpiadi 2006 avevano protocolli bellissimi e la ‘ndrangheta l’ha fatta da padrone; in Expo2015 anche e, nonostante tutti gli accorgimenti possibili, sono entrati anche lì, seppur in misura minore di quanto speravano.
Chiunque vinca, pubblichi la lista di chi lo finanzia e tenga lontano chi non dice da dove prende i soldi
Non sappiamo chi vincerà le regionali in Liguria. Chiunque vinca, però, se vuole davvero combattere mafie e corruzione dovrebbe anzitutto dare l’esempio, affrontando la questione morale.
Il che significa pubblicare la lista di chi ha finanziato la propria campagna elettorale, rendendola disponibile agli elettori, ma soprattutto tenere lontani dagli appalti regionali chi non dichiara il titolare effettivo e quei fondi speculativi che non dicono chi affida loro i soldi con cui vorrebbero “estrarre valore” da un territorio.
Infine, un consiglio spassionato: evitate di salire sugli yacht di certi imprenditori e tenete lontani quei politici che erano soliti andarci.